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Il punto della senatrice Pd

Fedeli: “Lezioni a casa per problema trasporti? Motivazione sbagliata”

L’ex ministra dell’Istruzione sul tema della prevenzione nelle scuole: “Servono i fondi del Mes”. E su precari e maxi-concorso: “Azzolina si confronti”

Fedeli: “Lezioni a casa per problema trasporti? Motivazione sbagliata”

Senatrice Fedeli, in epoca Covid questo è un momento davvero complicato per la scuola. Ci sono ancora molti nodi irrisolti, la confusione è tanta e restano critiche le condizioni riguardo alla prevenzione.


Senatrice Fedeli: “E’ un tema centrale quello dell’apertura delle scuole in sicurezza. Perché di fronte a una eventuale, ulteriore chiusura anche per un breve periodo ci troveremmo di fronte a un errore fatale. I nostri ragazzi hanno già perso 6 mesi: che non sono solo mesi di apprendimento culturale ma anche di crescita individuale e di socializzazione. Per questo la questione della prevenzione è fondamentale. Ed è necessario affrontare la discussione in termini oggettivi. Come si previene? Come si mettono costantemente in sicurezza le scuole? Secondo me facendo investimenti mirati. Era stato anche avviato un dibattito sull’assunzione di medici puntando sulla medicina territoriale e mettendo complessivamente in sicurezza il sistema per avere i ragazzi a scuola. Ora molte responsabilità sono state affidate agli insegnanti. Ma invece servivano i medici. Anche in termini strutturali questo investimento sarebbe stato importante”. 

 

 

A quali fondi attingere?


Senatrice Fedeli: “Personalmente continuo a dire che bisognerà utilizzare le risorse del Mes finalizzate alla salute e alla prevenzione per tutto ciò che si ritiene necessario. Anche attraverso un lavoro coordinato tra i due ministeri – Istruzione e Salute – e anche con il ministero dei Trasporti”.

 

 

La ministra Azzolina ha respinto la proposta di alcune Regioni di introdurre di nuovo la didattica a distanza per gli ultimi anni delle scuole superiori. I numeri del ministero parlano di una percentuale di contagi molto bassa. Cosa ne pensa?


Senatrice Fedeli: “Bisogna capire quale è la motivazione alla base della richiesta. C’è chi dice che bisogna tornare alla didattica a distanza perché c’è un problema sui trasporti. Questo non va bene, a mio avviso la motivazione è sbagliata. Il punto è che andava valutato e programmato in termini di prevenzione – non da oggi, ma da aprile, maggio – tutto ciò che sarebbe stato necessario di fronte a un fenomeno così inedito come il coronavirus per rendere sicuro sia recarsi a scuola che stare all’interno della scuola. Detto questo, c’è già chi è organizzato in presenza e chi a distanza perché c’è un problema con gli spazi, e ci sono delle condizioni oggettive differenti tra le scuole. Quindi, non demonizzo lo strumento della didattica a distanza ma non deve essere la soluzione ai problemi. I problemi vanno guardati e affrontati per garantire ai nostri ragazzi – dalla scuola dell’infanzia alla primaria fino alle superiori e all’università - con tutti gli strumenti e gli interventi necessari di poter frequentare. Questo è il cuore fondamentale della politica di un Paese che sa guardare al suo futuro partendo dall’oggi”.

 

 

Un nodo irrisolto è quello della carenza di docenti. Oggi è stata indetta a livello nazionale una giornata di mobilitazione dei precari con presìdi davanti alle prefetture delle principali città italiane. Viene contestata la decisione del Governo di indire in un periodo di emergenza sanitaria come questo un concorso straordinario per il prossimo 22 ottobre e a seguire un maxi concorso con 500 mila candidati. 


Senatrice Fedeli: “Credo che per consentire nelle migliori e più sicure condizioni possibili la frequentazione delle scuola ai ragazzi sarebbe stato di buon senso spostare questo concorso durante le vacanze di Natale, o durante un periodo in cui la scuola è chiusa. Il problema non è non fare il concorso. Ma considero sbagliato se per farlo oggi bisogna chiudere le scuole per far accedere alle prove 64 mila candidati per 32 mila posti. Che facciamo chiudiamo di nuovo? Altre giornate perse per i ragazzi? A mio avviso è necessario guardare sempre ciò che è utile o ciò che non lo è mettendo al centro studenti, insegnanti e famiglie”.

 

 

Per Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda questi concorsi non produrranno alcun effetto immediato in termini di assunzioni con il rischio che molti candidati in isolamento fiduciario o in quarantena non potranno prendere parte alle prove.


Senatrice Fedeli: “Hanno ragione, questo concorso non risolve il problema delle assunzioni nell’immediato perché per il passaggio di ruolo dei vincitori bisogna espletare delle procedure e attendere sostanzialmente settembre dell’anno prossimo. Altra questione è quella del precariato. Avevamo iniziato tra il 2017 e il 2018 ad abbassare il numero dei precari con concorsi ordinari e straordinari. E con una riforma del reclutamento dei docenti che abbiamo fatto nel 2017 in attuazione alla Buona Scuola. Perché nella scuola si deve entrare in modo ordinario, cioè con i concorsi, quindi bisogna programmarli. Tenendo presente però che chi sta a scuola ha i titoli per starci. Mi riferisco a supplenti e insegnanti che hanno i titoli per insegnare, anche se non hanno avuto ancora la possibilità di fare un concorso e di passare di ruolo. Andrebbe fatta una discussione più attenta. Comunque, per superare il precariato che è storico, e che è esploso nel 2019 e nel 2020, i concorsi vanno programmati ogni 2 o 3 anni anche sulla base dei pensionamenti che si registrano ogni anno. Nel 2017 erano 80 mila i precari e poi ed erano iniziati a diminuire perché si sono fatti i concorsi straordinari o ordinari”. 

 

 

I sindacati lamentano da molto tempo l’assenza di un confronto con la ministra Azzolina. 


Senatrice Fedeli: “Lamentano una cosa che è oggettiva. Chi ha la responsabilità di un ministero così importante e complesso come quello dell’Istruzione deve avere le idee chiare, una visione. E deve confrontarsi, coinvolgere e condividere il più possibile. Questo è fondamentale. Il riformismo e l’innovazione dall’alto non funzionano perché poi sono le persone – insegnanti, dirigenti scolastici, personale tecnico amministrativo – che devono realizzare le decisioni e le scelte che si fanno sulla scuola. Coinvolgimento e ascolto sono essenziali ma senza veti. Non c’è nessuno che opera nella scuola o che rappresenta le diverse figure professionali che non voglia il meglio per gli studenti e un’istruzione migliore possibile. Se sul tavolo metti il confronto, la capacità di ascolto e il rispetto reciproco delle differenti funzioni le intese si raggiungono perché partono da un obiettivo comune”. 

 

 

La ministra su molte questioni si difende dicendo che ci sono problemi strutturali nella scuola irrisolti da anni. 


Senatrice Fedeli: “Obiettivamente dal 2015 in poi abbiamo fatto forti investimenti, ad esempio sull’edilizia scolastica e non solo per mettere in sicurezza gli edifici ma anche per riorganizzare gli ambienti scolastici. E da allora si sta andando avanti con quei finanziamenti. In secondo luogo, abbiamo fatto diventare decreti legislativi otto deleghe importanti in attuazione della legge 107, quella sulla Buona Scuola: diritto allo studio, formazione dei docenti delle scuole superiori, promozione della cultura umanistica, revisione dei percorsi professionali, il sistema integrato di educazione e istruzione da zero a sei anni, l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Sono tutti dossier che abbiamo avviato concretamente. Penso anche , ed è un esempio a cui tengo molto, che con il Governo Gentiloni avevamo previsto il reddito di inclusione e chi aveva figli sotto i 18 anni doveva mandarli a scuola per averne diritto”. 

 

 

Quale è il problema secondo lei?


Senatrice Fedeli:  “Il problema è che in questo Paese anche quando cambiano le maggioranze di Governo sarebbe giusto andare avanti sul lavoro di chi è venuto prima di te. Oggi chi arriva a fare il ministro dell’Istruzione azzera o comunque non va avanti nei percorsi di innovazione che sono stati fatti proprio per risolvere i problemi che oggi ci sono. Questo vale per le modifiche fatte sull’alternanza scuola-lavoro, sbagliando. Inoltre, non si sta investendo sulla digitalizzazione, non ci sono gli investimenti sulla formazione post diploma per gli istituti tecnici superiori”. 

 

 

Da politica e sindacalista che ha ricoperto anche il ruolo di ministra dell’Istruzione che consiglio darebbe alla ministra attuale?


Senatrice Fedeli:  “Adesso siamo in una situazione di emergenza per la pandemia, ed è giusto dire che non è la stessa cosa di quando ero ministra. Ma a mio avviso dovrebbe operare perché l’insieme del Consiglio dei ministri da una parte, e l’insieme dei rappresentai del mondo della scuola dall’altra - studenti, insegnanti, personale tecnico amministrativo e genitori – dicano quali sono gli obiettivi che si vogliono perseguire declinando poi tutti gli aggiustamenti e le modifiche che si intendono fare. Il tema è merito e metodo, visione e capacità di aggregare un passo dopo l’altro tutti i soggetti interessati”. 

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