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Sessismo, no grazie: la scelta di Meloni, atto di dignità femminile

La decisione della premier di lasciare Giambruno è stata un gesto di coerenza e di coraggio meritevole di rispetto e solidarietà da parte di uomini e donne

Sessismo, no grazie: la scelta di Meloni, atto di dignità femminile

Sono una donna che si considera cittadina del mondo, e condivido pienamente la decisione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni di separarsi da Giambruno dopo aver ascoltato i suoi commenti sessisti esposti in un programma satirico televisivo che ha evidentemente cercato di danneggiarla.

Penso che sia stata una decisione coraggiosa e coerente, che dimostra il suo rispetto per se stessa e per le altre donne. Non è facile rompere una relazione di lunga data, soprattutto quando c'è un figlio di mezzo e si è sotto i riflettori della politica e dei media. Ma Meloni ha saputo mettere da parte i suoi sentimenti personali e ha agito in base ai suoi valori e ai suoi principi. Ha mandato un messaggio forte e chiaro a tutti gli uomini che si comportano come Giambruno, che pensano di poter trattare le donne come oggetti o come inferiori. Ha anche mostrato la sua solidarietà alle donne che subiscono il sessismo nel mondo del lavoro e nella società dando l’esempio di come una donna possa essere forte, indipendente e leader, senza rinunciare alla sua femminilità e alla sua sensibilità.

E spero davvero che la sua scelta possa ispirare molte altre donne a liberarsi dalle relazioni tossiche e a realizzare i loro sogni.

 

La scelta

La premier Giorgia Meloni ha annunciato la fine della sua relazione con il giornalista Andrea Giambruno, dopo che Striscia la Notizia ha trasmesso alcuni fuorionda in cui lui faceva battute sessiste e molestava le sue colleghe. La decisione di Meloni è stata accolta con rispetto e solidarietà da molte donne, che hanno apprezzato il suo comportamento come un atto di dignità femminile. Ma cosa ci dice davvero questa vicenda circa la condizione delle donne nel 2023, in Italia e nel mondo? Quali sono le sfide e le opportunità che le donne devono ancora superare per raggiungere la parità di genere e l’indipendenza economica dagli uomini?

 

Il sessismo nel mondo del lavoro

Una delle questioni più urgenti che riguardano le donne è il sessismo nel mondo del lavoro, che si manifesta in diverse forme: discriminazione salariale, ostacoli alla carriera, assenza di politiche di conciliazione, violenza e molestie. Questi fenomeni sono ancora molto diffusi in Italia, che risulta ultima in Europa per quanto riguarda la parità di genere nel lavoro, con un punteggio di 63,2 (la media europea è di 71,76) e un livello di partecipazione femminile al lavoro tra i più bassi (68,1 contro 81,3).

Il caso di Giambruno è emblematico proprio come questo sessismo sia radicato nella cultura e nella mentalità di molti uomini, che si sentono autorizzati a umiliare e sfruttare le donne sul posto di lavoro. Questo comportamento non solo danneggia le vittime dirette, ma anche l’intera società, che perde il contributo prezioso delle donne.

 

L’istruzione come strumento di emancipazione

Se da una parte ci sono tante situazioni di oppressione e ingiustizia che colpiscono le donne ancora nel 2023, dall’altra ci sono anche tanti esempi di resistenza e cambiamento. Uno dei fattori chiave per promuovere l’emancipazione delle donne è l’istruzione, che consente loro di acquisire conoscenze, competenze e fiducia in se stesse. L’istruzione è anche un diritto fondamentale, sancito dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che prevede l’eliminazione delle disparità di genere nell’accesso all’istruzione a tutti i livelli. Tuttavia, ancora oggi ci sono circa 132 milioni di ragazze che non frequentano la scuola nel mondo, a causa della povertà, dei conflitti, delle discriminazioni o delle pratiche nocive come il matrimonio infantile

L’Italia non è immune da questi problemi: secondo il report “Mai più invisibili 2023” di WeWorld, sono tanti i bambini, le bambine e le donne che vivono in Regioni che non garantiscono un adeguato accesso a esperienze educative di qualità. Per questo, è fondamentale sostenere le iniziative che favoriscono l’istruzione delle donne, sia in Italia e sia nel mondo, come strumento di empowerment e di trasformazione sociale.

 

La violenza sulle donne in tempo di guerra

Un altro aspetto drammatico della condizione delle donne nel 2023 è la violenza che subiscono in tempo di guerra. Le guerre pesano in modo sproporzionato su bambine e ragazze, rispetto ai loro coetanei maschi, privandole dei loro diritti e violando i loro corpi. Sfruttamento e violenze sessuali, insicurezza, gravidanze precoci, matrimoni forzati e salute negata, malnutrizione, mancanza d’acqua e istruzione inaccessibile, sono alcune delle conseguenze che gravano sulla vita delle giovani nelle zone di guerra. 

Secondo l’Unicef, tra il 2005 e il 2022, almeno 16mila minori hanno subito stupri, matrimoni forzati, sfruttamento sessuale e altre forme di violenza sessuale, commessi dalle parti in conflitto. Queste violazioni dei diritti umani sono spesso usate come arma di guerra o come strumento di controllo sociale. Le bambine e le ragazze sono le più vulnerabili a queste atrocità, che lasciano segni profondi sul loro corpo e sulla loro mente.

 

La partecipazione politica delle donne

Un altro ambito in cui le donne possono esprimere il loro potenziale e incidere sulle decisioni che riguardano la loro vita è la partecipazione politica. La presenza delle donne nelle istituzioni e nei partiti è un indice di democrazia e di rappresentatività. Tuttavia, le donne sono ancora sottorappresentate a livello globale: secondo i dati di Inter-Parliamentary Union, le donne occupano solo il 25,5% dei seggi parlamentari nel mondo, il 21,9% dei posti ministeriali e il 6,7% delle cariche di capo di Stato o di governo. L’Italia si colloca al 46esimo posto nella classifica mondiale della rappresentanza femminile in Parlamento, con il 35,7% dei seggi occupati da donne.

La nomina di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio nel 2022 è stata una svolta storica per il nostro Paese, che ha avuto per la prima volta una donna alla guida del governo. Tuttavia, questo non basta a garantire una vera parità di genere nella politica italiana, che richiede una maggiore presenza e una maggiore influenza delle donne in tutti i livelli e in tutti i settori dell’azione politica.

 

Tornando alla scelta...

La scelta di Meloni di lasciare Andrea Giambruno dopo i suoi commenti sessisti, come dicevamo, è stata un gesto di dignità e di coerenza, che ha dimostrato il suo impegno per la difesa dei diritti delle donne. Tuttavia, questa vicenda personale non deve oscurare la situazione generale delle donne nel 2023, che è ancora caratterizzata da molte disuguaglianze e violenze, sia in Italia che nel mondo.

Per raggiungere la parità di genere e l’indipendenza economica delle donne, sono necessari interventi strutturali e culturali, che coinvolgano tutti gli attori sociali: istituzioni, organizzazioni, media, scuole, famiglie e individui. Solo così si potrà realizzare una società più giusta e inclusiva, in cui le donne possano vivere libere e felici.

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