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Le presidenziali Usa 2020

Si combatte sui social la volata finale della campagna Usa 2020

Donald Trump in forte vantaggio su Facebook e Instagram, Joe Biden vince su Twitter. Nell’indicatore delle emozioni positive prevale però lo sfidante

Si combatte sui social la volata finale della campagna Usa 2020

L’onda dei “social media” che ha sostenuto la vittoria degli ultimi due presidenti (Obama e Trump) sarà ancora determinante per l’imminente elezione presidenziale? Tutti gli analisti in queste ore si stanno ponendo questa domanda. E fanno riflettere i dati sui social media degli ultimi 30 giorni di campagna elettorale forniti da CrowdTangle, una piattaforma dati di proprietà di Facebook: la pagina ufficiale di Trump su Facebook ha ottenuto 130 milioni di reazioni, condivisioni e commenti, contro i 18 milioni della pagina di Biden aumentando il divario del mese precedente quando Trump aveva ottenuto 86 milioni di interazioni contro i 10 milioni di Biden.

 

Per quanto riguarda Instagram, sempre negli ultimi 30 giorni, Trump ha ampiamente superato Biden, ottenendo 60 milioni di “mi piace” e “commenti” sui suoi post, quasi il doppio dei 34 milioni di Biden. Nel mese precedente, Trump aveva ricevuto 39 milioni di “mi piace” e “commenti”, mentre Biden solo 13. Secondo SocialBlade, una società che tiene traccia delle prestazioni video, nell’ultimo mese Trump ha ottenuto su YouTube 207 milioni di visualizzazioni, anche qui ampiamente superando i soli 29 milioni di Biden. In controtendenza appare Twitter che negli ultimi giorni, dai dati forniti dalla società di media intelligence Conviva, vede Biden superare Trump per quanto riguarda il numero medio di retweet e risposte ai post.A vedere questi numeri si resta quasi stupefatti dal loro contrasto con i sondaggi elettorali che danno Biden mediamente con circa 10 punti di vantaggio a proprio favore.

 

Per cercare di comprendere se esiste una spiegazione plausibile a questo contrasto dobbiamo affidarci all’analisi semantica condotta attraverso l’intelligenza artificiale, tecnologia in questo caso fornita da Expert e analizzata da Antonio Preiti, e “quello che la tecnologia restituisce è un inedito film emozionale del popolo americano rispetto alle elezioni”. Anche qui il punto di partenza vede dominare Trump che occupa il 60,1% dello spazio politico (calcolato sui primi cinque nomi presenti nel dibattito politico) con Biden al 22,9%. Al terzo posto troviamo Barack Obama, che suscita più emozioni dei due vicepresidenti Kamala Harris e Mike Pence. 

 

È facilmente intuibile come in passato chi ha maggiormente occupato lo spazio politico abbia poi vinto le elezioni, ma per Trump potrebbe esserci un’eccezione data dal fatto che il suo spazio è costituito anche dalle emozioni negative che produce. A riprova di ciò vi è l’individuazione da parte della tecnologia utilizzata di quali siano le emozioni più diffuse in questa campagna elettorale: al primo posto il “successo”, al secondo la “paura” e al terzo posto l’“odio”. A seguire: speranza, desiderio, ansia, ruvidezza, tristezza, vergogna e repulsione. Insomma, un quadro prevalentemente a tinte fosche. Ma la scoperta arriva dalla realizzazione di un indicatore sintetico costruito dando un valore via via più grande per l’emozione più forte (gioia è più forte di successo, ad esempio) e opposto per le emozioni di segno negativo (l’odio è più forte dell’ansia, ad esempio) che riconduce l’insieme di queste emozioni a un unico strumento in grado di valutare i due candidati alla Casa Bianca. Si tratta di un punteggio sulla capacità di suscitare e di catalizzare emozioni in una scala da 1 a 100 che vede alla fine prevalere Biden con un valore di 50,2 rispetto a Trump con un valore di 47,3.

 

La previsione sull’elezione del presidente americano è sempre affascinante, anche attraverso l’analisi dei social media, ma occorre tener conto delle specifiche complessità del sistema elettorale. L’unica certezza a oggi è che il presidente Trump ha fatto della guerra alle Big Tech un elemento centrale della campagna per la sua rielezione e potrebbe non avere tutti i torti.

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