Ipotesi di riforma

Cartelle esattoriali e Riscossione: debiti cancellati dopo 5 anni

Allo studio del Tesoro una Riforma della Riscossione per svuotare il magazzino ex Equitalia da crediti inesigibili. Si punta a cancellare debiti dopo 5 anni

Cartelle esattoriali e Riscossione: debiti cancellati dopo 5 anni

Il condono delle cartelle esattoriali del primo Decreto Sostegni non basta a mettere ordine nel magazzino ex Equitalia.

 

Allo studio del Tesoro una Riforma della Riscossione, che interessa circa 18 milioni di italiani per un totale da recuperare che oltrepassa un miliardo di euro. Si tratta di multe, contributi, imposte riferite a tempi lontani ma anche di 160 milioni di cartelle esattoriali relative al periodo 2000-2015.

 

Tesoro alle prese con Riforma riscossione: cancellare debiti dopo 5 anni  

Il magazzino ex Equitalia è stracolmo di atti fiscali anche a causa del blocco dell’attività di riscossione deciso da marzo 2020 per la pandemia. “Lo Stato non ha funzionato, uno Stato che ha permesso l’accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa”, ha dichiarato il premier Mario Draghi anticipando la necessità di una Riforma della Riscossione.

 

Il condono fino a 5 mila euro del Decreto Sostegni è solo la prima parte del piano che il governo intende attuare. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, sta preparando una Riforma da presentare in Parlamento che indichi i criteri per procedere alla revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi.

 

Secondo alcune indiscrezioni il Tesoro potrebbe darsi 5 anni, 60 mesi di tempo, per riscuotere i debiti sinora non recuperati per poi mandare tutto al macero e mettere fine all’eterna caccia ai cittadini morosi. Basti sapere che ad oggi i crediti relativi all’anno 2000 potranno essere cancellati solamente tra 22 anni, quasi mezzo secolo.

 

Proposte di Riforma per la Riscossione delle cartelle esattoriali

Sulle cartelle esattoriali, la Corte dei Conti ha proposto misure che contemplano il pignoramento della prima casa e la possibilità dell’Agenzia delle Entrate di conoscere tutti i segreti dei conti correnti dei cittadini.

 

Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che ha parlato di norme troppo rigide a tutela del contribuente che limitano l’attività di riscossione e della necessità di modulare l’azione di recupero sulla base di ogni singolo caso, seguendo una logica di convenienza finanziaria.

 

Sinora, infatti, le azioni di recupero sono state talmente tante da assumere a volte solo carattere formale. L’idea è quella di pianificare l’attività di riscossione per ottimizzarla al meglio sulla base dei mezzi a disposizione, seguendo il principio dell’efficacia e dell’efficienza.

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