Serie A

Le pagelle della Lazio alla decima giornata: ancora Pedro protagonista

Finisce 1-0 per la Lazio all’Olimpico contro la Fiorentina di Italiano, con Sarri che ritrova la vittoria dopo il brutto stop di Verona e i giorni di ritiro

Le pagelle della Lazio alla decima giornata: ancora Pedro protagonista

La Lazio di Sarri si rialza dopo la terribile sconfitta subita a Verona, riportando a casa tre punti essenziali contro l'ottima Fiorentina di Italiano. Sù gli scudi Pedro e Felipe Anderson, che tecnicamente sono superiori alla media generale del gruppo. Milinkovic e Immobile leader della squadra, portano forza e morale alle idee tattiche di Sarri. Si infortuna ancora una volta Felipe Ramos. Male Alberto: venti metri dietro alla trequarti soffre troppo.

 

Le pagelle della Lazio:

Pepe Reina voto 6: Nel gioco di Sarri è necessario un giocatore come lui, vista la duttilità nel gestire il possesso con i suoi piedi educati. È partecipe nel goal del vantaggio grazie alla lucidità nel ripartire subito, dando spazio ai suoi. Sulle palle alte opta sempre per i pugni, non rischiando mai di bloccare la palla, seppur non pericolosa. Il suo limite forse sta proprio lì: non voler mai fare le cose più basilari in maniera semplice, preferendo soluzioni non sempre felici. Rischia di perdere la sfera due volte e sulle carambole in area non si lancia mai. Un portiere all'antica.

 

Adam Marusic voto 5,5: Nella fragile retroguardia laziale, lui è senza dubbio quello più in difficoltà tra tutti: fatica nel controllo palla e nella gestione delle marcature, che troppe volte perde a causa della poca precisione nel mantenere la posizione. Non si dimostra migliore di Hysaj, perdendo spesso il duello con Callejon, avversario più difficile del previsto da trattenere. Il suo ruolo, vista la corsa e il discreto tiro, sembrerebbe essere maggiormente in fase offensiva, dove può realmente rappresentare una soluzione alternativa, che dietro, dove fatica anche in fase d’impostazione.

 

Francesco Acerbi voto 6: Indubbiamente a Verona era mancata la sua presenza, soprattutto in fase di elevazione sui traversoni in mezzo. Anche contro Vlahovic se la cava quando si tratta di anticipare, ma a livello di velocità sta perdendo tanta lucidità. L'età avanza e lui comincia a sentirne il peso, sbagliando quelle piccole cose che prima faceva in maniera perfetta e che rischiano ora di fare la differenza in gara. Con i piedi sempre bene, un regista aggiunto. Ad oggi importante, ma per il futuro la società deve guardarsi intorno per forza di cose.

 

Luiz Felipe voto 6,5: Sta diventando un difensore sempre più completo, capace di associare grandi letture difensive, ad una tecnica essenziale per le idee di gioco dell'allenatore. Si propone con costanza in avanti, giungendo talvolta sino al limite dell’area. È pericoloso sui calci piazzati, dove lascia il segno sulle palle carambolate da Luis Alberto. Il suo limite rimane il fisico: ennesimo infortunio, che condizionerà la sua stagione, finora ottimale.

 

Manuel Lazzarri voto 6,5: Dopo mesi di assenza, finalmente il terzino ex Spal torna a disposizione del team, nelle sue condizioni migliori. Corre sempre come un treno e le occasioni più importanti arrivano dalle sue parti. Si butta spesso per vie centrali, cercando anche qualche soluzione personale, pericolosa. Deve migliorare in fase difensiva, dove spesso si perde sul posizionamento. In generale è un ritorno essenziale per tutti, vista la sua velocità infermabile e la prontezza nell’uno contro uno. 

 

Sergej Milinkovic-Savic voto 6,5: Due facce in una singola partita: un primo tempo in cui si prende i rimproveri, più che giusti, del tecnico toscano e una ripresa in cui è decisivo con giocate da campione e un assist fondamentale. Se nella prima frazione ha peccato d’impegno, giocando in maniera leziosa e poco convincente, nel secondo tempo si inventa un passaggio fantastico per Pedro, anticipa costantemente Torreira nelle giocate e offre due/tre palle goal invianti. Con una mentalità più ferrea è il top players del team.

 

Luis Alberto voto 5: Fa un primo tempo, ancora una volta, non ai livelli a cui siamo tutti abituati. Sembrerebbe sempre affaticato, a tratti anche fuori forma e con pochissima voglia di combattere insieme al resto della squadra: spesso si muove in maniera svogliata, limitando le sue doti da fenomeno. Potrebbe essere un faro per questa Lazio confusa, invece si fa trascinare dal suo orgoglio e dalle sue ambizioni, non in linea con quelle della società. Gestione difficile per il tecnico. 

 

Danilo Cataldi voto 6,5: Sta trovando lo spazio che forse meritava da anni. Sarri rivede in lui l'erede di Leiva, con le giuste valutazioni tecniche, è un atleta che garantisce sempre la prestazione. Ragiona durante il possesso accelerando il giro palla, ma è anche uno dei pochi che tenta qualche giocata “fuori dagli schemi”, come il lancio lungo per le punte. Una rinascita importante per lui, dopo anni difficili, che per il gruppo in generale, che ha una soluzione in più a portata di mano.

 

Felipe Anderson voto 6,5: Sempre sul pezzo. Corre per tre e si inventa giocate da capogiro. Permette grazie alle sue invenzioni di dare maggiori soluzioni alla squadra, non facendosi mai fermare nell'uno contro uno. Fatica ancora sotto porta, dove forse pecca un po’ di coraggio e killer instinct, necessari per la sua crescita. Cerca spesso la palla con le verticalizzazioni, ma in area non chiude mai il triangolo. È generoso nell’aiutare Lazzari dietro, tornando sempre sino al limite dell’area. Arrivato a parametro zero, insieme a Pedro tengono vivi i sogni della società e dei tifosi.

 

Pedro voto 7,5: Tra tutti e quello che gioca sempre bene, vista la sua grande esperienza e la sublime tecnica che mette nel giocate: garantisce sia profondità nelle ripartenze, sia movimenti tattici che permettono di far rifiatare i suoi, dando sempre una soluzione. Un affare farlo arrivare a Roma, poiché quando la palla arriva dalle sue parti, difficilmente sbaglia. Sigla la rete della vittoria, portando i tre punti in casa e un po’ di respiro ai suoi, in un momento di alta tensione generale.

 

Ciro Immobile voto 6,5: Per il capitano bianco celeste il cuore non manca mai: corre sempre, lotta come un guerriero e si prende sempre la squadra sulle spalle. Manca un po’ di lucidità sotto porta e questo lo sta mettendo in difficoltà nel rapporto con il goal, risultando meno costante rispetto le scorse stagioni. La sua profondità permette al resto del gruppo di verticalizzare, anche se gioca più basso rispetto a quando c'era Inzaghi. Non deve mai dimenticare il suo ruolo in questa società: merita sempre tanto rispetto, in tutti i goal vi è sempre un po’ di Ciro.

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