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Quirinale e non solo

Centrodestra, i piani di Matteo Salvini non sono quelli di Silvio

Al Carroccio B. candidato non va giù. Intanto la sponda di Renzi al leader leghista potrebbe cambiare giochi e alleanze. Oltre le elezioni del Colle

Centrodestra, i piani di Matteo Salvini non sono quelli di Silvio

Se Renzi offre una sponda a Salvini il centrodestra che potremmo vedere in un prossimo futuro avrà connotati assai diversi rispetto agli attuali e la partita del Quirinale potrebbe fare da spartiacque. Non è la prima volta che nelle ultime settimane Italia Viva vota insieme alla Lega. Ieri di nuovo la maggioranza si è spaccata in commissione al Senato sul decreto sul Super Green Pass e sui test rapidi nelle parafarmacie: il gruppo di Renzi ha fatto asse con la destra e votato contro un emendamento 5s che pure aveva avuto il via libera del governo. Prove tecniche alla vigilia del voto per il Colle e a poche ore da un vertice attesissimo: quello dei leader di Lega e Fratelli d’Italia a Villa Grande, la residenza romana del Cavaliere sull’Appia Antica.

 

Il summit del centrodestra, almeno secondo gli elementi dati, non sarà una passeggiata. Il capo di via Bellerio ha rotto già il fronte dell’aut aut del Cavaliere, lanciato due giorni fa con l’intento di accelerare le azioni degli alleati. Alla minaccia del leader azzurro di non appoggiare nessun governo che non sia a guida Mario Draghi, Salvini ha replicato prendendo un’altra strada: “La Lega”, ha detto, “non ha nessuna exit strategy dal governo, all’opposto: sarà un anno difficile e serve che la politica ci mette la testa e la faccia. Ci saremo a prescindere da chi c’è a Chigi, da chi sarà il premier”. Una legnata inattesa. Dunque, il Carroccio non ha preclusioni e a Salvini nemmeno dispiace l’idea espressa durante la conferenza stampa di fine anno dal presidente del Consiglio che affermava: “Il governo può andare avanti a prescindere da chi lo guiderà”. 

 

La mossa come minimo avrà provocato malumori. Il Cavaliere continua però imperterrito nel giro di telefonate tra le forze di centro per fare proseliti. Salvini ha altro in mente: non ha mai mostrato particolare entusiasmo per Silvio al Quirinale, né caldeggiato le astute fughe in avanti degli azzurri. Fino a ieri ha fatto ‘buon viso e cattivo gioco’, adesso qualcosa è cambiato, i tempi per una decisione stringono. Diciamolo pure: la Lega non vuole al Colle un uomo di Forza Italia, tanto meno un nome così divisivo e poco conciliabile con alcune prerogative proprie del Capo dello Stato come quello di Berlusconi. Il leader leghista in questo momento guarda al Colle ma anche più in là.

 

Il Carroccio cerca un nuovo assetto e di gettare le basi per costruire una inedita alleanza del centrodestra. Che consenta da un lato di ridimensionare il ruolo di Giorgia Meloni, dall’altro di rafforzare la gamba centrista. Senza però fare affidamento solamente sugli azzurri, che senza il fondatore sono destinati allo sfaldamento, peraltro già in corso. Chissà, oltre ad Italia Viva, ne potrebbero far parte i tanti transfughi conservatori e liberisti sparsi nei due emicicli parlamentari. 

 

Un dato è certo. Tra Salvini e Renzi c’è un feeling politico e anche sul piano personale hanno più affinità che differenze. Italia Viva può vantare 45 parlamentari che da molto tempo si sentono un corpo estraneo rispetto al centrosinistra e a quel ‘campo largo’ che Enrico Letta, segretario dem, ha in testa. E’ più plausibile che l’ex rottamatore sia disponibile ad offrire all’altro Matteo un concreto appiglio sulla conduzione della partita quirinalizia. La prospettiva, anche per lui, non è solo l’elezione del capo dello Stato. Ma ridisegnare il quadro politico e superare il guado delle elezioni del 2023. Ognuno cercherà di salvare se stesso. Lo farà in primis Renzi che allo stato attuale conta solo un 2% di consenso. Troppo poco per non pensare di modificare strategia, anche se significasse addirittura cambiare schieramento. 

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