L’eliminazione

Le pagelle della Nazionale: “Svezia-bis”, la vergogna degli Azzurri

Dopo una gara colma di occasioni buttate al vento, la Macedonia del Nord si aggiudica al 92’ la qualificazione al prossimo turno, alla prima occasione vera.

Le pagelle della Nazionale: “Svezia-bis”, la vergogna degli Azzurri

L’Italia di Mancini perde incredibilmente con la Macedonia del Nord per 1-0, con il goal avversario che arriva nel bel mezzo del recupero finale. Un colpo tragico per le pagine calcistiche del nostro paese, che per la seconda edizione di fila si ritrova fuori dalla più grande competizione calcistica al mondo.

 

Una delusione enorme per tutti, la prestazione generale è stata presuntuosa a grandi linee, specie quando si tratta di buttarla in porta da pochi passi. Si salvano in pochi. Donnarumma dorme, Mancini troppo ansioso. In mezzo Barella e Jorginho sono bocciati, così come Immobile, che è di nuovo invisibile. Berardi fallisce l’impossibile.

I voti degli azzurri:

Gianluigi Donnarumma voto 5: In una gara completamente anonima per lui, che non subisce nulla, riesce comunque a risultare insufficiente a fine partita. Un solo tiro nello specchio da parte degli avversari, che però condanna la squadra all’eliminazione. Troppo lento sulla traiettoria, che non è stata così angolata da non poter intervenire. Probabilmente non è rimasto sul pezzo fino alla fine, peccando di concentrazione, come quando lancia sulle punte. Non è il suo periodo e lo conferma nuovamente.

 

Alessandro Bastoni voto 6: Sul goal poteva aiutare maggiormente i centrocampisti, visto che l’attaccante avversario è arrivato abbastanza libero al tiro. Nei novanta minuti però gioca da difensore avanzato, cercando continuamente la profondità e rendendosi così pericoloso. La sua tecnica è notevole e rispetto al compagno di reparto ci mette maggiore concentrazione nel non farsi saltare nell’uno contro uno. Ha il futuro nelle sue mani, ma questa serata rimane storicamente deludente anche per lui.

 

Emerson voto 6: Va a sprazzi, ma nel finale ci si deve affidare a lui per i palloni in mezzo. SI sovrappone con continuità, aiutando Insigne quando si deve costruire sulla sinistra. Ha la tecnica per puntare l’uomo, offrendo anche due assist intriganti per le punte nel primo tempo. Soffre di più nella propria area di rigore, schiacciandosi vicino ai due centrali. Non riesce a diventare un giocatore completo fino infondo, risultando alla fine dei giochi inconcludenti. Le sue origini brasiliane non vengono fuori in tutte le sue giocate.

 

Gianluca Mancini voto 5,5: In una serata in cui la difesa non è stata particolarmente punta, non riesce a mettersi in luce come vorrebbe. SI vede che sente la gara, che è un fatto inusuale se pensiamo alla sua grinta, senza paura, nelle partite in giallorosso. Sottoporta poco preciso, ma la vera pecca sono i lisci a centrocampo, che lasciano spazio agli avversari per ripartire. Patisce la responsabilità di prendere il posto di un certo Chiellini.

 

Alessandro Florenzi voto 6: Il suo grande cuore non è mai da mettere in discussione, visto che si sacrifica in tutte le fasi di gioco. Il problema è la poca precisione con cui manovra offensivamente, con troppi lanci a vuoto quando cerca Immobile e Berardi. Spinge con meno convinzione, lasciando l’esterno neroverde solo sulla destra. Fa un recupero decisivo su errore di Mancini, tenendo momentaneamente viva la squadra.

 

Marco Verratti voto 8: In una serata storicamente drammatica per la nostra Nazionale, la sua prestazione è da sottolineare, visto che è sembrato un alieno rispetto al resto della squadra. Cattivo nel recuperare la sfera in scivolata, tecnico invece nel cercare i lanci dentro al cuore dell’area, senza affidarsi troppo ai compagni di reparto, assolutamente invisibili. Gioca praticamente da solo, dimostrando il perché sia uno dei pochi italiani che gioca ad alti livelli all’estero.

 

Jorginho voto 5: Se pensiamo che fino a tre mesi fa è stato in lista per vincere il Pallone d’oro, ci viene difficile capire come sia possibile che abbia perso la sua dote da leadership in mezzo al campo. Non gioca mai in avanti, limitandosi ad un possesso palla arretrato con la retroguardia. Fa fatica nel contrastare la mediana avversaria, non inventando mai una giocata diversa. Molto monotono nel suo gioco: pensare potesse arrivare sopra a Messi, ad oggi, non è credibile.

 

Nicolò Barella voto 5: Una partita negativa per il centrocampista azzurro, che non si impone minimamente sulla gara, dimostrando una fragilità che solitamente non si vede nelle sue gare. È timido nell'inventare, preferendo sempre il passaggio corto per Verratti. In fase di palleggio non incide e quando si tratta di alzare il baricentro non si fa sentire a livello fisico. Sembra stanco, con poche idee, come spesso si è visto con la maglia azzurra. Deve diventare protagonista in azzurro, come lo è in campionato con l’Inter.

 

Lorenzo Insigne voto 5,5: Nella prima frazione si fa vedere per vie centrali, con la speranza di poter inventare in verticale. Rinuncia così però alle sue solite cavalcate sulla fascia, non riuscendo mai a concludere in porta. Mancini lo richiama in panchina per primo dopo appena un quarto d’ora di gara: da parte sua ci si aspetta molto di più, specie per quel numero che porta sulle spalle. Forse il suo  ultimo viaggio in azzurro e non è stato sfruttato al meglio. (Raspadori voto 6: Entra con la giusta mentalità, buttandosi nella mischia con coraggio. Sui corner stra vince il duello con Insigne, creando maggiori occasioni. Si adatta nel giro di venti minuti in tre ruoli differenti)

 

Ciro Immobile voto 5: L’ennesima gara in cui non lascia il segno, gettando al vento tante occasioni nei pressi della porta. Si fa trovare troppo spesso defilato, rinunciando alla solita profondità, che sfrutta solitamente con la maglia della Lazio.Levarlo dal campo ha tolto qualcosa alla fisicità dell’attacco, che non ha più avuto la forza di smarcarsi nello spazio, come fa la punta campana tra le linee. La sua assenza di reti in Nazionale, specie in certe gare, inizia a pesare.  

 

Domenico Berardi voto 5: Alla fine dei conti quell’occasione clamorosa nel primo tempo si rivela decisiva, mettendo in ombra la sua buona volontà nel lottare. Non è stato abbastanza cattivo nel tiro, che doveva spaccare la porta, ma che invece si è rivelato un rasoterra fragile e dal poco coraggio. Perde sempre un tempo di gioco nella conclusione dal limite, tentando un allungo di troppo, che lo condanna continuamente ad un tiro sterile. Ha i numeri quando si sente a suo agio e si vede che ad oggi, nello schieramento di Mancini, non trova ancora la sua dimensione.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA