La chiusura del Meeting di Rimini

Il lavoro che cambia chiave per il futuro (sostenibile) da immaginare

Il ministro Giancarlo Giorgetti, Stefano Lucchini di Intesa e Luigi Gubitosi di Tim rilanciano programmazione, digitale, ruolo dei giovani e della politica

Il lavoro che cambia chiave per il futuro (sostenibile) da immaginare

Il Meeting di Rimini, edizione che ha visto tutti i leader politici presenti (eccetto Mario Draghi che ha fatto discutere sul suo intervento di un anno fa) e i messaggi di Papa Francesco e Sergio Mattarella, si è chiuso con uno scoppiettante dibattito tra Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo, Stefano Lucchini in rappresentanza di Intesa San Paolo, Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim, e Luca Ruini, capo di Conai. L’Italia ha meno persone occupate della media europea, ha più giovani che non studiano nè lavorano degli altri partner comunitari e, in più, non riesce a far incontrare come si deve la domanda e l’offerta di lavoro. 

 

La ricetta di Giorgetti è semplice: la sostenibilità stavolta deve essere insieme economica, sociale e ambientale perchè se viene meno solo una gamba di questo tavolo le cose non funzionano, visto che negli anni della ricostruzione e del boom venne privilegiato l’aspetto economico e del profitto, poi quello sociale e, infine, oggi l’accento è sull’ambiente. 

 

Stefano Lucchini si è rivolto con passione ai giovani attraverso la frase di Enrico Mattei (“il futuro è di chi lo sa immaginare”), esortando la politica ad aprire una nuova stagione di programmazione economica che parta proprio dai bisogni dei giovani e dalla demografia per individuare le professionalità e gli skills che servono. Ed ha fatto anche l’esempio di Masterchef, format che ha ridato smalto alla professione di cuoco che qualche anno fa era disertata dagli italiani, per chiedere il rilancio degli Istituti tecnici professionali (nel abbiamo circa 700 mentre la Germania ne ha ottomila) e dare dignità e anche glamour a mestieri che restano centrali e devono avere la stessa possibilità di percorso universitario dei licei. Ha elencato alcune delle iniziative più importanti di Intesa San Paolo a favore dei giovani (accanto ai 400 miliardi di ossigeno all’economia e al forte sostegno alle strutture sanitarie durante la pandemia), ha citato il Keynes della lettera sulle “prospettive economiche dei nostri nipoti” e la frase forte e fiduciosa di Papa Francesco: “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. 

 

Per Luigi Gubitosi la pandemia è stato un “enorme choc" ma nel futuro "dovremo rendere sicuri i luoghi di lavoro e per questo il Green pass dovrebbe essere sempre più diffuso. Abbiamo davanti un quinquennio in cui si dovra' sviluppare una serie di interventi e poi un periodo in cui raccogliere i frutti: questo periodo (quello della transizione digitale ed ecologica) deve innestare un volano perchè l'Italia ha bisogno di crescere economicamente non allo zero virgola. Il periodo Covid si innesta in un periodo di lunga trasformazione, anche se l'Italia non lo ha notato piu' di tanto. La tecnologia puo' essere un alleato ma bisogna ricordarsi, ha sottolineato il manager, di essere in un contesto competitivo anche se oggi ci sono i fondi per fare tutte le riforme necessarie, con l'istruzione come grande protagonista, e quello delle competenze e' uno dei pilastri”. 

 

Alla fine, Giorgio Vittadini, che ha ideato e moderato tutte le giornate del Meeting dedicate al lavoro, era stanco ma molto soddisfatto di come Giorgetti, Lucchini e Gubitosi avevano concluso il filo rosso dei dibattiti dedicati al tema, dibattito che in buona parte ha risposto al “dialogo mancato con le ferite del Paese”, che lui stesso aveva rimproverato ai leader politici che ieri si erano confrontati al Meeting. 

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