Covid e bambini

Vaccino 5-11 anni, pronta la richiesta di autorizzazione in Usa e Ue

Pfizer e Biontech comunicano i risultati dei test clinici: “Vaccino sicuro e ben tollerato”. Verso il via libera a fine ottobre negli Usa. Sì dai pediatri

Vaccino 5-11 anni, pronta la richiesta di autorizzazione in Usa e Ue

L’annuncio era atteso da qualche settimana ed è arrivato: i test clinici sul vaccino a mRna di Pfizer e BioNTech hanno dato risultati giudicati positivamente dalle due aziende, che sono pronte a chiedere l’autorizzazione alla somministrazione nei bambini tra i 5 e gli 11 anni, agli enti regolatori americano (Fda) ed europeo (Ema).

Il via libera negli Usa potrebbe arrivare già per fine ottobre. È previsto un dosaggio inferiore e pari a un terzo.

 

Pzifer e BioNTech: “Vaccino sicuro e ben tollerato”

L’azienda americana e quella tedesca hanno definito il proprio composto “sicuro, ben tollerato” e in grado di fornire una risposta immunitaria “robusta” nei bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. La dose somministrata al campione impiegato negli studi clinici (2.200 bambini in tutto) è un terzo di quella prevista negli adulti. Ora Pfizer e BioNTech chiederanno l’autorizzazione agli enti regolatori statunitense, la Food and Drug Administration, ed europeo, l’Ema, “Il prima possibile”. Si stima che il via libera possa arrivare forse già entro la fine di ottobre negli Stati Uniti, mentre in Europa si attendono i dati.

“La valutazione da parte nostra prenderà 3-4 settimane. A inizio novembre dovrebbe arrivare anche Moderna. Poi si scenderà d’età, fino ad arrivare ai neonati” aveva chiarito nei giorni in un’intervista Marco Cavaleri, responsabile della task force per i vaccini e le terapie anti-Covid dell’Ema.

 

Le reazioni: frena Burioni, entusiasta Silvestri

Per il virologo Roberto Burioni, docente all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, si tratta di “Buone notizie: Pfizer ha presentato i dati sul vaccino nei bambini 5-12 anni con una dose ridotta, efficacia ed effetti collaterali sembrano sovrapponibili a quanto visto negli adulti (ottima cosa)”. Non mancano, però, i limiti, sottolineati dallo stesso virologo: “Cattiva notizia: i dati si riferiscono a uno studio su 2200 bambini. Pochi”. Burioni ha considerato questo un “numero secondo me troppo ristretto di soggetti”.

Entusiasta, invece, il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, che su Facebook ha annunciato “con grande orgoglio” che allo studio ha partecipato “anche mio figlio Nicholas di quasi 11 anni”. Secondo Silvestri, “questo studio è una tappa essenziale nella grande marcia verso la vaccinazione universale contro Covid-19, che riteniamo necessaria sia per ridurre sempre più i danni causati da questo virus molto trasmissibile e clinicamente insidioso, e sia per eliminare una volta per tutte ogni tentazione di affrontare questa malattia con interventi 'non-farmacologici' (le cosiddette chiusure) di efficacia modesta ed effetti collaterali enormi”.

“Soddisfazione” è stata espressa, poi, da Annamaria Staiano, Presidente della Società italiana di pediatria (Sip), che però ha invitato alla cautela perché “tale valutazione (quella positiva sui test clinici delle due aziende, NdR) va confermata dalle agenzie regolatorie preposte a valutare la validità della sperimentazione fatta”.

 

Perché vaccinare i bambini

Secondo Staiano, i bambini “vanno vaccinati contro questo virus, a fronte di un vaccino autorizzato, perché continuano a rappresentare un serbatoio per la diffusione del virus nell’ambiente. Ma vanno vaccinati anche per una protezione nei loro stessi confronti. Infatti, anche se in rari casi, pure tra i bambini si sono avute manifestazioni severe della malattia”.

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