Tragedia del Mottarone

Strage di Stresa, l’audio shock della telefonata: “Cade una cabina”

Attimi di concitazione tra un’operatrice del 118 e i carabinieri di Verbania il 23 maggio. Intanto bufera sui giudici, dopo la sostituzione del Gip

Strage di Stresa, l’audio shock della telefonata: “Cade una cabina”

È caduta una cabina della funivia a Stresa, si è schiantata in cima al Mottarone, che casino…che casino”.

Così in un audio di una telefonata, effettuata da un’operatrice del 118 che parla con i carabinieri di Verbania, nei momenti concitati che seguono l’incidente di Stresa, domenica 23 maggio.

 

La cabina numero 3 della funivia sul Lago Maggiore era appena precipitata, a bordo c'erano 15 persone, delle quali poi 14 moriranno.

Quelle parole sono ora nel fascicolo degli inquirenti, che intanto proseguono con gli accertamenti sulla dinamica e le responsabilità della strage, costata la vita a 14 persone.

 

L’unico sopravvissuto, Eitan, 5 anni, è ancora ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino, assistito dalla zia paterna e da una psicologa. Nell’incidente ha perso tutta la famiglia, di origini israeliane.

 

L’audio della telefonata al momento della tragedia

Regna la confusione nei primi momenti dopo l’incidente alla funivia Stresa-Motterone e la conferma arriva all’audio di una telefonata tra un’operatrice del 118 e i carabinieri di Verbania, dalla quale si capisce come fosse complicato decidere il punto e le modalità di intervento.

 

“È il 118, salve. Stiamo mandando un po' di mezzi, quelli che riusciamo a recuperare. Non so se vi hanno detto, a Stresa pare sia caduta una cabina... aspetti, scusi un attimo.... si è schiantata una cabina... è caduta una cabina alla funivia di Stresa".

 

Sono questi i primi passaggi di una telefonata con la quale, appena dopo le 12 di domenica 23 maggio, l’operatrice del pronto intervento comunica l’accaduto ai militari. Una conversazione che dura meno di tre minuti e si interrompe spesso. "Sto mandando la medicalizzata, mando l'elicottero... ok, mandiamo la medicalizzata e i vigili del fuoco" dice la donna ai colleghi della centrale. "Ma è sopra, in cima al Mottarone, quindi?", chiede. "E' sopra in cima..." "Alpino o Mottarone?" chiede il carabiniere. "Mi dicono in cima al Mottarone - è la risposta - che casino che casino...".

 

“Pare che la cabina sia caduta in mezzo al bosco e non sia neanche raggiungibile da un mezzo via terra, all’interno c’erano almeno sei persone non sappiamo le condizioni sicuramente sono gravissime”, le ultime parole della donna che insieme alla squadra del 118 coordinerà l’intervento dei soccorsi. “Al momento so che è caduta la cabina di una funivia ma non so dove”, riferisce un militare a un collega, mentre è al telefono con il numero di emergenza e attende maggiori dettagli.

 

Polemiche sul cambio del giudice

Intanto infuriano le polemiche dopo che il magistrato Donatella Banci Buonamici, che aveva scarcerato due dei tre fermati nell'indagine sull'incidente della funivia, è stato cambiato. Una decisione presa a sua insaputa dal presidente del Tribunale di Verbania, Luigi Maria Montefusco.

 

Ufficialmente Montefusco spiega che Buonamici ha finito la sua supplenza nel ruolo di Gip nei confronti della titolare, Elena Ceriotti, a cui erano stati concessi quattro mesi di “esonero dalla funzione” a causa della “grave sofferenza del suo ufficio”. Adesso dovrà decidere sulla richiesta della Procura di annullare le scarcerazioni della collega, che avevano a loro volta scatenato qualche critica.

 

I legali degli indagati, però, sono sul piede di guerra e potrebbero presentare un'istanza di “legittima suspicione”, ritenendo il Gip non sufficientemente “sereno” per decidere.

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