Le malattie respiratorie

Boom di polmoniti e influenze: cosa c’è dietro a tutti questi focolai?

In diversi Paesi si registrano numerosi contagi causati da vari agenti patogeni. Gli esperti: nessun allarme, solo episodi localizzati regionalmente

Boom di polmoniti e influenze: cosa c’è dietro a tutti questi focolai?

Le malattie respiratorie sono tra le principali cause di morbilità e mortalità nel mondo, soprattutto nei bambini e negli anziani. Tra queste, le polmoniti e le influenze sono le più comuni e possono essere causate da diversi agenti patogeni, tra cui batteri, virus e funghi. In questo articolo, si analizzano alcuni focolai che si sono verificati in diversi Paesi, cercando di capire se ci sia un legame tra di essi o se si tratti di episodi isolati. Si esaminano anche le possibili conseguenze di questi focolai sulla salute pubblica e le misure di prevenzione e controllo.

 

Boom di polmoniti in Cina, Vietnam e Francia

In Cina, Vietnam e Francia si sono verificati aumenti di polmoniti, soprattutto nei bambini, causate da un batterio chiamato mycoplasma pneumoniae. Questo batterio può provocare epidemie periodiche e la sua circolazione è aumentata dallo scorso aprile, in seguito alla fine delle misure anti Covid. Gli esperti ritengono che non ci sia un collegamento tra i diversi focolai, ma che si tratti di situazioni regionali isolate. “Non bisogna mai sovrastimare i dati: è evidente che compaiono focolai che però non configurano uno scenario di collegamento. Si tratta di episodi localizzati regionalmente. Sappiamo che si tratta di virus circolanti ed è positivo che siamo in grado di intercettare casi sporadici”, dice all’ANSA Giovanni Maga, direttore del dipartimento di Scienze biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

 

Influenza aviaria in Cambogia e suina nel Regno Unito

Altri due virus che hanno destato attenzione sono quelli dell’influenza aviaria e dell’influenza suina. In Cambogia, una bambina di 4 anni è stata infettata dal virus dell’influenza aviaria nella provincia di Kampot, dove ci sono molti allevamenti di pollame. Al momento, però, non c’è una trasmissione da uomo a uomo del virus. Nel Regno Unito, invece, è stato diagnosticato per la prima volta un caso di influenza suina A(H1N2) in un uomo che ha avuto sintomi lievi ed è guarito. Si tratta di un virus a bassa patogenicità che raramente infetta l’uomo. Anche in questi casi, gli esperti sottolineano che non si tratta di una situazione pandemica, ma di casi sporadici che dimostrano l’efficacia della rete di sorveglianza. “Sappiamo che i virus influenzali circolano nella popolazione animale, in particolare nei suini, non siamo in una situazione di allarme pandemico. Piuttosto, le segnalazioni indicano che la rete di sorveglianza è un paracadute per evitare emergenze più ampie: vediamo i frutti di quanto abbiamo imparato durante la pandemia”, afferma Maga.

 

SarsCoV2 ancora presente

Infine, il virus SarsCoV2 non è scomparso e continua a causare ricoveri, soprattutto tra gli anziani. In Italia, i ricoveri sono aumentati del 32% in una settimana, secondo i dati degli ospedali sentinella della Fiaso. Solo il 24% dei casi si riferisce a ricoveri per Covid, mentre il restante 76% dei ricoveri riguarda pazienti con Covid, ovvero ricoverati per altre cause e risultati positivi al test. Questo dato conferma la necessità di mantenere le misure di prevenzione e di accelerare la campagna vaccinale.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA