La fine del blocco dei licenziamenti non si tocca nonostante le richieste delle principali sigle sindacali di prorogarlo fino al 31 luglio 2021 o a fine ottobre.
Non ci sono ragioni che tengano, il premier Draghi e il ministro del Lavoro Orlando sembrano determinati a tenere il punto in vista di una Riforma degli ammortizzatori sociali che possa attutire il colpo.
Il blocco dei licenziamenti non può durare in eterno, quindi il divieto verrà tolto gradualmente, proprio come si sta facendo per le riaperture.
Riforma Ammortizzatori sociali: ministro del Lavoro Orlando incontra sindacati
Entra nel vivo la discussione tra governo e sindacati sulla Riforma degli Ammortizzatori sociali, in vista dello stop al blocco dei licenziamenti fissato da Draghi in due tappe: 1° luglio e 31 ottobre 2021, con questa seconda data riservata ai settori maggiormente penalizzati dalla pandemia.
Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha incontrato ieri le principali sigle sindacali per discutere e accettare proposte sul tema confermando la volontà di includere tutti i lavoratori nel sistema di protezione degli ammortizzatori: 3 milioni di lavoratori in più.
“Apprezziamo la volontà di valorizzare lo strumento dei contratti di solidarietà sia per contrastare i licenziamenti che per governare i processi di trasformazione”, ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti, ribadendo la necessità di intervenire ulteriormente sui temi della durata e della misura di Naspi e Dis-Coll.
“La Naspi è una misura che va necessariamente irrobustita per agevolare ed accompagnare i lavoratori e le lavoratrici nella transizione da un posto di lavoro ad un altro e, inoltre, vanno allungate le durate per i lavoratori più anziani che incontrano le maggiori difficoltà nella ricollocazione”, concorda la Uil.
Il sindacato guidato da Pierpaolo Bombardieri definisce invece “troppo timido” l'approccio del governo nei confronti delle tutele nei casi di perdita dell'occupazione. “Condivisibili gli interventi di rafforzamento delle tutele per lavoratori e lavoratrici con carriere precarie e discontinue. Non condividiamo, invece, lo spostamento in avanti di soli due mesi del decalage che per la Uil deve partire dal dodicesimo mese”.
Blocco licenziamenti: piccoli aggiustamenti ma resta doppio binario
Sulla fine del blocco dei licenziamenti ci potrebbero solo dei piccoli aggiustamenti al doppio binario indicato dal premier Draghi, volti soprattutto ad accentuare la gradualità di cui parlavamo all’inizio.
La discussione tra governo e sindacati potrebbe concentrarsi sui settori da inserire nel primo blocco piuttosto che nel secondo ma anche sulle dimensioni aziendali e sull’’utilizzo delle aziende della cassa integrazione, per far sì che il numero dei licenziamenti sia inizialmente il più basso possibile.
Sulla cassa integrazione, invece, l’idea è quella di aumentare l’assegno di circa 200 euro per retribuzioni mensili fino a circa duemila euro, di estendere la cassa integrazione straordinaria a tutte le imprese e di eliminare la cig in deroga.