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Patto Ue sui migranti, raggiunta l’intesa tra i 27 Paesi membri

Accordo sul testo del regolamento sulla gestione delle crisi migratorie: la Germania cede sulle Ong e Meloni esulta: “È passata la linea dell’Italia”

Patto Ue sui migranti, raggiunta l’intesa tra i 27 Paesi membri

L’Unione Europea ha trovato un accordo tra i 27 Stati membri sul testo del regolamento sulla gestione delle crisi migratorie, uno dei punti chiave del Patto Ue sui migranti. L’intesa è stata raggiunta dopo che la Germania ha accettato di ritirare un emendamento che avrebbe favorito le operazioni in mare delle organizzazioni non governative (Ong), incontrando la ferma opposizione dell’Italia. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha festeggiato il successo della posizione italiana, sostenendo che l’emendamento tedesco era “un passo indietro” sul tema delle Ong.

 

Il testo del regolamento sulle crisi migratorie

Il regolamento sulle crisi migratorie è uno dei pilastri del Patto Ue sui migranti, proposto dalla Commissione europea nel settembre 2020 con l’obiettivo di riformare il sistema comune di asilo e gestione dei flussi migratori. Il testo stabilisce i meccanismi di solidarietà e responsabilità tra i Paesi membri in caso di situazioni di emergenza, come quella attuale causata dall’aumento degli arrivi di migranti dall’Africa e dal Medio Oriente.

Il regolamento prevede, tra le altre cose, rimpatri più veloci, meccanismi di solidarietà obbligatoria con ricollocamenti tra i Paesi europei, controlli rafforzati alle frontiere e una maggiore cooperazione con i Paesi terzi di origine e transito dei migranti.

 

L’emendamento tedesco sulle Ong

La Germania, guidata dal nuovo cancelliere Olaf Scholz, aveva proposto un emendamento al testo del regolamento che avrebbe escluso le attività delle Ong da contesti che rientrerebbero nell’uso strumentale della migrazione da parte dei Paesi terzi, tra le fattispecie che innescano il regolamento sulle crisi. In pratica, l’emendamento avrebbe sdoganato le operazioni in mare delle Ong, considerate da molti come una forma di incentivo all’immigrazione clandestina e alla tratta di esseri umani. L’Italia, che si trova in prima linea nel fronteggiare gli sbarchi di migranti sulle sue coste, si era opposta con forza a questa proposta, sostenendo che le Ong non possono decidere chi entra in Europa e che vanno rispettate le norme internazionali sul soccorso in mare.

 

La vittoria della linea italiana

Dopo settimane di negoziati e pressioni diplomatiche, la Germania ha deciso di ritirare il suo emendamento e di accettare il testo formulato a luglio, che non conteneva alcun riferimento alle Ong. L’accordo è stato raggiunto con la maggioranza qualificata dei 27 Paesi membri, ovvero il sì di almeno 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione europea.

Contro l’intesa si sono espresse Polonia e Ungheria, mentre Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia si sono astenute. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso grande soddisfazione per il raggiungimento dell’intesa, definendola una vittoria della linea italiana. “L’emendamento tedesco era un passo indietro sul tema delle Ong - ha dichiarato Meloni - Per noi la redistribuzione non è mai stata la priorità, il problema non si risolverà mai completamente se ogni Paese pensa di scaricarlo su un altro”. Meloni ha aggiunto che ora si tratta di implementare velocemente gli strumenti effettivi previsti dal regolamento e che l’Europa deve essere più brava nella velocità di realizzazione.

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