Le pagelle di serie A

Il Milan vince a fatica, decisivi Brahim, Theo e i cambi di Pioli

Dopo un primo tempo con poche occasioni da gol, i rossoneri si sbloccano nella ripresa e riescono a portare a casa 3 punti, raggiungendo l’Inter in vetta

Il Milan vince a fatica, decisivi Brahim, Theo e i cambi di Pioli

Il Milan vince con un Venezia più faticoso del previsto: gara senza tiri in porta nella prima frazione e pochissime risposte decisive dai titolari schierati in campo. La differenza la fanno i sostituti, come Hernandez, che entrano e decidono la partita. In un periodo con così tante gare, a volte, contano solo i tre punti, e i rossoneri non falliscono mai contro avversari meno insidiosi

 

Le pagelle del Milan:

Mike Maignan voto 6: Si potrebbe definire quasi un eufemismo dargli un voto, visto che gli unici palloni che tocca sono nel palleggio con la squadra. Non para praticamente nulla, giocando da play aggiunto.

 

Mattia Gabbia voto 6: Sotto un punto di vista di tecnico, il giocatore cresciuto nel vivaio rossonero ha fornito anche una discreta partita, impostando diverse volte da dietro e tentando di rischiare la giocata, con lanci per gli attaccanti. La sua fragilità esce quando si tratta di marcare, perdendosi più volte l’uomo nel cuore dell’area. Viene sostituito in un frangente in cui gli avversari sfuggivano con troppa facilità.

 

Tomori voto 6: È il muro di questa squadra e quando entra alza pesantemente il livello difensivo. Bravo nel saltare alto in mediana, facendo più volte ripartire i suoi).

 

Alessio Romagnoli voto 6,5: Più “sporco” del suo compagno di reparto, preferendo pulire l’area, piuttosto che rischiare nell’impostazione. Un po’ frettoloso talvolta nel forzare la giocata, buttando al vento diverse opportunità di palleggio. Indubbiamente le poche gare giocate non lo rendono felice, soprattutto quando ci si dimentica che il capitano è ancora lui. Rimane comunque un buon innesto, che giocherebbe titolare in tante gare, se rimanesse maggiormente concentrato in tutti i frangenti di gara. Come fa Kjaer.

 

Ballo-Touré voto 6: Timido in questa sua prima gara a San Siro. Si propone poco, preferendo aspettare gli avversari. Quando viene puntato mostra anche qualcosa di interessante, soprattutto nell'uno contro uno. Manca ancora quella cattiveria che fa la differenza in uno schema offensivo, come quello di Pioli. (

 

Hernandez voto 7: entra e fornisce un cross perfetto per il goal del vantaggio. Fa esattamente in un’azione ciò che Touré non ha mai fatto durante la gara: inserimento dietro la difesa e pallone delicato nel cuore dell’area. Chiude la gara con un goal dei suoi, dimostrando il perché lo si definisce il “top player” della rosa. Chapeau)

 

Pierre Kalulu voto 6: Fa una gara di grande sacrificio, cambiando addirittura più volte il ruolo in campo. Si adatta in entrambe le fasi, giocando con coraggio. Il problema si evidenzia nella sua inesperienza, dove commette errori davvero banali, ma talvolta dolorosi. Sbaglia il tempo nelle coperture, rimando spesso alto, e quando si tratta di attaccare, erra anche diversi cross in mezzo. Giusto dargli delle chance, ma deve crescere ancora tanto.

 

Sandro Tonali voto 7: È vero, tanti sono gli errori che commette durante la gara il play bresciano, ma la sua crescita è palesemente l'inizio di un percorso luminoso, e con un posto fisso in questo Milan. È versatile, rapido, onnipresente e molto tecnico. Tra i vari centrocampisti è il più dotato nel giocate di precisione, con tanti palloni scaricati in avanti. Preferisce rischiare, ma proporre, piuttosto che temporeggiare con i difensori. Sta uscendo fuori quel coraggio che nella scorsa stagione non era emerso, e che sta facendo tutta la differenza nel suo gioco.

 

Ismael Bennacer voto 6: Se da una parte non è più lo stesso giocatore che aveva fatto innamorare il pubblico rossonero qualche anno, bisogna comunque ammettere che il suo senso di sacrificio è immenso, e riesce a giocare correttamente in tutti i reparti dello schema tattico. Fa troppo il compitino” , senza mai fare una giocata personale, che magari cambierebbe il flusso della gara. Ha perso lentamente quell’onda offensiva che lo metteva di più nel cuore dell'azione, ma è altruista nel giocare gran parte di gara da difensore centrale.

 

Brahim Diaz voto 7,5: Contro ogni aspettativa questa squadra si sta facendo trascinare anche dallo spagnolo. Sembrava molto acerbo per la maglia che porta sul petto, e il numero in particolare modo, ma sta dimostrando di poter accelerare continuamente la sua crescita, divenendo un punto cardine del team. Bravo nel puntare l'uomo e destreggiarsi sia sulla trequarti che all'esterno. Crea tanto e decide la gara. Una bella sorpresa che non deve spegnersi, vista la sua importanza per Pioli.

 

Alessandro Florenzi voto 5,5: Pioli gli da una bella possibile da attaccante esterno titolare, e lui non la sfrutta appieno. Si fa trovare sempre, in tante diverse situazioni, ma sbaglia ogni soluzione che tenta. Non è pericoloso quando attacca, e rimane troppo basso, lasciando i suoi in inferiorità numerica nella fase offensiva. Probabilmente il ruolo da terzino a tutta fascia da maggiori sicurezze al ragazzo di Roma, ma ad oggi sembra ancora lontano dalle migliori condizioni.

 

Rafael Leao voto 6,5: Questo Milan sta diventando in un certo senso “Leao dipendente”. Le sue giocate sono di livello molto più elevato in confronto alle scorse stagioni e la sua sicurezza nel giocare con intelligenza lo contraddistingue in tutte le gare. Potrebbe fare di più sotto porta, e anche nell'ultimo passaggio dove esce ancora un po’ il suo lato “egoistico”. Detto ciò, ad oggi è essenziale e probabilmente diventerà una scommessa vinta per la società.

 

Ante Rebic voto 6: Sicuramente rimane un giocatore importante per Pioli, ma se gioca così il posto da titolare lo vede con il binocolo. Troppo poco decisioni quando si tratta di incidere nel cuore dell’area, a differenza dei suoi compagni di reparto, che fanno la differenza. Fa i suoi goal, ma quando non è in gara sbaglia tanto, forse troppo, per il peso del suo ruolo. Può fare di più se ambisce a scalare le gerarchie.

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