749esimo giorno di conflitto

Guerra in Ucraina, Putin: “Pronti a nucleare se sovranità a rischio”

Il presidente russo minaccia l’uso nucleare in caso di minaccia. Drone colpisce raffineria a Riazan. USA inviano aiuti all’Ucraina. Volkov aggredito.

Guerra in Ucraina, Putin: “Pronti a nucleare se sovranità a rischio”

La situazione in Ucraina continua a essere tesa, con il conflitto che ha raggiunto il giorno 749. Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso la possibilità di un ricorso all’arsenale nucleare della Russia in caso di minacce dirette alla sovranità o all’indipendenza del paese, in una recente intervista concessa ai media statali. Putin ha anche espresso la speranza che gli Stati Uniti non procedano verso azioni che potrebbero innescare un conflitto nucleare, pur evidenziando che le forze nucleari russe sono in stato di allerta.

 

Nel frattempo, si è verificato un attacco con drone su una raffineria di petrolio a Riazan, situata a sud-est di Mosca, che ha provocato un incendio e il ferimento di alcune persone, come riportato dal governatore della regione. In aggiunta, il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha confermato l’invio di un sostanzioso pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, del valore di 300 milioni di dollari.

 

In un evento separato, Leonid Volkov, stretto collaboratore del defunto dissidente russo Alexei Navalny, è stato vittima di un brutale assalto in Lituania. Kira Yarmysh, portavoce di Navalny, ha riferito che Volkov è stato attaccato con un martello davanti alla sua residenza. L’aggressore ha prima danneggiato il finestrino dell’auto di Volkov, poi gli ha spruzzato un liquido irritante negli occhi e infine lo ha colpito ripetutamente con un martello. Volkov aveva precedentemente espresso preoccupazioni per la sua sicurezza in un’intervista con il giornale indipendente russo Meduza, sottolineando il rischio crescente per la vita dei dissidenti.

 

La tragedia a Kryvyj Rih 

Un tragico bilancio emerge dall’incendio scatenato da un attacco russo a Kryvyj Rih, nella regione di Dnipropetrovsk: quattro persone hanno perso la vita e altre 44 sono rimaste ferite. “Con grande dolore dobbiamo aggiornare il conteggio delle vittime: quattro cittadini, inclusa una donna di 47 anni, sono deceduti a causa delle ferite”, ha comunicato Oleksandr Vilkul, a capo del Consiglio di difesa locale. Tra i feriti, 12 sono bambini; 20 persone, di cui 9 minori, necessitano di cure ospedaliere, con sei individui in condizioni critiche.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha promesso ritorsioni contro la Russia in seguito all’attacco a Kryvyj Rih. “Provvederemo a infliggere perdite significative allo Stato russo”, ha affermato Zelensky, sottolineando che il Cremlino dovrà pagare per le sue azioni. “Le nostre misure stanno proteggendo vite umane, non solo in Ucraina ma in tutto il mondo”, ha concluso.

 

Il sostegno UE e USA

L’Unione Europea è sull’orlo di un’intesa per un pacchetto di aiuti militari per Kiev del valore di 5 miliardi di euro. Sebbene l’intesa finale sia ancora in sospeso, i segnali indicano che un compromesso è a portata di mano. I rappresentanti dei 27 paesi membri dell’UE sono pronti a ratificare oggi una “soluzione di compromesso” che darebbe vita al Fondo di Assistenza per l’Ucraina, noto come UAF, dotato di 5 miliardi di euro.

Il dilemma principale, ovvero la clausola del “comprare europeo” fortemente voluta da Parigi, sembra essere stato risolto attraverso un principio di flessibilità che consenta di acquistare dai mercati internazionali qualora l’industria della difesa europea non fosse in grado di soddisfare le richieste. Un diplomatico ha chiarito: “È logico che ci sia una predilezione per i fornitori europei, dato che si tratta di un fondo europeo con capitali europei. Tuttavia, il compromesso è essenziale per preservare l’intento originale del fondo, cioè fornire assistenza militare tempestiva all’Ucraina.”

Alla guida dell’intesa, secondo le informazioni, vi è una collaborazione inedita tra Italia e Olanda, che ha saputo unire circa venti nazioni. Di conseguenza, la Francia ha dovuto ammorbidire la sua posizione, seguendo un percorso simile a quello intrapreso dalla Germania. Quest’ultima aveva inizialmente preso una posizione ferma, chiedendo una separazione dei pagamenti al fondo, parte dello European Peace Facility, basandosi sui suoi considerevoli aiuti militari bilaterali. Tale posizione si è progressivamente attenuata e ora è stata integrata in una serie di “misure tecniche”. Pertanto, l’UAF, con un budget totale di 5 miliardi di euro, destinerà 4,5 miliardi di euro a “appalti congiunti e unilaterali, scorte, nonché acquisti unilaterali e congiunti”, mantenendo una flessibilità che permette comunque di “importare componenti da paesi terzi”.

Parallelamente, gli Stati Uniti hanno confermato l’invio di nuovi aiuti militari all’Ucraina per un valore di 300 milioni di dollari, inclusi nel pacchetto anche missili Atacms. Secondo quanto riportato da Politico, che cita fonti dell’Amministrazione, il pacchetto includerà munizioni Apam (Anti-Personnel/Anti-Materiel), una versione precedente del sistema a lungo raggio Atacms, capace di percorrere 160 chilometri e trasportare testate con centinaia di bombe a grappolo. Gli Stati Uniti avevano già fornito all’Ucraina un primo lotto di Atacms a medio raggio lo scorso settembre.

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