Giovani vs Brunetta

Concorsi Pubblica amministrazione, Brunetta dice addio ai concorsisti

Con le nuove regole per i concorsi pubblici, il ministro della PA Brunetta cancella figura dantesca dei concorsisti. Prosegue protesta #ugualiallapartenza

Concorsi Pubblica amministrazione, Brunetta dice addio ai concorsisti

Brunetta contro i “concorsisti”, figura quasi dantesca con la quale definisce i giovani che imparano i quiz a memoria per superare i concorsi pubblici.

 

I concorsi per l’accesso alla Pubblica amministrazione non dovranno più esseri visti “come piatto ricco mi ci ficco”, aggiunge il parlamentare di Forza Italia, cercando invano di placare una protesta che sui social cresce di consensi di giorno in giorno al grido di: #ugualiallapartenza.

 

Concorsi Pubblica Amministrazione: Brunetta dice addio ai concorsisti

Non si placa la polemica nata attorno alla decisione di rivedere le regole di accesso ai concorsi del pubblico impiego, con il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che prova in tutti i modi a difendere le sue scelte a fronte di una protesta social che conta di giorno in giorno sempre più consensi.

 

La riforma dei concorsi pubblici, dichiara il parlamentare di Forza Italia, ha cancellato la figura dei “concorsisti”, ossia di quei giovani che lo "hanno fatto di mestiere, provandoci con tutti concorsi, imparando a memoria i quiz logico-matematici perché questi erano stati la base per selezionare centinaia di migliaia di giovani che partecipavano ai concorsi. Un errore tirava l’altro ma io ho voluto cambiare tutto questo”, ha ribadito il ministro creando una figura quasi dantesca.

 

Dopo le accuse mosse da molti sulla incostituzionalità della riforma giudicata classista, il ministro Brunetta ha ricordato le sue umili origini, precisando però che i concorsi pubblici non dovranno più esseri visti “come piatto ricco mi ci ficco”.

 

Brunetta difende nuove regole concorsi PA da protesta #ugualiallapartenza

Le regole vanno cambiate a causa delle selezioni troppo lunghe (4-5 anni la durata media) e della necessità di un immediato turnover in vista dei fondi europei del Recovery Fund.

 

Faremo concorsi semplificati, mai più carta e penna, tutto digitale e in 100 giorni, per consentire di fare 2-3 concorsi l’anno in ragione delle loro esigenze e con posizioni certe”, ha spiegato il ministro “senza timore di usare anche lo strumento del tempo determinato per i ruoli di ingresso, come è prassi internazionale”. “Questo è già cambiato, è già legge”, ha sottolineato orgoglioso Brunetta convinto che in tal modo si metterà “sempre più al centro il merito la formazione, la qualità e la volontà di apprendere perché non è sempre stato così”.

 

Eppure proprio sulla discriminazione in base al merito si basa la protesta di

#ugualiallapartenza, sottolineando l’impossibilità di dimostrare quanto si vale senza la preselezione, visto che a mandare avanti sono i titoli post-laurea che non proprio tutti possono economicamente permettersi.

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