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Crisi e campionato mancano la svolta

Giuseppe Conte perde i responsabili, Antonio Conte si perde il Milan

Week end difficile per il premier, anche Tabacci gli dice che deve andare a dimettersi. L’Atalanta umilia Ibrahimovic ma l’Inter non ne approfitta

Giuseppe Conte perde i responsabili, Antonio Conte si perde il Milan

Giuseppe Conte non sfonda con i responsabili e Bruno Tabacci domenica 24 gennaio gli fa sapere dalla prima pagina di Repubblica che l’operazione “responsabili” si può dire archiviata, perchè non ci sono nè le condizioni politiche nè, ovviamente, quelle numeriche. Intanto Antonio Conte, allenatore dell’Inter, pareggia alla Dacia Arena con l'Udinese  e butta al vento l’occasione di agganciare il Milan alla testa della classifica e di vincere anche, in virtù della migliore differenza reti, il titolo platonico di campione d’inverno. In più Tabacci, democristiano non pentito alla sesta legislatura in Parlamento, consiglia al premier di andare al Colle a dimettersi al più tardi martedì o mercoledì per provare ad avere il reincarico, perchè è meglio non fare la prova di forza sulla relazione di Bonafede sulla giustizia, perchè in tal caso sarebbe fuori gioco, rischia di venire espulso come l’allenatore dell’Inter (che però non perde l’incarico).

 

Nonostante il grande contropiede con il quale Conte (Giuseppe) ha messo al sicuro nelle mani dei suoi fedelissimi la gestione dell’intelligence cui tanto teneva, la preparazione e lo svolgimento della partita della crisi incentrata soltanto sul rinfoltimento del governo a centrocampo con i responsabili non è stata all’altezza delle attese, anche di quelle del Quirinale che lo ha lasciato fare danzando se non sulla grammatica istituzionale, certamente sull’opportunità politica di puntare tutto su giocatori di serie B che poi non sono nemmeno arrivati. Conte (Antonio) si è fatto pure espellere alla fine del recupero, mentre il suo attacco diventava improvvisamente spuntato: Lukaku non riusciva a vincere un duello che era uno, sia vicino sia lontano dalla porta quando doveva far salire la squadra, il fenomeno Hakimi per una volta sbagliava tutto mentre Lautaro si faceva parare da Musso, portiere dell’Udinese, un tiro a colpo sicuro. 

 

C’è da aggiungere che il Milan surclassato dall’Atalanta per 3 a 0 (la squadra di Gasperini ha sprecato anche altre occasioni) fa sorgere dubbi sulla sua tenuta proprio nel giorno in cui ha potuto schierare insieme i due grandi vecchi Ibrahimovic e Manzukic. Ha perso male e nettamente, così come aveva perso con la Juve, e ora teme lo scontro diretto con l’Inter, che può sorpassarlo in caso di vittoria. L’equivalente del Milan tra le forze politiche di maggioranza è il Pd, che continua anch’esso a non avere schemi, al di là di quello gridato ogni giorno ai quattro venti da Goffredo Bettini, e cioè “o Conte o elezioni”. E ora rischia di pagare la mancanza di moduli alternativi e l’incomprensibile rinuncia a utilizzare i cambi, a cominciare da un proprio nome spendibile al posto di Conte. Certo, i numeri parlamentari sono quelli dei Cinque Stelle, che sembrano restare a sostegno del premier, ma probabilmente potrebbero muoversi nel caso ci fosse una nuova proposta. Ma il Pd tace o parla per non dire nulla.

 

Nel frattempo, i vaccini latitano, la mortalità resta alta e chi riesce a fare ancora un pò di satira scrive sul web che c’è il rischio di cedere la Lombardia alla Francia, magari per un foglio Excel che rimbalza tra Attilio Fontana e Francesco Boccia.

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