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Smart working, Brunetta: benvenuto nella Pa ma solo a certe condizioni

Sì del ministro della PA Brunetta allo smart working nel pubblico impiego ma solo a certe condizioni: se migliorerà efficienza lavoro e soddisferà cittadini

Smart working, Brunetta: benvenuto nella Pa ma solo a certe condizioni

Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, apre la porta allo smart working ma solo a certe condizioni.

 

Il lavoro a distanza nel pubblico impiego, spiega il ministro, sarà utilizzato solo se migliorerà l’organizzazione del lavoro, l'efficienza del sistema e se gli utilizzatori dei pubblici servizi risulteranno soddisfatti, altrimenti si torna in presenza.

 

Smart working nella PA, Brunetta: solo se migliora efficienza

Il ministro della PA Renato Brunetta sostiene che “lo smart working è il benvenuto” nella Pubblica Amministrazione ma solo a determinate condizioni. In occasione del convegno "Italia 2021- Competenze per riavviare il futuro" organizzato da Pwc Italia, il ministro non ha parlato solo di concorsi ma anche di lavoro a distanza nella Pubblica amministrazione, mostrandosi aperto a qualsivoglia opzione purché efficiente, ricordando che le nuove modalità andranno disciplinate nei nuovi contratti di lavoro.

 

Il lavoro a distanza, assicura il ministro, sarà assicurato nel pubblico impiego solo se sarà in grado di migliorare il sistema e se gli utenti finali saranno pienamente soddisfatti.

 

Ho dovuto vedere in giro degli sportelli con su scritto: chiuso per smart working. Da lì sono partito per dare la risposta a questa tematica”. Brunetta ha parlato di “una forma di lavoro complessa che mette insieme stili di vita, organizzazione del lavoro, produttività, efficienza, eccetera con la customer satisfaction. Io ho detto ai miei che la pubblica amministrazione utilizzerà lo smart working solo se migliorerà l'organizzazione del lavoro, l'efficienza del lavoro e aumenterà la soddisfazione del cliente. Solo se queste tre cose ci saranno contemporaneamente nel nuovo processo organizzativo ci sarà lo smart working sennò no, si ritornerà sul posto di lavoro”.

 

La mia stella polare sono 60 milioni di cittadini che hanno diritto a servizi efficienti e di qualità”, spiega in un tweet.

 

Pa, Brunetta: lo smart working va inserito nei nuovi contratti di lavoro

Parlando del passato, Brunetta ha osservato che “chi mi ha preceduto in questo ministero ha stabilito quote di utilizzo per lo smart working nella Pubblica amministrazione ma è quanto di peggio si possa fare perché l'uso dello smart working va visto sulla base dell'efficienza e della produttività per i miei clienti, è senza senso dare una percentuale".

 

Naturalmente in piena emergenza Covid "lo smart working nella Pa è stato meglio di niente ma in futuro andrà disciplinato e inserito nei nuovi contratti anche per tutelare i diritti dei lavoratori.

 

Renato Brunetta si è poi soffermato a parlare delle nuove regole semplificate sui concorsi pubblici, recentemente attaccate in quanto considerate discriminatorie sul fronte del censo, ricordando che la Pubblica amministrazione ha necessità di assumere 150 mila persone l’anno per svecchiare l’amministrazione, con il blocco del turn over che ha “svilito e desertificato il proprio capitale umano pubblico.

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