Caos negli Usa

Donald Trump bloccato dai social e verso l’impeachment

Nonostante il no di Biden, lunedì i dem pronti a chiedere la messa sotto accusa. Intanto Trump furioso per il blocco da Twitter. Critiche anche in Italia

Donald Trump bloccato dai social e verso l’impeachment

«Vogliono zittirmi, ma non ci riusciranno». E’ furioso Donald Trump, dopo la decisione di Twitter di bloccare «in maniera permanente» il suo account per «il rischio di ulteriore incitamento alla violenza». Il colosso dei social ha anche rimosso i tweet pubblicati dal Presidente uscente tramite l’account Potus (Presidente of The United States, che passerà a Joe Biden tra meno di 15 giorni, spiegando in una nota che «piani di future proteste violente hanno già iniziato a proliferare» sulla piattaforma «compresa una seconda manifestazione» a Washington, in programma il 17 gennaio, a tre giorni dal giuramento di Joe Biden come 46esimo presidente degli Stati Uniti. Cerimonia cui Donald Trump non sarà presente.

 

Trump furioso: «Non riusciranno a zittirmi»

Ma l’ira del tyoon è esplosa, dopo che Twitter lo aveva bloccato già per 12 ore, proprio sulla scia dei fatti di Capitol Hill. «Non mi metteranno a tacere, non ci riusciranno. Stiamo trattando con altri siti e a breve avremo un grande annuncio, stiamo valutando la possibilità di costruire una nostra piattaforma» ha fatto sapere Trump tramite una dichiarazione ufficiale riportata dal New York Times. Furioso anche Donald Trump Jr: «La libertà di parola è morta con la tecnologia. L’ayatollah e numerosi altri regimi dittatoriali possono avere account Twitter senza problemi nonostante la minaccia di genocidio a interi Paesi e l’uccisione di omosessuali ma il presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere sospeso in modo permanente. Mao sarebbe orgoglioso». D’accordo anche il consigliere del Presidente uscente, Jason Miller, che parla di «decisione disgustosa».

 

Dubbi anche in Italia

Perplessità per la decisione sono arrivate anche in Italia. Secondo Enrico Mentana «Facebook e i social media sono strumenti in mano a privati, che sfuggono ai poteri nazionali, e fanno quello gli pare. È giusto o meno staccare la spina a Trump?» ha chiesto il giornalista a Propaganda Live, aggiungendo: «Dal punto di vista di un’idea liberale non si può fare questo, le regole devono valere per tutti (…) Finché capita al cattivo, se Facebook avesse silenziato Joe Biden qualche pensiero in più si farebbe». Perplessità anche da Guido Scorza, membro del Collegio Garante per la protezione dei dati, che sul Fatto Quotidiano ha spiegato: «In democrazia non tocca a un soggetto privato – neppure se si tratta del più grande social network della storia – decidere quando è arrivato il momento di ordinare l’ostracismo di un cittadino in ragione di quel che dice o scrive online, neppure o, forse, a maggior ragione, se si tratta del Presidente in carica degli Stati Uniti d’America».

 

Torna lo spettro dell’impeachment per Trump

Intanto torna il rischio di impeachment per Donald Trump. Il tycoon ha annunciato che non prenderà parte alla cerimonia di insediamento ufficiale del suo successore e lo stesso Joe Biden ha salutato positivamente la decisione, dopo aver frenato sull’ipotesi di fare ricorso al 25esimo emendamento per la rimozione anticipata dall’incarico di Trump, dopo i fatti di Capitol Hill. Ma i democratici sembrano decisi a proseguire sulla strada dell’impeachment. Lunedì 11 gennaio, infatti, sono intenzionati a presentare il fascicolo

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