Le società pubbliche strategiche

A fine maggio il ballo delle nomine, da Ferrovie a Cdp fino alla Rai

L’Alta Velocità messa a terra da Battisti al centro degli investimenti per la ripartenza del nostro Paese, alla presidenza Fs è in arrivo una donna

A fine maggio il ballo delle nomine, da Ferrovie a Cdp fino alla Rai

Fra circa un mese sono in programma in prima convocazione le assemblee di Ferrovie e Cdp, ed è probabile che la seconda convocazione (quella buona) sia qualche settimana dopo. Le liste dei consiglieri all’interno dei quali verranno scelti presidenti e amministratori delegati saranno inviate dal Ministero dell’Economia alcuni giorni prima. A catena partirà poi il rinnovo della miriade di società controllate dai due colossi, circa 90 per un totale di oltre 500 poltrone e poltroncine, ivi comprese quelle dei collegi sindacali, disponibili. Trattandosi dei due più importanti pivot pubblici in grado di muovere gli investimenti nel Paese, Mario Draghi com’è suo costume sulle questioni davvero strategiche ascolterà gli aventi diritto ad esprimere il proprio parere, a cominciare dai ministri dell’Economia e delle Infrastrutture, e poi deciderà senza preoccuparsi minimamente delle pressioni che inevitabilmente i partiti faranno.

 

Sulle Ferrovie la scelta di confermare Gianfranco Battisti, alla luce dei risultati sinora conseguiti (il successo dell’Alta Velocità, i conti in ordine nonostante la gran massa di investimenti per estendere la rete alla Napoli-Bari e a Reggio Calabria e i nuovi treni delle tratte regionali), appare nell’ordine delle cose. Oltretutto, la gran parte delle pressioni politiche già esercitate finora soprattutto dai renziani che avrebbero voluto far tornare Renato Mazzoncini si sono già infrante (ove mai potessero avere qualche spiraglio di successo: può un partitino del 2 per cento condizionare la scelta del capo di una delle aziende pubbliche più importanti?) sui due rinvii a giudizio che l’attuale amministratore delegato della municipalizzata A2A ha ricevuto tempo fa per la sua passata esperienza di amministratore di Busitalia a Perugia e Parma e che, a norma di statuto delle Ferrovie, già ebbero il loro peso nel mancato rinnovo del 2018. Novità potrebbero esserci invece alla presidenza dell’azienda di piazza della Croce Rossa: per la prima volta potrebbe essere scelta una donna, e non solo in omaggio alle quote rosa.

 

Più complicato il giudizio che il premier si sta facendo sull’operato di Fabrizio Palermo alla guida della Cassa Depositi e prestiti, certamente un compito reso più difficile dalle interferenze politiche su temi delicati come la questione Autostrade: a due anni dal crollo del ponte Morandi e nonostante il tragico macigno delle 42 vittime e di una rete autostradale tuttora ad una corsia su quasi tutti i viadotti d’Italia (poichè Aspi, mentre la trattativa con Atlantia della famiglia a Benetton è in corso, ha prudenzialmente limitato la circolazione, e quindi il peso complessivo dei veicoli sulle strutture, per evitare crolli), ancora non c’è una decisione nonostante i ripetuti e perentori annunci del governo Conte in materia. L’ultimo colpo di scena è stata qualche settimana fa l’offerta di Florentino Perez, patron di Abertis (dove ci sono anche i Benetton come soci) e del Real Madrid, per rilevare Atlantia. L’alternativa a Palermo è quella, per così dire, “storica”: Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei è molto stimato da Mario Draghi.

 

Per la Rai invece la scadenza è appena più in là, a fine giugno. Per questa partita, è possibile che il premier ascolti un pò di più le indicazioni dei partiti, visto che è tuttora valida la definizione di essi come “azionisti di riferimento” della più importante macchina di comunicazione del Paese: formalmente sono i presidenti di Camera e Senato a doversene occupare. Finora è circolato soprattutto il nome di Eleonora (“Tinny”) Andreatta, già stimata capo di Rai fiction poi passata a Netflix ma con la Rai nel cuore per la carica di amministratore delegato. E certamente ad Enrico Letta, da poco segretario del Pd e già legatissimo al padre Nino, farebbe molto piacere.

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