Espulsioni pentastellate

M5S, nuovi ostacoli sulla strada dell’ex premier Giuseppe Conte

Il ricorso di Crimi è inammissibile. Anche per la Corte d’Appello di Cagliari il Movimento Cinque Stelle ha un curatore speciale, è l’avvocato Demurtas.

M5S, nuovi ostacoli sulla strada dell’ex premier Giuseppe Conte

Per essere complicata è complicata. Ma, di sicuro, la decisione della Corte d’appello di Cagliari darà voce a tutti gli espulsi dal Movimento Cinque Stelle negli ultimi mesi per mano di Vito Crimi. Il giudice di secondo grado del capoluogo sardo ha dato ragione, infatti, al Tribunale confermando la validità della pronuncia di primo grado. Il Movimento è considerato privo di una guida politica. Il reggente Crimi – dicono i giudici - è decaduto al momento del voto degli iscritti, favorevoli alla nascita di un organo direttivo di natura collegiale. La nomina dell’avvocato Silvio Demurtas come curatore ad acta dei 5S rimane valida fino a quella dei nuovi organi. 

Tutto è partito dal ricorso della consigliera regionale Carla Cuccu contro la sua espulsione.

 

Soddisfatti i legali: “Il collegio ha accolto l’eccezione di inammissibilità del reclamo di Crimi, eccezione fondata su una giurisprudenza granitica. Ora confidiamo che il M5s proceda alla nomina del nuovo legale rappresentante e che questi prenda atto della illegittimità dell’espulsione, come già riconosciuto in via cautelare dal Tribunale di Cagliari”. Il Movimento, o meglio quello che resta dopo il divorzio di Davide Casaleggio dalla fronda di governo, è sempre più in difficoltà. Oltre che sul piano politico, la situazione si complica sotto l’aspetto legaleSì, perché i magistrati hanno confermato che Demurtas è, dunque, l’unico rappresentante legale del Movimento, che ha titolo ad esercitare i poteri assegnati al capo politico fino all’elezione del direttivo. Per l’ex inquilino di Palazzo Chigi, Giuseppe Conte, chiamato a guidare il nuovo Movimento, si tratta di un ulteriore ostacolo sulla via del partito da costruire ex novo, che aspetta statuto, regolamento e leader. 

 

“La verità viene sempre a galla, il reggente non era più capo politico al momento delle espulsioni. Cosa che abbiamo contestato tutti nei ricorsi presentati”, dichiara sulla sua pagina Facebook una espulsa dal M5S, la deputata Manuela Corda. Anche Alessio Villarosa, estromesso dal gruppo parlamentare per non aver votato la fiducia al governo Draghi, interviene. E c’è da espettarsi che altri lo facciano. Il caso della Cuccu segna un pericoloso precedente, se Crimi non aveva titolo alla sua espulsione non ne aveva nemmeno per tutte le altre. Cosa accadrà adesso? I Cinquestelle sono alle strette: difficile accelerare sulla nuova formazione, in un contesto simile e con la base ancora sotto choc per il caso Grillo.  Inoltre, resta sul tavolo la definizione dei rapporti con la piattaforma Rousseau che ha smesso di fornire servizi e che ha in mano la lista degli iscritti. Cosa ne farà Davide Casaleggio di quell’elenco? Fonderà il Movimento 2? La partita è apertissima.

 

Sul piano giuridico il curatore speciale potrebbe, se il Tribunale glielo chiedesse, persino provvedere alla convocazione per l’elezione dell’organo direttivo di 5 membri. Durante gli Stati Generali di dicembre l’assemblea si era espressa chiaramente per affidare il governo dei 5S all’organo collegiale che non è mai stato eletto. Intanto, Crimi ha continuato ad esercitare la sua ‘reggenza’, mentre Conte non è riuscito ancora a sbloccare una situazione oggettivamente ingarbugliata. E in cui i tempi della sua investitura ufficiale a capo politico sembrano allungarsi.

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