Draghi per la rinascita

No di Draghi ad aiuti imprese a pioggia, sì incentivi a trasformarsi

Draghi: alla politica la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento. Gentiloni: scindere imprese sostenibili e non sostenibili

No di Draghi ad aiuti imprese a pioggia, sì incentivi a trasformarsi

Con l’inizio dell’era Draghi gli aiuti alle imprese potrebbero cambiare forma, passando dai contributi a fondo perduto generalizzati del Conte bis agli incentivi per la trasformazione e la ripartenza post Covid.

 

Nel discorso al Senato per la fiducia, il nuovo premier ha dichiarato espressamente che “sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi". 

 

Discorso Draghi al Senato: alcune attività dovranno cambiare, anche radicalmente

Il discorso di Draghi al Senato per il voto di fiducia è apparso molto chiaro, evidenziando notevoli differenze di strategia e di pensiero su quelli che sono gli aiuti dello Stato alle imprese nell’era Covid.

 

L’ex governatore della Bce vorrebbe passare dai sussidi agli incentivi, sostenendo quel pensiero espresso prima di diventare premier secondo cui non avrebbe senso elargire aiuti a pioggia su tutti i settori economici, sostenendo anche quelle imprese “zombie” destinate al fallimento.

 

Draghi riconosce che le imprese vanno aiutate ma “sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente” per proiettarsi nel futuro e agganciarsi alla ripartenza economica post Covid.

 

Draghi: alla politica l’arduo compito di scegliere quali attività proteggere

La scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi", riconosce Draghi confidando nella politica economica al cambiamento climatico per rimettere in sesto l’Italia.

 

La risposta alla pandemia, osserva il presidente del Consiglio, “dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l'innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l'accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create".

 

Il pensiero di Draghi sembra scindersi in due, tra imprese da non aiutare perché destinate al fallimento e imprese in grado di trasformarsi e di contribuire alla ripresa economica del Paese, per far sì che il debito che stiamo accumulando in questo periodo sia principalmente composto da debito di tipo “buono”, ossia che si traduca nel tempo in un’accelerazione dell’economia e delle condizioni sociali degli italiani.

 

Dalla parte del premier anche l’Europa, con il commissario all’Economia Paolo Gentiloni che lunedì scorso al termine dell’Eurogruppo ha spiegato: “dobbiamo spostarci gradualmente da un approccio generalizzato a misure di supporto più mirate, che distinguano tra imprese sostenibili e non sostenibili”.

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