Un giocatore leggendario

Il re del calcio se ne va, lasciandoci un libro intero di storia

Doloroso lutto nel mondo del calcio: dopo quindici mesi di battaglia, si è spento “O Rai”. Tra mondiali vinti e ricordi degli ex compagni di gioco

Il re del calcio se ne va, lasciandoci un libro intero di storia

Il Re se ne va ad un passo dalla chiusura dell’anno 2022, lasciando però un libro intero di storia, che verrà visto e rivisto nei prossimi secoli. Nella serata di giovedì 29 dicembre, Edson Arantes do Nascimento, o più comunemente conosciuto come Pelé è deceduto a causa di un'insufficienza renale e cardiaca, all’età di 82 anni. “Sono pronto a giocare novanta minuti più supplementari” disse poco più di un anno fa, quando dovette affrontare il primo intervento di questa lunga battaglia. Una battaglia durata quindici mesi, in cui ha dimostrato a tutti che la sua anima da lottatore, che in tanti fortunati hanno potuto ammirare sul campo, si sia riproposta anche nella vita quotidiana, dove si è sempre messo in gioco, nonostante gli innumerevoli ostacoli.

 

Un giocatore leggendario, capace di scrivere un record unico come quello dei tre Mondiali con il Brasile, non dimenticando mai però le sue origini. “Il calcio è l’unico sport dove non importa se sei ricco o povero, nero o bianco. Il calcio è un’unica Nazione”. Questa sua personale definizione del pallone racchiude l’umiltà, nel rinunciare a tutti i top club mondiali, solo per rimanere nella sua terra, nella sua squadra. Insegnare ad un calcio che ormai si lega solamente al denaro, che il pallone va ben oltre all’economia, dando così speranza a tutti i ragazzi brasiliani che sognano di diventare come lui.

 

“Il vero fenomeno sei tu, unico, fantastico, tecnico, creativo e perfetto. Dov’è andato, è rimasto, Pelé O’Rey del calcio, più grande di tutti i tempi”, ha detto Ronaldo, a seguito della notizia della scomparsa del Re: inchinarsi a chi è andato oltre alla semplice tecnica del calcio, portando emozioni al mondo intero. E nonostante ciò, ha avuto anche il tempo di mettere a segno oltre 1200 reti, diventando praticamente insuperabile per chiunque. Emozioni e vittoria, la capacità di essere un campione giocando con leggerezza. Basti pensare a quella rovesciata, riportata in “Fuga per la vittoria” contro la squadra dei prigionieri degli Alleati, che rimane uno dei gesti tecnici più misteriosi e illuminanti della storia calcistica. In Italia ci hanno provato in ogni modo ad acquistarlo, con l’Inter che riuscì addirittura a preparare un contratto che però, non venne mai firmato. In quel momento fu la gente brasiliana a negare l’addio di un simbolo, che avrebbe sicuramente scritto pagine uniche in Europa, ma che non avrebbe incarnato appieno la figura di “uomo della speranza”.

 

D’altronde, non vi è da stupirsi che si sia gettato a capofitto in Politica, cercando di regalare sogni a chi, probabilmente, non poteva permettersi di averne. “Pelé ha cambiato il calcio. Mi ha sostenuto nelle difficoltà e celebrato nei successi. Conserverò per sempre tutti i suoi messaggi” ha dichiarato l’attuale stella brasiliana del Real Madrid, Vinicius jr, che ha da sempre come icona di ispirazione O’Rey. Anche i due giocatori più forti del momento si sono espressi sulla scomparsa del campione, Halland e Mbappé, dando così voce anche all’Europa, distrutta quanto i brasiliani per questo decesso: “Il Re del calcio ci ha lasciato, ma la sua eredità non verrà mai dimenticata”, ha detto il francese, che ha creato negli ultimi anni un rapporto quasi intimo con Pelé. Anche la punta del Manchester City si è espressa con enorme rispetto, cercando anche di far passare un messaggio importante al calcio moderno “Tutto quello che avete visto fare ad un calciatore, Pelé lo ha fatto per primo”. Un riferimento totale.

 

Il confronto con Maradona probabilmente continuerà nel “paradiso degli Dei calcistici”, dove solo loro due possono sedere. Un confronto che ha diviso il Mondo, ma che in fin dei conti, non ha mai avuto senso. Da una parte la magia folle dell’Argentino, il Dio, dall’altra, un uomo esemplare, che ha saputo rimanere spesso nell’ombra, insegnando sempre qualcosa, anche con il silenzio.

 

Difficilmente riusciremo ad assistere nuovamente ad un giocatore di questo calibro: vi saranno imitazioni, ma il cuore di Pelé è unico e le scelte che ha intrapreso nella propria carriera, non appartengono a questo calcio egoista. Il romanticismo rimane un dono per pochi e lui ne ha avuto da spendere fino all’ultimo secondo della sua vita. “ Il destino non è mai casuale. È lavoro duro, perseveranza, apprendimento, studio, sacrificio e soprattutto, tanto amore per quello che fai, o che speri di poter fare”. Grazie Re, la tua storia è scritta nel cuore del calcio, per sempre.

 

 

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