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La grande fiction

Classifica 10 serie Tv più viste del 2020: Netflix, Rai e Sky

Trama, cast e curiosità sulle 10 serie Tv più discusse, amate e viste del 2020: da La Casa di Carta a Better Call Saul; da L'Amica geniale a The Crown

Classifica 10 serie Tv più viste del 2020: Netflix, Rai e Sky

Hanno riempito il vuoto lasciato dalla chiusura di cinema e teatri, ci hanno tenuto compagnia (e continuano a farlo),  nelle serate casalinghe di questo orribile anno. E allora scopriamo quali sono state le 10 serie più viste, premiate e discusse del 2020

 

1) L’Amica geniale

Lila e Lenù hanno fatto centro. L’Amica geniale- Storia del nuovo cognome, la seconda stagione del kolossal popolare di Rai 1, tratto dai romanzi di Elena Ferrante con protagoniste attrici non professioniste e recitato in dialetto (ma sottotitolato  per i non napoletani), è stato il fenomeno televisivo dell’anno (ogni puntata è stata vista da una media di 7milioni di spettatori). E per la prima volta una serie europea non in lingua inglese è approdata in Cina.  Nella seconda stagione  Lila (Gaia Girace) e Lenù (Margherita Mazzucco) le due amiche-nemiche hanno preso strade diverse, Lila si è sposata, ma si sente persa, mentre Elena è una studentessa modello che non si trova più a proprio agio con gli amici del quartiere dove è cresciuta, alla periferia di Napoli.  Il rapporto tra Lila e Lenù è fatto di sfide, di dipendenza e voglia di affermazione, bene profondo e invidia, hanno vite complicate, litigano,  si perdono e si ritrovano tra rabbia e ambizioni. 

Sei episodi della seconda stagione ambientata negli anni Sessanta sono  firmati da Saverio Costanzo e due da Alice Rohrwacher . La serie è andata in onda anche in America su HBO.  

 

La terza stagione si farà, ”Storia di chi fugge e di chi resta” (questo è il titolo ), verrà girata a Napoli, ma Lila e Lenù ( sembra dopo la terza puntata) , per via degli anni che passano saranno interpretate da altre attrici, i nomi ancora non si conoscono. Unica indiscrezione: Lenù, ormai adulta, potrebbe avere il volto di  Alba Rohrwacher  (è stata la voce narrante della saga televisiva).  La serie è disponibile su RaiPlay

 

2) La Regina degli Scacchi

Una miniserie Netflix diventata subito cult. E’  la storia di di Elizabeth Harmon  (Anya Taylor-Joy),  una bambina geniale che impara a giocare a scacchi nell’orfanatrofio dove finisce dopo la morte della madre (il padre ha un’altra famiglia e la rifiuta). E’ una storia di formazione, ma parla anche di competizione e di riscatto, di sofferenza , di femminismo, della capacità di vincere non solo gli avversari alla scacchiera, ma anche i propri demoni. Avvincente come un thriller (mai pensato che gli scacchi potessero essere un gioco così appassionante),  la miniserie è ambientata nel Kentucky, negli anni Sessanta (in realtà gli episodi sono stati girati a Berlino), in una società maschilista dove Elizabeth Harmon, torneo dopo torneo, in giro per il mondo, riesce ad affermarsi. 

 

La miniserie fa scacco matto anche per i costumi. Il guardaroba che indossa Anya Taylor-Joy sono capi su misura ideati da Gabriele Binder (la costumista con due nomination agli Oscar), che si ispira al look semplice, raffinato e anticonformista di Courrèges. Stile da copiare.   

La Regina degli Scacchi è tratta dal romanzo The Queen's of Gamblit di Walter Tevis, edito in Italia da Minimum Fax. Il New York Times ha scritto  che le partite che si giocano  nella serie tv sono basate su competizioni reali. Fra i consulenti c’è l’ex campione russo Garry Kasparov .

 

3) The Crown

La serie più spettacolare di Netflix, The Crown, nella quarta stagione  ha attraversato il periodo più  complesso del regno di Elisabetta II. Fine anni Settanta, la regina  (Olivia Colman) e la famiglia reale tutta, cerca  la moglie giusta per il principe Carlo (Josh O’Connor), mentre la nazione risente  l'impatto delle politiche  di Margaret Thatcher (Gillian Anderson), la prima donna a diventare  primo ministro. La fiction svela le tensioni tra il primo ministro e la  regina, che peggiorano quando la premier conduce il paese nella guerra delle Falkland, creando conflitti all'interno del Commonwealth. Gli scontri con Elisabetta durante gli appuntamenti in cui illustra le azioni di governo sono parte del meglio di The Crown 4: raccontano retroscena che , prima della serie, forse conoscevano in pochi. Altro punto centrale della narrazione è naturalmente lo sfortunato matrimonio di Carlo e Diana (Emma Corrin). Il principe del Galles  (dalla serie), ne esce maluccio. Viene ritratto come  un uomo geloso del successo della moglie, un traditore, che non rinuncia alla relazione con Camilla, a volte è addirittura sadico con Diana,  che ritiene inadeguata: marito e moglie non hanno nulla in comune, Diana è pop, Carlo è snob. 

 

Algida e formale, questa è Elisabetta II in The Crown, una  donna che ha difficoltà a mostrarsi affettuosa pure con i figli. Non fa una bella figura neppure Filippo, anzi è davvero antipatico e minaccioso con la nuora bulimica e sempre più isolata da tutti. Al debutto della serie la famiglia reale si è indignata, pare che il principe Carlo si sia rifiutato di vedere la fiction e Camilla avrebbe detto a un’amica di seguire ogni puntata bevendo un bicchiere di vino. Un gran clamore, tanto che il ministro della cultura britannico ha ottenuto che nella prossima stagione  di The Crown, venga specificato che si tratta di una finzione narrativa. 

 

Quanto c’è di vero nei fatti raccontati dallo sceneggiatore Peter Morgan?

Sulla vicenda è intervenuto l’autorevole periodico Economist, con un editoriale : “Ha importanza che The Crown racconti la realtà in forma di fiction? Offre comunque una versione più autentica della storia che ci vogliono vendere i Windsor”, mentre sul Guardian si legge che alcuni membri della famiglia reale sono anche peggiori di come li dipinge la serie.  

Comunque i timori di Buckingham Palace di non piacere così come appaiono in The Crown 4, ai sudditi di Sua Maestà la Regina si sono rilevati infondati. Secondo i sondaggi di alcuni  tabloid inglesi, la popolarità della Royal family è aumentata del 30 per cento.  

 

4) La casa di Carta

La quarta stagione che abbiamo visto ad aprile su Netflix non è certo la migliore, ma la serie resta comunque un fenomeno mondiale.Avevamo lasciato la banda di rapinatori asserragliata  nel Banco di Spagna, con un cliffangher strepitoso e l’inizio di una guerra totale. L’incipit de La Casa Di Carta 4 riprende esattamente dalla fine: in preda al caos. Ad un caos che mette a dura prova l’unione della banda. La banda di  rapinatori spagnoli che si chiamano con i nomi di città guidati dal “professore” sono ormai personaggi cult, è c’è pure il remake coreano.  La quinta stagione è in arrivo.

 

5) What We Do in the Shadows 

Tra horror e humor la seconda stagione della fiction di Sky  che racconta le vicende di tre amici vampiri che hanno vissuto a Staten Island per più di 100 anni, regala momenti di puro divertimento. Eppure il film che ha ispirato la serie è veramente mediocre. Anche con i nuovi episodi, l'opera di Jemaine Clement ha vinto la sfida non facile di portare le risate nell'oscuro e sanguinario regno degli uomini pipistrello, attraverso le storie dissacranti del gruppo di succhiasangue che condivide lo stesso appartamento.

 

6) Better Call Saul

Tredici anni dopo il primo episodio di Breaking Bad, Vince Gilligan  ha raccontato  ancora una delle storie criminali più appassionanti  della tv.  Quest'anno, la quinta stagione della serie Netflix con  Bob Odenkirk , prequel  della serie cult Breaking Bad ha raggiunto vette ancora più alte quando l'oscura trasformazione del brillante avvocato  Jimmy McGill nel famigerato Saul Goodman,  ha cominciato a prendere forma. Il culmine di questo arco narrativo tanto atteso è stato il viaggio nel deserto in Portantino, un episodio pieno di suspense, girato meravigliosamente come il resto della serie, che ha avvicinato Jimmy al suo futuro complice Mike Ehrmantraut  (Jonathan Banks).  Il critico televisivo del New York Times ha scritto: “Chi vede la quinta stagione di Better Call Saul ha già visto anche Breaking Bad e sa quindi , banalmente, dove finirà questa storia, eppure la guarda lo stesso”. 

 

7) Normal People

E’ la serie dell’anno basata sul bestseller di Sally Rooney. E’ la storia d’amore tra due ragazzi irlandesi Marianne e Connor. Lei di famiglia ricca, lui, campione di football,  è figlio di una ragazza madre che fa le pulizie a casa di Marianne. L’amore travolgerà le loro esistenze, un amore intenso, come può esserlo tra adolescenti. Sullo sfondo dei paesaggi irlandesi i ragazzi si amano, si separano e si riprendono, soffrono. E crescono. Una storia unica, perché parla di normalità. La serie ha battuto ogni record sul canale streaming della Bbc (oltre 21 milioni di visualizzazioni), in Italia è disponibile su Apple tv e Rakuten tv.  

 

8) Succession

Premiatissima agli Emmy Awards 2020 la serie andata in onda su Sky Atlantic e Now tv, si ispira a Rupert Murdoch, e quindi è piena di  intrighi, tradimenti e drammi personali. La storia ruota intorno alla figura di Logan Roy (Brian Cox), fondatore di un impero mediatico, ma è anziano e viene colpito da un infarto. Tra i figli si scatena la corsa all’eredità. Guardando Succession è come fare una full immersion nella parte buia dell’imprenditoria, fatta di personaggi malvagi e pronti a tutto per conquistare il potere.  

 

9) Kingdom

E’ la serie originale Netflix, rivelazione delle produzioni coreane. Paragonata al Trono di Spade, è un piccolo gioiello che unisce più generi, cappa e spada e zombi movie.  Siamo intorno al 1600,  in tutta la metà meridionale dell’antica Corea si è scatenata un’epidemia zombie che mette a rischio il paese. Il clan Haewon Cho, guidato dal primo consigliere del re e padre della stessa regina  Cho Hak-ju, è il più influente della nazione e ha nascosto la morte del sovrano (trasformandolo a sua volta in uno zombi) per conservare il potere. Riconosciuta anche dal critico del New York Times come una delle migliori serie internazionali dell’anno. Gli episodi sono sottotitolati.

 

10) Montalbano

Boom di ascolti per il Commissario Montalbano: l’ultima ed ennesima replica del  1 dicembre (La piramide di fango) su Rai 1 è stata seguita da oltre 4 milioni di telespettatori . La serie con Luca Zingaretti che veste i panni del personaggio creato da Andrea Camilleri non delude mai. Il commissario di Vigata ironico e autorevole indaga su casi che mettono in evidenza l’assurdità e le pesantezze del sistema Italia, in una Sicilia magnifica e difficile, affiancato da una squadra di personaggi sui generis. Una ricetta infallibile.  Il commissario Montalbano non sbaglia una mossa. Nemmeno da giovane, visto il successo della serie  prequel sul “Giovane Montalbano”, con Michele Riondino  al posto di Luca Zingaretti, che ha avuto uno share del 20,61per cento.  Calcolando che i primi episodi sono andati in onda nel 1999, la serie è stata vista, solo in Italia, da oltre 2 miliardi di telespettatori.  Insomma un miracolo televisivo, ma non c’è da meravigliarsi: “Montalbano sono”.  

 

Ecco invece la classifica delle 10 serie Tv da vedere su Netflix e Sky.

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