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Blocco licenziamenti, salta proroga agosto su pressioni Confindustria

Nel Decreto Sostegni bis salta la tappa intermedia del 28 agosto per progressiva fine blocco licenziamenti su pressioni Confindustria. Mediazione Draghi

Blocco licenziamenti, salta proroga agosto su pressioni Confindustria

È polemica sul ritiro in extremis dal Decreto Sostegni bis della tappa intermedia del 28 agosto 2021 per la progressiva fine del blocco dei licenziamenti.

 

A far cedere il governo sarebbero state le pressioni di Confindustria e del centrodestra. Preoccupati i sindacati, che parlano di una posizione “inaccettabile e socialmente pericolosa”.

 

Salta blocco licenziamenti ad agosto su pressioni Confindustria

Erano tre le tappe sulla fine del blocco dei licenziamenti che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, aveva ipotizzato per un ritorno alla “normalità” dopo la crisi economica Covid.

 

Le date previste per la progressiva fine dello stop ai licenziamenti erano state fissate al 1 luglio per le grandi imprese che non ricorrono alla cassa integrazione, al 28 agosto per le imprese che ricorrono alla cig in giugno e al 31 ottobre per le aziende più piccole.

 

Qualcosa o qualcuno ha però fatto saltare i piani del ministro, con il governo che in extremis ha deciso di eliminare dal Decreto Sostegni bis la tappa intermedia del 28 agosto, sollevando una polemica su una presunta cospirazione da parte del ministro Orlando accusato persino di aver agito da solo per introdurre la misura ingannando l’esecutivo.

 

A far saltare questi 60 giorni in più sarebbero state le pressioni di Confindustria, che da tempo chiede all’esecutivo la fine del blocco dei licenziamenti contrapponendosi ai sindacati che invece avrebbero voluto un prolungamento della misura per tutti fino a fine ottobre.

 

Scontro sindacati Confindustria, la mediazione di Draghi

Diverse le posizioni all’interno del governo sulla fine del blocco dei licenziamenti, con i senatori del Movimento 5 stelle, ad esempio, che ritenevano necessaria una proroga fino a fine anno “per mettere in sicurezza lavoratori e imprese e traghettare il Paese nella ripartenza nel 2022”.

 

Nella stessa coalizione di governo Lega e Forza Italia, invece, hanno sin da subito sostenuto la linea di Confindustria creando una spaccatura nella maggioranza.

 

Preoccupati i sindacati: Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta fanno sapere che la posizione di Confindustria sul blocco dei licenziamenti è “inaccettabile e socialmente pericolosa”. L’associazione di rappresentanza delle imprese manufatturiere e di servizi in Italia “si ostina a rifiutare la proroga del blocco dei licenziamenti in questa fase, tanto più alla luce dei finanziamenti di carattere sia generale sia specifici, destinati alle aziende e mai selettivi. Non possiamo assolutamente permetterci il rischio della perdita di ulteriori centinaia di migliaia di posti di lavoro”, tuonano le confederazioni sindacali ipotizzando 500 mila nuovi disoccupati con la rimozione del blocco.

 

A dirimere la questione anche questa volta il premier Draghi con una mediazione, una soluzione di compromesso per tenere compatta la maggioranza di governo: l'utilizzo della cassa integrazione gratuita per tutto il 2021 per le grandi imprese che eviteranno i licenziamenti mentre per le piccole e medie imprese il blocco dovrebbe restare fino al 31 ottobre 2021.

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