una lezione per il presente e il futuro

Giornata della Memoria: mai dimenticare, ciò che è stato non si ripeta

Una giornata mondiale in ricordo alle milioni di vittime dell’Olocausto che oggi assume un significato particolare per la guerra in MO tra Israele e Hamas

Giornata della Memoria: mai dimenticare, ciò che è stato non si ripeta

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, la data che segna la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa nel 1945. In questo giorno, il mondo rende omaggio alle vittime dell’Olocausto, il genocidio perpetrato dai nazisti contro gli ebrei e altre minoranze durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Meditate che questo è stato, vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore”. Sono alcuni versi della poesia di Primo Levi, la prefazione di “Se questo è un uomo”, il libro dove lo scrittore deportato ad Auschwitz racconta la sua prigionia nel lager, un luogo di morte costruito dai nazisti per annientare la dignità umana. Levi ci “comanda” di non dimenticare, perché ciò che è stato non si ripeta e perché la memoria dell’Olocausto venga custodita nel tempo. 

 

Quest’anno, il Giorno della Memoria assume però un significato particolare, in quanto coincide con un periodo di conflitto in Medio Oriente tra Israele e Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza. Il confronto tra le due parti, iniziato da quel famoso 7 ottobre 2023, ha causato oltre 26mila di morti, oltre a gravi danni alle infrastrutture e ai servizi umanitari.

 

La Shoah, una tragedia senza precedenti

La Shoah, termine ebraico che significa “catastrofe”, è il nome con cui si indica l’Olocausto, il piano di sterminio sistematico degli ebrei ideato e attuato dai nazisti e dai loro alleati tra il 1933 e il 1945. Si stima che circa sei milioni di ebrei siano stati uccisi nei campi di concentramento, nei ghetti, nelle fosse comuni e nelle camere a gas. Tra le vittime, vi furono anche milioni di persone appartenenti ad altre categorie perseguitate, come i rom, i sinti, i testimoni di Geova, gli omosessuali, i disabili, i prigionieri politici e i partigiani.

La Shoah rappresenta uno dei crimini più atroci e inumani della storia dell’umanità, una violazione dei diritti umani e della dignità umana che ha lasciato una ferita profonda nella memoria collettiva. Per questo motivo, il Giorno della Memoria è stato istituito nel 2000 dalle Nazioni Unite come una giornata internazionale dedicata alla commemorazione delle vittime e alla sensibilizzazione sulle conseguenze dell’odio, dell’intolleranza e dell’antisemitismo.

 

Il Giorno della Memoria, un momento di riflessione e di dialogo

In occasione del Giorno della Memoria, sono state organizzate in tutto il mondo diverse iniziative per ricordare le vittime della Shoah e per promuovere la cultura della pace, del rispetto e della solidarietà. Tra queste, vi sono cerimonie, mostre, concerti, proiezioni, conferenze, testimonianze, momenti di preghiera e di silenzio.

In Italia, il Giorno della Memoria è stato celebrato ieri al Quirinale con una cerimonia con particolare solennità, in Israele, una sirena risuonerà per due minuti in tutto il paese, durante i quali la popolazione si fermerà in segno di rispetto

 

La Shoah, una lezione per il presente e il futuro

Il Giorno della Memoria è un’occasione per riflettere sul passato, ma anche per guardare al presente e al futuro con speranza e responsabilità. La Shoah ci insegna che l’odio, la violenza e la discriminazione possono portare a conseguenze terribili e irreversibili, e che è necessario contrastare ogni forma di razzismo, antisemitismo e negazionismo. Allo stesso tempo, la Shoah ci mostra che la vita, la libertà e la giustizia sono valori fondamentali e inalienabili, e che è possibile resistere al male con il bene, con la solidarietà e con il coraggio.

In un mondo segnato da conflitti, crisi e sfide, il Giorno della Memoria ci invita a non dimenticare la Shoah, ma a farne una fonte di ispirazione per costruire una società più umana, più pacifica e più fraterna. Come ha detto il premio Nobel per la pace Elie Wiesel, sopravvissuto ad Auschwitz: “Non si può combattere il male dimenticandolo, ma ricordandolo. Ricordare è un dovere, dimenticare è un crimine”.

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