Riforma previdenziale

Pensioni 2022, al via confronto governo-sindacati per dopo Quota 100

Al via oggi il primo tavolo di confronto tra il ministro del Lavoro Orlando e i sindacati sul tema della Riforma delle Pensioni in vista scadenza Quota 100

Pensioni 2022, al via confronto governo-sindacati per dopo Quota 100

Si apre oggi, martedì 27 luglio 2021, il tavolo di confronto governo sindacati sulla Riforma delle Pensioni 2021 da attuare necessariamente entro la fine dell’anno in vista della scadenza naturale di Quota 100.

 

Molte le opzioni al vaglio: Quota 41 per tutti, Quota 64 e Quota 67. Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, boccia la prima ritenendola “troppo costosa”.

 

Riforma Pensioni 2022, oggi primo incontro Orlando - sindacati

Si preannuncia un autunno caldo sul fronte delle pensioni, in vista della Riforma previdenziale da varare con la legge di Bilancio ad ottobre per evitare lo scalone di 5 anni (da 62 a 67 anni di età) che si verrà a creare con la scadenza naturale della misura sperimentale Quota 100, non più rinnovabile.

 

Oggi, martedì 27 luglio, si tiene il primo incontro tra il Ministro del Lavoro Andrea Orlando e i sindacati. Molto probabilmente si tratterà di un incontro preliminare in vista di uno scambio di vedute più approfondito al rientro dalle vacanze estive.

 

Pensioni, cosa succederà dopo Quota 100, Opzione Donna e Ape Sociale? 

Molte le ipotesi formulate sinora per la Riforma delle Pensioni 2022, tra le quali sembra trovare maggiori consensi Quota 41 per tutti, ossia una misura che permette di lasciare il mondo del lavoro con 41 anni di contributi versati e senza alcun limite di età.

La misura è stata definita “troppo costosa” dal presidente Inps, Pasquale Tridico, mentre per altri penalizzerebbe i lavoratori discontinui, tra cui le donne.

 

Secondo le stime dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Quota 41 per tutti verrebbe a costare 4,3 miliardi nel 2022 per arrivare a 9,2 miliardi a fine decennio, pari allo 0,4% del Prodotto Interno Lordo.

 

Sul tavolo ci sono anche altre opzioni, come Quota 64 per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro tutta contributiva a 64 anni e con 36 anni di contributi e Quota 63 che prevede un anticipo pensionistico per la sola quota di pensione contributiva maturata al raggiungimento dei 63 anni di età (20 anni di versamenti) e con la parte retributiva da corrispondere dopo il compimento dei 67 anni. Quest’ultima misura costerebbe “meno di 500 milioni nel 2022 e raggiungerebbe il massimo costo nel 2029 con 2,4 miliardi”, specifica Tridico mentre l’impatto finanziario di Quota 64 sarebbe di 1,2 miliardi di euro il primo anno con un picco di 4,7 miliardi nel settimo anno.

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