215esimo giorno di guerra

Gaza, riapertura valico Kerem Shalom: svolta umanitaria o tattica?

La comunità internazionale preoccupata per l’escalation ha chiesto ad Israele di riaprire immediatamente i valichi per garantire l’accesso agli aiuti

Gaza, riapertura valico Kerem Shalom: svolta umanitaria o tattica?

In un contesto di tensioni crescenti e speranze vacillanti, arriva una notizia che potrebbe rappresentare una svolta umanitaria o una mossa tattica nel conflitto prolungato di Gaza: il valico di Kerem Shalom è stato nuovamente riaperto. Tuttavia, le mosse geopolitiche degli Stati Uniti e le dichiarazioni dell’Unione Europea gettano ombre sul futuro di Rafah, alimentando il dibattito su una possibile tregua e le implicazioni di una pace tanto agognata quanto elusiva.

 

Apertura umanitaria a Gaza

Il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori (COGAT) israeliano ha annunciato la riapertura del valico di Kerem Shalom, situato al confine meridionale con Gaza, per facilitare l’ingresso di aiuti umanitari. Camion carichi di aiuti, donati dalla comunità internazionale e provenienti dall’Egitto, sono già in transito verso il valico. Dopo rigorose ispezioni di sicurezza, i rifornimenti verranno trasferiti a Gaza. La riapertura è stata sollecitata sia dagli Stati Uniti che dalle Nazioni Unite, in seguito alla chiusura del valico di Rafah, ora sotto il controllo israeliano. Fonti egiziane riportano che mediatori internazionali stanno lavorando al Cairo per rinnovare i negoziati di tregua tra Israele e Hamas.

 

Tensioni e tattiche militari

Parallelamente agli sviluppi umanitari, gli Stati Uniti hanno interrotto la consegna di un imponente carico di munizioni ad Israele, citando preoccupazioni per la situazione a Rafah. Un funzionario militare americano, sotto copertura dell’anonimato, ha rivelato che il carico comprende 1.800 bombe da 910 chili e 1.700 bombe da 225 chili. L’amministrazione Biden ha espresso incertezze su come procedere con la spedizione, in attesa di una risposta chiara da Israele riguardo le operazioni militari annunciate a Rafah. Questa sospensione evidenzia la cautela degli USA di fronte alle tensioni crescenti e potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle dinamiche del conflitto.

 

Rafah sotto il fuoco

La città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, è attualmente uno dei luoghi più pericolosi per i civili palestinesi. Sebbene non sia ancora stata interamente invasa via terra, è stata pesantemente colpita da Israele. Non si conosce esattamente il numero dei civili palestinesi presenti a Rafah, ma diverse stime parlano di decine, se non centinaia di migliaia di persone.

L’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha annunciato di aver preso il controllo del valico di Rafah al confine con l’Egitto. Foto e video mostrano i carri armati israeliani che hanno occupato la parte di Gaza del valico di Rafah, come parte di un’“operazione mirata” contro Hamas nelle aree limitate della parte orientale di Rafah. Tuttavia, la situazione umanitaria rimane critica, poiché il valico di Rafah è stato chiuso sul lato palestinese a causa della presenza dei carri armati israeliani, interrompendo gli aiuti umanitari destinati alla popolazione dell’enclave palestinese.

La comunità internazionale è preoccupata per l’escalation dei combattimenti e chiede la riapertura immediata dei valichi per garantire l’accesso agli aiuti umanitari. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha esortato Israele a riaprire subito i valichi, sottolineando l’importanza di un accordo tra Israele e Hamas per evitare ulteriori perdite di vite umane e una situazione ancora più disastrosa. La speranza di una tregua rimane fragile, mentre la violenza continua a colpire Rafah e la Striscia di Gaza.

 

Sfida nelle relazioni USA-Israele

L'amministrazione del presidente Biden si prepara a comunicare al Congresso, in questa settimana cruciale, se ritiene che Israele abbia violato il diritto internazionale o statunitense durante le recenti operazioni a Gaza. Questa valutazione, dai significativi impatti morali e politici, assume particolare rilevanza alla luce degli eventi recenti.

Il rapporto, la cui pubblicazione parziale è attesa a breve, arriva in un momento di tensione nelle relazioni tra Stati Uniti e Israele, soprattutto dopo l'incursione dei carri armati israeliani nella città di Rafah, nel sud di Gaza, avvenuta nonostante gli avvertimenti del presidente Biden e delle istanze della comunità internazionale. 

La possibile conclusione da parte dell'amministrazione Biden riguardo alla violazione delle leggi statunitensi o internazionali da parte di Israele potrebbe innescare richieste di sospensione degli aiuti militari americani, visto che sotto la pressione di rappresentanti democratici, il presidente Usa ha emanato a febbraio un memorandum sulla sicurezza nazionale che impone agli stati beneficiari di aiuti militari dagli Stati Uniti di impegnarsi per iscritto nel rispetto del diritto internazionale e delle leggi statunitensi che regolano gli aiuti esteri. Inoltre, il Dipartimento di Stato è incaricato di valutare la credibilità di tali impegni e di produrre un rapporto in merito. Sebbene il memorandum non specifichi azioni specifiche nel caso di inadempienza da parte di Israele, alcune leggi statunitensi prevedono conseguenze.

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