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Pensioni 2022, cosa cambia anche senza la Riforma previdenziale

Come cambiano le pensioni nel 2022 in assenza di una Riforma. Addio a Quota 100 e Ape Social: si torna ai 67 anni della Legge Fornero ma non per tutti

Pensioni 2022, cosa cambia anche senza la Riforma previdenziale

Allo studio del governo una Riforma delle Pensioni 2022 per evitare lo scalone di 5 anni della Legge Fornero.

 

Cosa succederebbe in assenza di una Riforma? Da gennaio 2022 ci saranno in ogni caso cambiamenti importanti nel sistema previdenziale vista la scadenza naturale non solo della misura sperimentale Quota 100 ma anche di Ape Social.

 

Non tutti andranno in pensione a 67 anni grazie a pensionamento anticipato con 42 anni di contributi versati e Quota 41 per precoci.

 

Pensioni: senza Riforma addio a Quota 100 e Ape social nel 2022

Il tema delle pensioni resta centrale nell’attività del governo visto che a partire dal nuovo anno scadrà non solo Quota 100 ma anche Ape Social.

La prima misura permette di lasciare il mondo del lavoro anticipatamente se si hanno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati mentre la seconda permette il pensionamento anticipato a coloro che hanno compiuto 63 anni e hanno versato 30 o 36 anni di contributi.

 

Cosa cambia dal 1 gennaio 2022 in assenza di una Riforma delle Pensioni 2022? Queste due misure spariranno e si tornerà alla Legge Fornero che fissa a 67 anni l’età della pensione di vecchiaia (20 anni di contributi), creando uno scalone di 5 anni che penalizza i futuri pensionati.

 

Prevista anche la possibilità di pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne e Quota 41 per i lavoratori precoci.

 

Pensioni 2022, serve flessibilità. Ipotesi Quota 41 per tutti

Queste opzioni penalizzano i futuri pensionati, considerando anche i drastici cambiamenti nel mondo del lavoro sempre più caratterizzato da precarietà e discontinuità.

 

La Riforma delle Pensioni 2022 diventa così imprescindibile ma come saranno le pensioni del futuro? I sindacati puntano sulla flessibilità attorno ai 62/64 anni di età e ad una particolare attenzione per donne, fragili, precoci e gravosi senza dimenticare i giovani.

 

Tra le varie opzioni di cui si sente parlare sembra trovare consensi Quota 41 per tutti, ossia la possibilità di estendere a tutti senza vincoli di età il pensionamento a coloro che hanno versato 41 anni di contributi. Questa scelta, però, andrebbe a penalizzare le donne e i giovani, che a differenza degli altri non possono sempre contare su una carriera lavorativa di lungo corso.

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