i voti ai giallorossi

Le pagelle della Conference League: Pellegrini tiene viva la Lupa

Il capitano segna il vantaggio giallorosso su un assist al bacio del giovane polacco classe 2002, Zalewski. La difesa regge con un super Smalling

Le pagelle della Conference League: Pellegrini tiene viva la Lupa

La Roma conclude positivamente il primo round in Inghilterra, ottenendo un pari che non influenza la gara di ritorno. I giallorossi soffrono spesso, ma quando ripartono sono una spina nel fianco, in particolare modo con Zalewski e Pellegrini. Potevano reggere il colpo fino alla fine, ma alla prima distrazione si fanno punire, senza ottenere alla fine il risultato pieno. Una gara equilibrata, che non ha premiato alcune individualità come Cristante o Mancini, più in difficoltà del solito. L’Olimpico aspetta raggiante la gara di ritorno, che potrà decretare la finalista di questa prima edizione di Conference League.

 

Conference League Roma-Leicester, le pagelle dei giallorossi

Rui Patricio voto 6:Una gara non semplice, dove si ritrova davanti una squadra abituata ad attaccare in massa. I pericoli arrivano da tutte le zone dell’area di rigore, ma con coraggio il portoghese esce, anticipando tanti palloni messi in mezzo dagli avversari. Sul goal non può fare molto, la palla passa con estrema facilità e la sua posizione non lo aiuta nel anticipo. Un portiere che dà anche una mano al palleggio, viene spesso servito e cerca anche soluzioni in avanti per le punte.

 

Chris Smalling voto 7: L’uomo in più della retroguardia capitolina: finalmente ha ritrovato la spensieratezza dei primi tempi, visto che si impone da colosso, annullando completamente Vardy. Sugli anticipi è un fulmine, riesce a vincere tutti i contrasti e sulle palle alte arriva sempre prima di tutti. Un elemento essenziale, che ha perfezionato i limiti della difesa, troppo fragile nei primi mesi. I suoi compagni di reparto possono finalmente affidarsi ad un leader carismatico, che non ha peli sulla lingua quando si tratta di alzare la voce. 

 

Roger Ibanez voto 6: Lotta senza sosta, mettendoci tutta la buona volontà possibile per non far mai scappare gli esterni dalle sue parti. Aiuta Zalewski nel ripartire velocemente in contropiede, cercandolo con lanci lunghi o passaggi in profondità. Rimangono ancora i suoi limiti nel intervenire in modo pulito, tende troppo ad affossare l’avversario e spesso commette falli che diventano pericolosi per la difesa giallorossa. È in crescita e si rende anche pericoloso sulle palle inattive. Sul goal non è posizionato bene, anche se non è il principale colpevole. 

 

Gianluca Mancini voto 5,5: Non è il solito “Mancio” dal cuore di ferro: sembra meno concentrato, commettendo anche errori non da lui. Sul goal si perde completamente la punta britannica, che lo sposta con facilità, tagliandogli la strada. Ci mette troppa foga anche quando deve uscire per anticipare l’avversario, visto che più volte tenta di giungere la metà campo, andando concretamente a vuoto. Un difensore a cui manca ancora una punta di mentalità aggressiva, per poterlo ritenere completo. 

 

Bryan Cristante voto 5,5: Tra i giallorossi è sicuramente quello meno attento, specie nel trattenere gli attacchi avversari. Viene spesso saltato in velocità e quando vi sono le palle alte, sui calci piazzati, riescono a scappare dalla sua marcatura fragile. È importante quando scherma la difesa poiché grazie al fisico imponente riesce a dare copertura sulle conclusioni da fuori, ma in generale non trascorre una serata semplice. 

 

Lorenzo Pellegrini voto 7: È l’immagine di copertina della Roma di Mourinho. Un cuore romano, che lotta su ogni pallone, non mollando mai un centimetro quando si tratta di rincorrere l’uomo. È cresciuto nel dribbling a metà campo, dove spesso e volentieri fa ripartire i suoi al seguito di alcune serpentine notevoli. In due tocchi crea una papabile palla goal e questo sottolinea l’importanza che ha negli schemi della squadra. Il suo goal tiene viva la Lupa in vista del ritorno, dove serviranno “undici Pellegrini” per tirare fuori una prestazione generale coraggiosa. 

 

Henrikh Mkhitaryan voto 6,5: Gioca più basso rispetto al solito, sacrificandosi senza sosta nella doppia fase. È il cervello della metà campo giallorossa, ogni azione passa dai suoi piedi, considerando la sua dote notevole nel impostare con lanci geometricamente giusti. Sia sul corto che sul lungo sa giostrare come preferisce la sfera, creando anche qualche palla goal importante per gli attaccanti. Esce per infortunio, spegnendo di fatto gli attacchi dei compagni di squadra.

 

Rick Karsdorp voto 6: Indubbiamente meno propositivo rispetto al compagno che sta sulla fascia opposta, ma a livello difensivo, aiuta la retroguardia giocando quasi da centrale aggiunto. Rimane basso, talvolta troppo, per impedire agli inglesi di estendersi sulla trequarti. In fase offensiva però non si sovrappone quasi mai, risultando impreciso sui lanci in avanti. SI libera poco, non permettendo di fatto ai suoi compagni di sfruttare al meglio la sua corsia esterna. In calo sotto il punto di vista dei cosiddetti “bonus”, visto quanto spingeva ad inizio stagione. 

 

Nicola Zalewski voto 7,5: Merita tanti applausi per la prova fornita, che per distacco lo rende il migliore in campo. Un tuttocampista, capace di unire velocità straripante a giocate decisive, come l’assist per Pellegrini. Quando punta l’uomo ha spesso la meglio, accentrandosi anche, per poter creare le sovrapposizioni in area dei centrocampisti giallorossi. Una sorta di uncino tra l’attacco e la difesa, che supporta costantemente, rientrando per le marcature. Una scoperta importante per il presente e il futuro dei capitolini. 

 

Nicolò Zaniolo voto 5: Un talento che sa inventare giocate da campione, ma che quando sparisce completamente dal campo, merita di essere ripreso. Mou lo leva prima del solito, la sua prestazione non è sufficiente visto che non mette mai in pericolo l’area avversaria. Si nasconde dietro ai mediani, risultando quasi un fantasma per la manovra giallorossa. Quando si abbassa per prendere palla fa fatica a sfruttare il fisico come suo solito. Deve crescere nelle partite europee, considerando che non ha ancora la giusta mentalità per affrontare certe gare.

 

Tammy Abraham voto 6: Tra tutti lì davanti è quello che ci prova di più, seppur si ritrovi ad essere ingabbiato nella tela inglese. Il tecnico avversario piazza due uomini a limitarlo e questo lo limita in tante scelte offensive. Anche il giallo rimediato dopo pochi minuti dal fischio d’inizio non lo aiuta, lui necessita di giocare di fisico e non potersi “sbracciare” lo mette in una posizione di debolezza. Dentro l’area crea spazi per i compagni, che però non colgono sempre l’intuizione delle sue giocate. Al ritorno deve lasciare la sua impronta, i tifosi puntano soprattutto su di lui.

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