Pagelle girone d’andata Serie A

Il sogno europeo delle forze intermedie è gremito: 6 squadre in lotta

Roma e Lazio avrebbero voluto lottare per la Champions ma devono accontentarsi. La novità Fiorentina. Verona e Sassuolo in gran spolvero. Torino in ripresa

Il sogno europeo delle forze intermedie è gremito: 6 squadre in lotta

In questa prima parte di stagione in Serie A 2021/2021 diverse squadre si sono ritrovate in un limbo che propone diverse possibilità per il futuro: rialzarsi con uno sprint, effettuando un campionato di livello oppure, rimanere galleggianti in mezzo alla classifica, senza onore ne peccato. Alzare il livello significa combattere per qualcosa, per un obiettivo, sino alla fine, dando speranza ad una piazza di poter aggiungere dei tasselli per il salto di qualità.

 

Questo accade soprattutto quando si vuole raggiungere l’Europa “dei piccoli”, che ormai si divide tra Europa League e Conference League. Un gruppo di club che si scontrano per tre posti, con la voglia di crescere grazie a questi primi traguardi. Per alcune, come Roma e Lazio, sarebbe un posizionamento “consolatorio”, visto che l'obiettivo per entrambe ad inizio stagione erano le prime quattro posizioni. Per altre un ritorno di fiamma, come la Fiorentina, che continua a stupire dopo anni inspiegabilmente deludenti.

 

Italiano ha impostato la giusta formula per la rinascita. E poi c'è chi sogna, che vuole raggiungere quel passo inimmaginabile, inizialmente, ma che adesso è lievemente illuminato. L'Hellas Verona di Tudor, che attraversa un periodo d'oro, il Sassuolo di Dionisi, immerso tra nuove scoperte calcistiche e il Torino di Juric, che pian piano sta illuminando alcuni campi della nostra nazione. Le due sorprese sono indubbiamente l’Empoli di Andreazzoli e il tanto atteso Bologna di Mihajlovic, finalmente su un palcoscenico meritato. 

 

Sogno europeo, la sfida sotto al Cupolone 

Una città, una capitale e due volti nuovi a gestire le squadre più importanti di Roma: Maurizio Sarri e José Mourinho. Una marea di ambizioni collassate sulle loro spalle e uno stadio, l'Olimpico, rumoreggiante per Roma e Lazio. Eppure qualcosa è andato storto e i vari obiettivi piano piano sono finiti tra le macerie. Entrambi non sono riusciti a lasciare un’impronta pesante nella nuova gestione tecnica, incontrando difficoltà non da poco. I giallorossi venivano da un mercato estivo in cui sono stati investiti oltre 100 milioni di euro e attualmente si trovano già distanti dalla zona Champions League, facendo intendere che i piani del tecnico non sono andati a buon fine.

 

Non è facile far assimilare una nuova mentalità calcistica, basata su un pesante assetto offensivo, ma con una fragilità nella retroguardia, talvolta disastrosa. Il nuovo portiere Rui Patricio ci ha messo più di una volta i guantoni, facendo ottenere punti non sempre meritati. La maggior parte dei pericoli sono arrivati da parte di Pellegrini, Zaniolo e Abraham. I due centrocampisti italiani hanno alzato il loro livello generale, mutando posizione e gestendo differentemente le loro qualità tecniche. Peccano per le seconde linee, che hanno un livello troppo più basso in confronto ai titolari. Il tecnico si dovrà inventare qualcosa per cambiare la rotta e raggiungere il massimo dei risultati positivi da qui sino alla fine del campionato.

 

Discorso un po’ diverso in casa Lazio, dove Sarri aveva iniziato al meglio perdendo poi il filo con lo spogliatoio. Probabilmente diversi elementi non sono riusciti a raggiungere il giusto feeling con le idee del nuovo tecnico, da sempre reputato un martello duro nell’insegnamento tattico. Tra alcune scelte discusse e risultati altalenanti, come le sconfitte con Bologna e Sassuolo o il pareggio con l'Udinese, il percorso dei bianco celesti non ha mai avuto un periodo di grandi gioie .

 

La mancanza di diversi elementi in rosa, che completerebbe le lacune denotate da Sarri, ha rallentato i piani, che stentano ancora a decollare. Servirà la scossa, soprattutto da parte di alcuni big come Acerbi, Alberto o Lazzari che non stanno rendendo al massimo. Senza "Re Ciro" il goal fatica ad arrivare, visto che Muriqi non è al livello della competizione. Meriti a Pedro, un acquisto inteligente che sta facendo la differenza.

 

Il trio slavo alla riscossa:

Sinisa Mihajlovic, Igor Tudor e Ivan Juric stanno illuminando con il loro gioco elegante e concreto: tre mondi diversi di vedere il calcio, ma realtà solide dai progetti promettenti. Cercano di impostare un calcio ricercato, che possa lasciare una vera impronta del loro cammino in questa stagione.

 

Il Bologna di Sinisa sta finalmente uscendo dall’oscurità su cui galleggiava, eseguendo il miglior inizio della storia rossoblu. Da diversi anni la società cerca di mettere insieme elementi esperti con calciatori talentuosi, creando diverse gerarchie di gioco nella rosa. È sempre mancata l'intensità nel ottenere qualche risultato positivo in più, che desse speranze e punti alla squadra.

 

Con la doppia vittoria con le romane, la bella gara con il Milan e il tris rifilato al Sassuolo, hanno dimostrato di essere anche loro guerrieri insaziabili. Ci sono dei reparti da rinforzare, come la mediana, che ha molta fisicità, ma pecca in qualità. Maggiori goal delle punte darebbe ancor di più del filo da torcere agli avversari, viste le qualità importanti delle incostanti  punte emiliane. Quando c'è da lottare, il soldato Sinisa non si scalda mai. 

 

Discorso diverso per Tudor, arrivato a Verona per sostituire il fallimentare Di Francesco, divenendo di fatto l'arma vincente della squadra. I gialloblu dopo un inizio da horror hanno scalato le gerarchie, diventando praticamente imbattibili. La loro forza è stata soprattutto quella di segnare tanti goal, con un trio offensivo da favola: Barak da inventore dietro alle due punte, Caprari e Simeone. Proprio quest'ultimo si è superato, giungendo a 12 reti in questa prima parte di stagione.

 

Alcune vittorie rimarranno memorabili, in particolar modo in casa, dove hanno creato un vero e proprio fortino. Anche di fronte alle difficoltà hanno la forza di ribaltare le situazione, vincendo la maggior parte delle partite in rimonta. Sono una realtà inaspettata, ma solida, che non dovrà perdere nel corso del tempo quella costanza, che alla fine, ha fatto tutta la differenza.

 

Il Torino invece non è inaspettato. Ossia, in realtà un po’ viste le ultime due stagioni, ma sicuramente meno rispetto alle altre due. I granata arrivano da anni in cui hanno investito tanti soldi, non prendendo mai lo slancio giusto. Il cambio in panchina, in combinazione con l'arrivo di alcuni giocatori chiave è stato l'inizio della nuova creazione di Cairo.

 

Juric da sempre fa giocare bene le sue squadre, non subendo goal (granata al terzo posto per reti inviolate) e garantendo spettacolo con il possesso dal basso. L'assenza di Belotti è stato un fattore, ma grazie ad un super Pobega, un roccioso Bremer e un sicuro Savic tra i pali, la colonna vertebrale del team si è comunque definita. Mancano i goal davanti, che con una nuova punta e un miglior andamento di Brekalo e Praet potrebbe far fare un ulteriore salto al club. Se avessero racimolato punti tra Spezia e Venezia avrebbero gli stessi punti di Mourinho: sottovalutarli sarebbe un errore madornale per tutti. 

 

Empoli e Sassuolo: sfida tra generazioni 

 Da una parte un tecnico ormai esperto, con diverse panchine alle spalle, che si sta finalmente levando qualche soddisfazione in questa buia carriera e dall'altra parte un giovane allenatore appena giunto in Serie A, che ha ereditato la panchina di un maestro della tecnica calcistica. Andreazzoli e Dionisi, due epoche diverse, ma obiettivi, incredibilmente, molto simili. I toscani sono senza dubbio la sorpresa della Serie A, visto che chiudono al settimo posto il girone d'andata contro ogni pronostico. Il loro coraggio e la loro concretezza sotto porta sono da sottolineare, visto che hanno messo alle strette Juventus, Napoli e Fiorentina. 

 

Il tecnico ha dato spazio ad un “made in Italy” offensivo, composto da chi vuole ridare un proseguo alla propria carriera nei massimi livelli possibili: Pinamonti e Cutrone, messi fuori progetto in passato ed ora assoluti protagonisti della squadra. Con loro il portiere Vicario e il capitano Romagnoli, che finalmente sta facendo il tanto atteso salto anche lui. Il talento deriva da Bajrami, che seppur incostante, ha la classe per annientare le difese italiane. Un gruppo solido, che non si deve imporre dei limiti, ma deve tentare di rimanere con i piedi per terra per affrontare al meglio il resto della stagione. I neroverdi invece vacillano ancora un po’, seppur l'impronta del nuovo tecnico si veda già dall’inizio.

 

Dionisi ha puntato anche lui su due giovani italiani, Raspadori e Scamacca, che stanno finalmente lasciando una traccia nella loro carriera che potrebbe fargli svoltare. Talvolta i risultati non sono soddisfacenti, a causa di un brutto inizio di partita, visto che l maggior parte delle volte si ritrovano ad inseguire. Alcune sicurezze di De Zerbi, come Caputo o Djuricic sono scomparse, lasciando spazio a giovani freschi e pronti a fare il botto in Serie A. 

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