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Giorgia Meloni pronta a parlare all’Ue di migranti ed energia

Gestione dei migranti, energia, ma anche cartelle esattoriali e pos al centro dell’agenda della presidente del Consiglio. Ecco i temi caldi sul tavolo

Giorgia Meloni pronta a parlare all’Ue di migranti ed energia

Giorgia Meloni è pronta a tornare in Europa. Lo farà giovedì 15 dicembre, in occasione del Consiglio europeo, dopo il primo viaggio seguito all’insediamento alla guida del Governo. Ora ci torna per affrontare almeno due dossier scottanti: l’energia e i migranti. In entrambi i casi il premier intende esortare l’Europa a fare di più e insieme.

Sul fronte interno, invece, tiene banco l'economia con la "tregua fiscale".

 

Cosa dirà Meloni a Bruxelles

Le attenzioni sono puntate al vertice di Bruxelles, in programma giovedì 15 dicembre, in occasione del Consiglio europeo. Ma Giorgia Meloni ha già anticipato le sue posizioni e quelle del governo: "L’obiettivo del Governo è dimostrare quanto l’Italia possa essere un valore aggiunto nel contesto europeo", ha detto la il premier, alla Camera prima di volare al summit dei 27. Uno dei temi più caldi riguarda la gestione dei migranti, per cui il presidente del Consiglio ha sollecitato a passare "dal dibattito sulla loro redistribuzione a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell'Ue".

Altro dossier è quello che riguarda l’Ucraina, sul cui sostegno Meloni ha sgombrato nuovamente il campo da equivoci: "Il Governo garantisce pieno appoggio a Kyev. Come sempre su questo non abbiamo cambiato idea. Perché le nostre convinzioni non mutano se siamo all’opposizione o al governo. Il conflitto non coinvolge solo il futuro delle popolazioni ucraine ma delle istituzioni europee. L’Italia deve svolgere un ruolo più propositivo. Dobbiamo contribuire anche sul piano militare al sostegno europeo all’Ucraina. Per perseguire una pace, ma una pace giusta, l’Italia deve continuare a fare la sua parte".

 

L’Italia saldamente in Europa

Nessun dubbio, poi, sul ruolo dell'Italia in Europa: "L’obiettivo del governo è dimostrare quanto l’Italia possa essere un valore aggiunto nel contesto europeo, stravolgendo la falsa narrazione di un’Italia che arrancherebbe, rappresenterebbe quasi un peso per l’Unione Europea – ha detto Meloni - Non solo noi siamo fondatori di questo processo di integrazione non solo siamo centrali nelle dinamiche geopolitiche del continente, noi siamo una colonna indispensabile alla crescita alla crescita economica e sociale dell’intero Europa. L'Italia può giocare un ruolo da protagonista avendo come stella polare la difesa dell’interesse nazionale", aggiungendo: Ci vuole più Italia in Europa, non limitarsi a ratificare decisioni prese a valle. Siamo chiamati ad essere protagonisti e non comprimari".

 

La crisi energetica e la risposta europea

Difficile, però, trovare un’intesa europea sul fronte del contenimento dei prezzi energetici. Alla vigilia del vertice Ue è arrivata una nuova proposta sul price cap sul gas, da parte della presidenza ceca dell'Ue, fissando il tetto tra i 200 e i 220 euro a megawattora. La novità è emersa a margine del Consiglio straordinario Energia di martedì e il meccanismo sarebbe attivato se i prezzi sul Ttf di Amsterdam raggiungono la soglia indicata per un periodo compreso tra i tre e i cinque giorni. Quanto allo spread, sarebbe fissato a 35 euro.

Il tetto potrebbe essere disattivato venti giorni dopo che i prezzi siano scesi al di sotto della soglia di attivazione per un intervallo compreso sempre tra tre e cinque giorni. Il meccanismo potrebbe essere esteso anche ai mercati fuori borsa (Otc) dopo un'attenta valutazione da parte dell'Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (Acer) e dell'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma).

Occorrerà attendere per capire l’accoglienza della proposta, ma Meloni fin dalle ore precedenti aveva lanciato un chiaro messaggio: la risposta di Bruxelles ai prezzi energetici è "insoddisfacente e inattuabile, va posto un argine alla speculazione: da mesi l'Italia è in prima fila per un tetto dinamico dei prezzi", ha dichiarato.

"Voglio essere chiara su questo: la posta in gioco per l’Unione Europea sull’energia è molto alta, perché definisce la capacità stessa dell’Europa di proteggere le sue famiglie e le sue imprese, senza lasciar prevalere logiche unilaterali secondo le quali gli Stati con maggiore spazio fiscale fanno da sé e quelli con scarsa capacità di spesa possono essere lasciati indietro", ha poi concluso la presidente del Consiglio.

 

Fisco, cartelle e pos: cosa ha detto Meloni sulla "tregua fiscale"

Quanto alle questioni interne, tiene banco volontà di modificare la cosiddetta “tregua fiscale”: “Si sono dette, anche qui, e scritte tantissime cose su questa scelta; la verità è molto più semplice di quella che spesso viene raccontata: nessun condono o colpo di spugna, nella manovra ci sono solo norme di buonsenso e norme vantaggiose per lo Stato, per le famiglie e per le imprese", ha precisato Giorgia Meloni nel videomessaggio in occasione dell'Assemblea di Confesercenti.

"Le cartelle inferiori a mille euro notificate fino al 2015 vengono stralciate, banalmente, perché il costo della riscossione sarebbe più alto rispetto a quello che si incasserebbe. Per tutte le altre cartelle si paga il dovuto, con una piccola maggiorazione e dando una maggiore possibilità di rateizzazione, ma tutti pagheranno il dovuto. In questo modo noi possiamo far rientrare in carreggiata, diciamo così, tante famiglie, tante imprese, soprattutto quelle più piccole, maggiormente in sofferenza", ha sottolineato la premier, aggiungendo: "Sono, come vedete, proposte di buon senso, che sono concentrate sull'attenzione all'economia reale", rivendica il presidente del Consiglio.

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