“Pass” salva-estate

Pass verdi Covid digitali: cosa propone la Commissione Ue per l’estate

La Von der Leyen ha illustrato elementi su cui si basa il modello Ue di passaporto vaccinale, il certificato comune anti-coronavirus disponibile da giugno.

Pass verdi Covid digitali: cosa propone la Commissione Ue per l’estate

È arrivata oggi la proposta della Commissione europea per la creazione ed introduzione di un certificato verde digitale che ha la finalità di facilitare la libera circolazione sicura all’interno dei 27 Paesi dell’Unione per tutta la durata della pandemia del coronavirus.

 

Cos’è il green digital pass

È una prova che un individuo ha anche solo uno dei seguenti requisiti che fanno scattare luce verde per il rilascio del documento digitale:

  • sia stato vaccinato contro il covid-19 oppure

  • abbia ricevuto un risultato negativo del test  covid-19 oppure

  • si sia ripreso completamente dal coronavirus: quindi non sia più positivo ai test

 

 

Come verrà condiviso dalla rete Ue

La Commissione costruirà un gateway per lo scambio dei file e assisterà gli Stati membri nello sviluppo del relativo software in modo che tutti i certificati possano essere verificati da tutte le autorità preposte dai sistemi sanitari europei.

Interoperabile e legalmente vincolante, sarà disponibile da giugno, gratuitamente, in formato digitale o cartaceo. Il codice QR servirà a garantire la sicurezza e l’autenticità del documento, ma anche a raccogliere tutti i dati e le informazioni necessarie sull’avvenuta vaccinazione, oppure altri storici, tra cui il tipo e luogo dei test e durata della malattia (per chi è stato tra i contagi).

 

Revoca delle restrizioni di viaggio

A fianco della Presidente Von der Leyen, sono intervenuti oggi i Commissarii Reynders (Giustizia) e Breton (Mercato Unico) per presentare anche il nuovo pacchetto di misure che revocheranno le limitazioni ai viaggi per pianificare un ritorno alla mobilità con una risposta “sicura e coordinata”. Quindi, ormai è quasi ufficiale: quest’estate, se la situazione epidemiologica lo permetterà – si riprenderà a viaggiare. Ma solo esibendo il tanto atteso (per alcuni) o famigerato (per altri) green digital pass, la prova che certifica a livello europeo che il portatore ha ricevuto il vaccino, è negativo o è immunizzato (ha gli anticorpi ed è guarito).

 

Il punto della Von der Leyen su contratti e consegna dosi

Mentre l’Europa è in attesa del parere dell’EMA (di domani) sulla validità e sicurezza del vaccino AstraZeneca in merito ai recenti casi di potenziali reazioni avverse, Ursula Von der Leyen ha informato che l’azienda britannico-svedese “nel secondo trimestre consegnerà all’Ue 70 milioni di dosi rispetto ai 180 milioni che aveva contrattualmente promesso”. Non troppo grave, se si considera che – da aprile - si potrà compensare il rallentamento e puntare all’immunizzazione del 70% della popolazione adultaentro fine estate” con l’arrivo delle “dosi del vaccino di Johnson&Johnson”. Lo ha detto la Von del Leyen ricordando anche che BionTech-Pfizer e Moderna hanno rispettato gli impegni contrattuali. Nel secondo trimestre, dalla prima sono attese 200 milioni di dosi, 35 milioni dalla seconda e 55 milioni da Johnson&Johnson.

Sul principio di collaborazione tra l’Ue e i produttori anglo-sassoni del siero anticovid, la Von der Leyen ha detto che – diversamente dai rapporti “export” con il Regno Unito – “con gli Stati Uniti c'è reciprocità: (...) c'è un flusso intenso (...) degli ingredienti e di tutte le sostanze o materie che servono per fare i vaccini”.

 

 

Pedicini (eurodeputato): utile per libera circolazione, ma “no ad usi restrittivi”

Adottare il passaporto vaccinale deve voler dire riaprire i confini - superando le limitazioni oggi applicate agli spostamenti nell'area Schengen– ha dichiarato l’eurodeputato Piernicola Pedicini osservando che sarebbe “ben diverso” se il certificato comune si rivelasse uno strumento di “eventuale utilizzo restrittivo, che si estenda all’accesso ai servizi come la ristorazione, i cinema, i teatri. È un uso che non andrebbe consentito e contraddirebbe la logica del documento stesso. Coordinarsi per evitare situazioni del genere è un compito degli Stati membri”, ha concluso, “mi auguro che le indicazioni su questo punto siano univoche”.

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