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Un equilibrio difficile

Salvini-Apostolico, il video riapre il dibattito sul ruolo dei giudici

La magistrata di Catania che ha disapplicato il decreto Cutro è stata ripresa in una manifestazione anti-Salvini nel 2018 scatenando le reazioni della Lega

Salvini-Apostolico, il video riapre il dibattito sul ruolo dei giudici

Nonostante abbia creato molta agitazione politica e mediatica, il video che mostra la presunta partecipazione della giudice Apostolico a una manifestazione contro Salvini, non costituisce un elemento sufficiente per giudicare l'inadeguatezza della giudice nell'espletare il suo ruolo o la sua illegittimità nel prendere decisioni relative al decreto Cutro. Perché per valutare correttamente il suo operato, sarebbe essenziale esaminare attentamente le motivazioni alla base del suo provvedimento, il quale si fonda sul principio di proporzionalità tra il trattenimento dei migranti e il rischio di fuga o di minaccia all'ordine pubblico.

Rimane, dunque, tema centrale e controverso del dibattito semmai la partecipazione dei giudici a manifestazioni pubbliche, e ciò richiederebbe lecitamente una riflessione approfondita sul ruolo dei magistrati nella società e sulle garanzie della loro indipendenza. Non si può negare ai giudici il diritto di esprimere le loro opinioni e le loro convinzioni, ma si deve anche richiedere loro il rispetto della dignità, dell’autorevolezza e dell’indipendenza della funzione giurisdizionale. Un equilibrio difficile da raggiungere, ma necessario per la tutela dello stato di diritto e della democrazia.

 

Il video che fa discutere

Il leader della Lega Matteo Salvini ha pubblicato su X un video relativo a una manifestazione del 2018, quando a Catania si protestava per chiedere lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti, bloccato dall’allora ministro dell’Interno Salvini. Nel video si vede una donna di mezza età in prima fila, subito dietro il cordone di polizia, che Salvini identifica come la giudice Iolanda Apostolico, la stessa che nei giorni scorsi ha disapplicato il decreto Cutro sull’immigrazione, non convalidando il trattenimento nel centro di Pozzallo di quattro richiedenti asilo tunisini.

Salvini ha commentato il video con queste parole: "25 agosto 2018, Catania, io ero vicepremier e ministro dell’Interno. L’estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla ‘assassini’ e ‘animali’ in faccia alla Polizia. Mi sembra di vedere alcuni volti familiari…". Il post ha scatenato una serie di reazioni da parte della politica e della magistratura, tra accuse di parzialità e difesa dell’indipendenza dei giudici.

 

La posizione della Lega

Dal Carroccio si sono alzati subito i toni contro la magistrata, chiedendo al ministro della Giustizia Carlo Nordio di intervenire quanto prima e fare chiarezza sul video. Il deputato catanese Alessandro Carrà ha chiesto pubblicamente alla dottoressa Apostolico di smentire la sua presenza alla manifestazione. La capogruppo in Commissione Giustizia Ingrid Bisa ha messo in dubbio la terzietà di un giudice che partecipa a una protesta di estremisti di sinistra. L’ex giudice e ora onorevole Simonetta Matone ha affermato che “un magistrato non deve soltanto essere imparziale, ma lo deve anche sembrare” e che il Csm dovrebbe aprire un procedimento per proteggere i cittadini da questo magistrato.

La Lega ha anche segnalato che su un profilo Facebook riferibile alla dottoressa Apostolico sono emersi apprezzamenti a post volgari e gravemente offensivi nei confronti di Salvini. Il vicepremier ha preso atto “con sconcerto” di quanto sta emergendo e ha ribadito la sua fiducia nel decreto Cutro, che prevede l’espulsione immediata dei migranti irregolari provenienti da Paesi sicuri.

 

La posizione dell’Anm

L’Associazione nazionale magistrati ha espresso il suo sostegno alla collega attaccata sul piano personale dai massimi rappresentanti dell’esecutivo, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e lo stesso Salvini. L’Anm ha definito le dichiarazioni dei politici come “una preoccupante visione delle prerogative di verifica di legalità esclusivamente attribuite alla magistratura” e ne ha denunciato la minaccia all’indipendenza e all’autonomia dei giudici.

L’Anm di Catania ha fatto sapere che valuterà insieme alla diretta interessata se e come intervenire sul video pubblicato da Salvini. Il presidente nazionale dell’Anm Giuseppe Santalucia ha dichiarato che è corretto valutare la terzietà di un giudice sulle motivazioni di un provvedimento e non fare lo screening sul passato della vita privata o pubblica di un magistrato, perché altrimenti la compressione dei diritti di manifestazione diventa impossibile da reggere.

 

Il dibattito sul ruolo dei giudici

Il caso Apostolico riapre così l'infinito dibattito sul ruolo dei giudici nella società e sul rapporto tra magistratura e politica. Da una parte c’è chi sostiene che i giudici debbano essere neutrali e astenersi da qualsiasi forma di partecipazione o espressione politica, per garantire la loro imparzialità e credibilità. Dall’altra c’è chi ritiene che i giudici siano cittadini come gli altri e abbiano il diritto di manifestare le loro opinioni e le loro convinzioni, purché non interferiscano con il loro dovere di applicare la legge.

La questione non è semplice e richiede un equilibrio delicato tra i principi costituzionali di indipendenza della magistratura, libertà di pensiero e pluralismo democratico.

Non esiste una norma che vieti ai giudici di partecipare a manifestazioni pubbliche, ma esiste un codice deontologico che impone ai magistrati di “astenersi da comportamenti che possano compromettere la dignità, l’autorevolezza e l’indipendenza della funzione giurisdizionale o che possano pregiudicare il decoro e il prestigio dell’ordine giudiziario” .

Inoltre, la legge prevede la possibilità per le parti di chiedere l’astensione o la ricusazione di un giudice che sia in una situazione di incompatibilità o di legittimo sospetto di parzialità, sulla base di circostanze concrete e specifiche. In tal caso, spetta al giudice stesso valutare se sussistano i motivi per astenersi o al collegio competente decidere sulla ricusazione.

 

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