202esimo giorno di guerra

MO, le proteste USA e la crisi a Rafah: il mondo sempre più in bilico

Le università americane sono teatro di manifestazioni contro la guerra e la politica estera. Intanto, a Rafah, un raid israeliano aggrava la crisi

MO, le proteste USA e la crisi a Rafah: il mondo sempre più in bilico

In un periodo di crescente tensione globale, gli Stati Uniti si trovano al centro di una serie di proteste studentesche alimentate da una forte opposizione alla guerra e da un sentimento filo-palestinese. Le università sono diventate l’epicentro di manifestazioni e sit-in, che hanno portato a numerosi arresti e a un acceso dibattito pubblico. La situazione è ulteriormente complicata da sviluppi internazionali, come gli attacchi aerei a Rafah e la pubblicazione di un video di un ostaggio israelo-americano da parte di Hamas.

 

Proteste nei campus degli Stati Uniti: una rivolta che si espande

La protesta dilaga nei campus universitari degli Stati Uniti, con studenti che si oppongono alla guerra e alle politiche filo-palestinesi. Le tensioni crescono mentre la polizia si scontra con i manifestanti in diverse università del paese.

All’Università del Texas ad Austin, centinaia di poliziotti hanno affrontato i manifestanti, spingendoli fuori dal prato del campus. Almeno 20 dimostranti sono stati arrestati su richiesta delle autorità universitarie e statali. Alla University of Southern California, la polizia ha tentato di rimuovere gli accampamenti e le tende dei manifestanti. Nel nord della California, gli studenti sono barricati all’interno di un edificio alla California State Polytechnic University. Anche l’Università di Harvard ha visto l’allestimento di un campo con 14 tende, nonostante le restrizioni di accesso imposte dalla direzione. La New York University ha assistito all’arresto di 133 manifestanti, accusati di condotta disordinata.

 

Le richieste degli studenti universitari

Gli studenti che partecipano alle proteste chiedono tagli ai legami con Israele e disinvestimenti nelle aziende militari. Le autorità hanno risposto con arresti per violazione di domicilio o condotta disordinata. La situazione è così tesa che persino il presidente della Camera degli Stati Uniti, Mike Johnson, ha minacciato di far intervenire la Guardia Nazionale se la preside della Columbia University, Minouche Shafik, non riuscirà a mettere ordine nel caos.

Richieste di Dimissioni alla Columbia University

Johnson ha dichiarato: “Non possiamo permettere che questo tipo di odio e antisemitismo fiorisca nei nostri campus, e dobbiamo fermarlo sul nascere”. Ha invitato la presidente Shafik a dimettersi se non riuscirà a riportare immediatamente ordine in questo caos. Durante una conferenza stampa nel campus della Columbia, Johnson è stato più volte interrotto dalla folla, che lo ha fischiato.

Nel frattempo, la polizia si è scontrata con gli studenti dei campus in California e Texas, anch’essi sul piede di guerra contro l’intervento di Israele a Gaza e il sostegno americano a Tel Aviv. 

In tutto il paese, gli studenti si uniscono alla rivolta, sfidando le autorità e cercando di esprimersi liberamente contro il genocidio e l’occupazione della Palestina. Un gruppo di professori e assistenti ha firmato una lettera in cui chiede il ritiro delle accuse e la protezione delle proteste senza ritorsioni da parte della polizia.

 

Sit-in pacifisti e accuse di antisemitismo

La protesta si diffonde nei campus universitari degli Stati Uniti, con studenti che si oppongono alla guerra e alle politiche filo-palestinesi. Le tensioni aumentano mentre la polizia si scontra con i manifestanti in diverse università del paese.

Diverse persone sono state arrestate durante una manifestazione di solidarietà con i palestinesi all’Università del Texas di Austin. Il governatore del Texas, Greg Abbott, ha dichiarato che “gli arresti continueranno fino a quando non sarà dispersa la folla”. Secondo Abbott, “l’antisemitismo non sarà tollerato in Texas”. Ha aggiunto che gli studenti che partecipano a proteste piene di odio e antisemite in qualsiasi college o università pubblica del Texas dovrebbero essere espulsi.

 

Raid aereo su Rafah: bilancio e reazioni internazionali

Intanto la guerra a Gaza continua. Un raid aereo israeliano ha colpito un edificio residenziale a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, causando la morte di almeno tre persone e il ferimento di diverse altre. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito che, dal 7 ottobre, l’enclave palestinese ha registrato almeno 34.262 morti e 77.229 feriti, secondo i dati forniti dal ministero della Sanità locale gestito da Hamas.

Secondo vari media internazionali, l’esercito israeliano ha completato i preparativi necessari per un’operazione a Rafah, considerata l’ultimo bastione di Hamas nella Striscia di Gaza. Si attende ora l’approvazione politica per procedere con l’attacco, come riportato da un alto funzionario della Difesa. La tensione rimane alta mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione gli sviluppi della situazione. La Casa Bianca, attraverso il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, ha espresso opposizione a un’operazione militare su vasta scala a Rafah, sottolineando la continuazione delle conversazioni con Israele. Sullivan ha affermato che esistono “altri modi per colpire Hamas”, evidenziando una ricerca di soluzioni alternative.

Nel frattempo, Hamas ha pubblicato su Telegram un video di un ostaggio israelo-americano, Hersh Goldberg-Polin. Nel video, la cui data non è stata specificata, il giovane di 23 anni critica la gestione del governo israeliano riguardo alla situazione degli ostaggi e sollecita azioni per il suo rilascio.

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