La storia si ripete

Prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini: ipotesi o realtà?

Torna ad aleggiare lo spettro di una patrimoniale o di un prelievo forzoso dei conti correnti visto che i soldi del Recovery fund tarderanno ad arrivare

Prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini: ipotesi o realtà?

Torna ad aleggiare lo spettro di una patrimoniale o di un prelievo forzoso dei conti correnti visto che i soldi del Recovery fund per far ripartire l’economia potrebbero arrivare solo nel 2022.

 

Intanto le disuguaglianze tra ricchi e poveri si accentuano, proprio a causa del Coronavirus. Oxam propone una Covid-Tax da far pagare alle multinazionali che si stanno arricchendo con la pandemia.

 

Vediamo insieme cos’è il prelievo forzoso dei conti correnti, la patrimoniale e la Covid-Tax.

 

Covid-Tax multinazionali: cos’è e come funziona

A causa della crisi economica generata dal Covid-19 è aumentata la povertà mentre alcune aziende hanno incrementato notevolmente i profitti, soprattutto multinazionali del calibro di Microsoft, Google ed Amazon e società farmaceutiche.

 

Per ridurre il crescente divario tra ricchi e poveri Oxam propone una Covid-Tax da far pagare ad alcune grandi multinazionali, in particolare colossi tecnologici, farmaceutici e del commercio online che hanno beneficiato della domanda eccezionale dei loro beni e servizi causata dalla pandemia.

 

La confederazione internazionale di organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale trova sconcertante come nel bel mezzo di questa gravissima crisi sanitaria queste imprese destinino i loro utili quasi esclusivamente alla distribuzione dei dividendi agli azionisti o ad operazioni di buyback azionari, a discapito di investimenti produttivi e del miglioramento delle condizioni retributive dei dipendenti.

 

Propone dunque una Covid-Tax per ridurre le disuguaglianze retributive e patrimoniali, ossia un’imposta sugli extra-profitti generati da imprese con fatturato annuo consolidato superiore ai 500 milioni di dollari, per non gravare sulle piccole e medie imprese in difficoltà.

 

Tassando 32 multinazionali si otterrebbe un gettito di 104 miliardi di dollari da dedicare all’inclusione sociale e allo sviluppo economico.

 

Prelievo forzoso conto corrente: cos’è e come funziona

I soldi del Recovery fund, inizialmente attesi nel secondo trimestre del 2021, potrebbero arrivare solo nel 2022 a causa delle incertezze dei paesi frugali. Se così dovesse essere il governo si troverebbe a dover risolvere un ingente problema di fondi, visto che sta mettendo a punto una Manovra finanziaria da 40 miliardi di euro, di cui 22 miliardi in deficit.

 

Dove troverà i soldi vista l’impennata del debito? Si paventa una nuova possibilità choc: il tanto temuto prelievo forzoso dai conti correnti, ossia un prelievo straordinario sui conti correnti bancari, come quello del che fece Amato nel 1992 alleggerendo del 6 per mille i risparmi degli italiani.

 

Più in generale si parla di una patrimoniale, ossia di un’imposta che colpisce il patrimonio sia mobile che immobile (denaro, azioni, casa, proprietà, terreni, etc.), come una tassa sui conti correnti o l’IMU.

 

La patrimoniale può essere fissa andando a colpire tutti i contribuenti con lo stesso importo oppure variabile secondo il valore del patrimonio di ciascun contribuente.

Può essere ordinaria, ossia avere una cadenza regolare, oppure straordinaria vale a dire una tantum, da applicarsi solo in determinati casi di necessità.

 

Favorevoli all’iniziativa Pierferdinando Casini, convinto che “chi più ha, più deve dare” per il criterio di giusta proporzionalità e la senatrice Paola Nugnes secondo la quale “se il terreno sotto frana, più pesante è la struttura sopra, più velocemente tutto cadrà a valle rovinosamente”.

 

Secondo alcuni calcoli effettuati da QuiFinanza una patrimoniale potrebbe portare nelle casse dello Stato 100 miliardi di euro, considerando un’aliquota dell’1% sulla ricchezza accumulata dagli italiani, che equivale a 10.000 miliardi di euro, ovvero 5,5 volte il PIL italiano.

 

Da considerare che nei primi otto mesi dell’anno le entrate tributarie hanno registrato un calo del 5,8%, 16,692 miliardi di euro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a causa delle misure adottate dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria, come la moratoria fiscale.  

 

Alla luce di queste voci, Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha voluto ribadire che “la patrimoniale non è nel programma di governo”.

 

Altre ipotesi: il contributo volontario deducibile

La patrimoniale e/o la Covid-Tax non sono le sole possibilità per reperire fondi per la ripartenza economica, c’è anche il contributo volontario.

 

L’idea è stata rilanciata dal viceministro dell’Economia, Pier Paolo Baretta, secondo il quale si sta pensando a una “mobilitazione di massa dell’intero Paese, ma in forme assolutamente volontarie. Proveremo ad attrarre il risparmio in canali d’investimento virtuosi e con garanzie rafforzate”.

 

All’inizio della pandemia il Pd aveva proposto un contributo di solidarietà per i redditi superiori agli 80 mila euro, chiamata anche Covid Tax, che andava da alcune centinaia di euro per i redditi più bassi fino a decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione di euro, con l’idea di renderla deducibile.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA