Il caso Sputnik

Sputnik, produzione in Italia. Cosa si sa del vaccino: efficacia, dosi

E’ braccio di ferro tra Italia e Ue sulla produzione nel nostro paese del siero russo. Cosa si sa finora del vaccino: quante dosi, efficacia e sicurezza

Sputnik, produzione in Italia. Cosa si sa del vaccino: efficacia, dosi

Fa discutere la possibilità che l’Italia possa produrre dosi del vaccino russo Sputnik V, soprattutto in Europa, dove il siero non ha ancora ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco. Sull’opzione che singoli Stati europei firmino contratti con la Russia, come nel caso italiano, è intervenuto nelle scorse ore Eric Mamer, portavoce della presidente della Commissione Ue, Von Der Leyen: “Ripetiamo che possono farlo, la campagna di vaccinazione è responsabilità degli Stati”.

 

Molto più caustica la presidente del Cda di Ema, Christa Wirthumer-Hoche, secondo sui “concedere un’autorizzazione d’emergenza al vaccino Sputnik V è come la roulette russa”.

Ecco cosa è successo e perché si discute di efficacia e sicurezza del siero di Mosca.

 

Sputnik, produzione italiana sempre più vicina

Il primo a parlare di produzione italiana del vaccino russo Sputnik, non ancora autorizzato dall’Ema in Europa, è stato Kirill Dmitriev, responsabile del fondo russo produttore del siero, ospite a Mezz’ora in più su Raitre il 7 marzo. Anche il presidente della Camera di Commercio italo-russa, Vincenzo Trani, ha citato le parole di Dmitriev, parlando di “un accordo con l’azienda Adienne Pharma&Biotech per la produzione dello Sputnik V in Italia, siglando il primo contratto europeo per la produzione locale del vaccino” e dunque riferendosi agli stabilimenti dell’azienda italiana di Caponago, in provincia di Monza e Brianza.

Ma la Regione Lombardia, il ministero dello Sviluppo economico e il ministero degli Esteri affermano che non erano informati dell'accordo tra Adienne Pharma Biotech e il fondo governativo russo Russian Direct Investment Fund. Si tratterebbe di “un accordo privato”, secondo fonti di Governo che rinviano alle decisioni Ue. Trani, intanto, chiarisce che “una cosa è produrre, un’altra è distribuire”, lasciando intendere che, in caso di mancato via libera dell’Ema, le fiale potrebbero essere destinate a uno dei 46 Paesi del mondo dove Sputnik è già stato approvato, come l'Ungheria con una decisione extra-Ue.

 

Vaccino Sputnik: dosi ed efficacia

Il siero russo prevede due somministrazioni come tutti i vaccini ad oggi in circolazione, tranne Johnson & Johnson che è monodose. A differenza di Pfizer e Moderna, che usano l’Rna messaggero, è a vettore virale e sarebbe efficace nel prevenire lo sviluppo della malattia nel 91% dei casi, come riferito dalla rivista The Lancet, che cita la sperimentazione di fase III su oltre 20 mila individui. A nutrire dubbi, invece, è astato il virologo e ricercatore all’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, che in una videointervista per The Italian Times cita lo scarso campione di soggetti sui quali è stato testato il vaccino e l’esigenza di ulteriori verifiche anche negli stabilimenti russi di sviluppo e produzione. Diversa l’opinione dell’infettivologo Matteo Bassetti dell’ospedale San Martino di Genova, che invece non ne esclude l’impiego. Lo Sputnik V è sviluppato in Russia dal Gamaleya Research Institute of Epidemiology and Microbiology.

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