Pass “salva-estate”

Covid19, Certificato verde digitale dell’Ue: approvate le linee guida

Nuovo passaggio cruciale per il covid green pass, pronto per giugno. Concordate specifiche tecniche dagli Stati membri e annunciate oggi dalla Commissione.

Covid19, Certificato verde digitale dell’Ue: approvate le linee guida

Ad un mese dalla proposta della Commissione europea per un certificato verde digitale valido in tutta l’Ue, i rappresentanti degli Stati membri della rete eHealth hanno concordato le linee guida che definiscono le principali specifiche tecniche per l’implementazione del sistema di condivisione del pass comune con cui Bruxelles spera di salvare la stagione estiva, gli spostamenti e tante altre attività.7

 

Validità e infrastruttura anti-contraffazione

Il certificato darà luce verde una volta verificata la sua validità, visti anche gli ampi rischi di eventuali contraffazioni o falsificazioni. Problemi ed imprevisti a cui anche l’Unione sta cercando soluzioni. Conterrà una delle seguenti informazioni: l’avvenuta vaccinazione contro il coronavirus oppure una conferma di guarigione dalla malattia oppure il risultato negativo di un test rapido o di un tampone PCR. Per il momento, i test-fai-da-te (quelli eseguibili da casa o direttamente dal paziente stesso) non sono considerati come “prova” ai fini del pass.

Johannes Bahrke, Portavoce dell’Esecutivo Ue per l’Agenda digitale, ha spiegato che questo è un passaggio cruciale per la creazione dell’infrastruttura necessaria all’operatività del green pass. Ecco perché “gli Stati devono mettere in atto le soluzioni tecniche al più presto, in parallelo con il processo legislativo”, ha spiegato “in modo da poter avere il certificato europeo pronto entro giugno”.

 

Certificato di viaggio in Francia

Ma intanto la Francia ha già dato un’accelerata sul fronte “pass digitali”. È il primo Paese Ue ad adottare un sistema di “certificato di viaggio digitale per il coronavirus”, un controverso passaporto elettronico per vaccini simile a quelli introdotti in Israele e in alcune parti degli Stati Uniti. Abbiamo visto le scorse settimane che anche la Danimarca sta per inaugurare il Coronapass. L’app per il pass francese, la TousAntiCovid, debutterà giovedì prossimo, un anno dopo che il concetto è stato ideato a Bruxelles come base per un programma di tracciamento dei contatti. Verrà ampliato per includere anche tutti i dati sui vaccini, con le informazioni pertinenti memorizzate sugli smartphone degli utenti.

 

 

Dati e meccanismi di codifica

La palla è già nel campo delle autorità nazionali chiamate a gestire in tempi stretti le soluzioni tecniche e quanto necessario a progredire con i lavori. La specifica tecnica concordata copre la struttura dei dati e i meccanismi di codifica, compreso il codice QR, che garantirà che tutti i certificati, digitali o cartacei, possano essere letti e verificati da tutti i sistemi nazionali ed autorità sanitarie dell’Ue. Le linee guida descrivono anche il gateway con cui Bruxelles prevede di raccogliere, elaborare e condividere i dati. È qui che si studiano anche aspetti per salvaguardare la privacy e la riservatezza delle informazioni personali e sanitarie dei titolari del certificato. Istituito dalla Commissione, consentirà la condivisione delle chiavi di firma elettronica in modo che l’autenticità dei certificati verdi digitali possa essere verificata dalla rete dei 27. È stato già confermato che nessun dato personale passerà attraverso il gateway, visto che la verifica sarà fatta a monte. Infine, le linee guida forniscono riferimenti per il software dedicato all’emissione del documento ossia il certificato. Ci sarà anche un’app per verificare i certificati e per archiviarli. Spetta tuttavia ai Governi nazionali optare o meno per l’istituzione di questi sistemi.

Dopo una fase pilota a maggio, il gateway europeo dovrebbe essere pronto a partire da giugno per dare il via alla “connessione” con i sistemi nazionali. Persistono dubbi sull'uso e l'efficacia di quello che è stato inizialmente etichettato come un passaporto vaccinale. Le preoccupazioni più diffuse per i decision-maker suggeriscono che questo sistema potrebbe generare potenziali ingiustizie o discriminazione tra chi è già stato immunnizzato e chi non ha ancora avuto accesso al vaccino. Da qui, emergono anche studi e considerazioni su come il famigerato certificato - ma anche tanto atteso - potrebbe cambiare il comportamento e le abitudini delle persone, sia negli spazi pubblici che in quelli privati. Anche qui, come per il siero antivirus, si potrebbe raccomandare - sempre e comunque - che i suoi benefici sono maggiori rispetto agli effetti collaterali.

 

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