La Cig Covid 2021

Cassa integrazione 2021: proroga Cig Covid in legge di Bilancio 2021

La Manovra finanziaria 2021 è stata approvata dal Parlamento ed è diventata legge. Prevista la proroga di 18 settimane della cig Covid per il 2021

Cassa integrazione 2021: proroga Cig Covid in legge di Bilancio 2021

La legge di Bilancio 2021 da 40 miliardi di euro prevede la proroga della cassa integrazione Covid fino al 31 marzo 2021 dopo l'estensione al 31 gennaio 2021 con il decreto Ristori. 

 

Viene riconosciuto anche un esonero dal versamento dei contributi previdenziali ai datori di lavoro (con esclusione del settore agricolo) che hanno sospeso o ridotto l’attività a causa dell’emergenza COVID, per un periodo massimo di 4 mesi, fruibili entro il 31 maggio 2021.

 

L’esonero è determinato in base alla perdita di fatturato ed è pari:

  • al 50% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione del fatturato inferiore al 20%;

  • al 100% dei contributi previdenziali per i datori che hanno subito una riduzione del fatturato pari o superiore al 20%

Ecco i dettagli del decreto Ristori.

 

Cassa integrazione 2021: proroga Cig Covid in legge di Bilancio novità

La legge di Bilancio 2021 da 40 miliardi di euro è legge.

 

La Manovra finanziaria ha incassato la fiducia al Senato dopo quella alla Camera ad un giorno dalla fine dell'anno. Il testo finale prevede nuove misure a sostegno dell’occupazione e del mercato del lavoro, della sanità, della scuola, dell'economia e delle imprese, ma anche l’assegno unico, il taglio del cuneo fiscale e la moratoria sui mutui e sulle cartelle esattoriali.

 

Questa volta ci soffermeremo a parlare della cassa integrazione Covid nella legge di Bilancio e di come cambierà nel 2021.

 

Manovra 2021: scontro governo – sindacati su cig covid e licenziamenti

Governo e sindacati si sono più volte confrontati sulla cassa integrazione Covid e sul blocco dei licenziamenti previsti nella legge di Bilancio 2021, con le organizzazioni sindacali che hanno chiesto all’esecutivo una proroga di entrambe le misure fino alla fine di marzo 2021, altrimenti si rischia una vera e propria strage: a rischio un milione di lavoratori.

 

Le varie sigle sindacali CGIL, CISL e UIL, hanno chiesto a gran voce un allungamento dei tempi fino a primavera vista la seconda pesante ondata di contagi che sta mettendo a dura prova l’economia italiana, le imprese e di conseguenza i lavoratori.

 

Legge di Bilancio: cassa integrazione Covid per altre 18 settimane

Il governo ha stanziato in legge di Bilancio 5 miliardi di euro per la cassa integrazione Covid 2021: il decreto Ristori ha prorogato la misura fino al 31 gennaio 2021 mentre la Manovra fino al 31 marzo 2021. 

Il premier Conte ha dichiarato più volte di non voler lasciare indietro nessuno, quindi sono state previste ulteriori settimane di cassa integrazione a copertura di tutta la fine del 2020 e dell'inizio del 2021.

 

Per il 2021 sono previste altre 18 settimane di cassa integrazione, da utilizzare fino al prossimo giugno. La cig Covid 2021 sarà selettiva, ossia limitata alle aziende in difficoltà oppure ai settori in crisi maggiormente colpiti dalla pandemia. Non si ha ancora la certezza, ma potrebbe essere applicata con le stesse modalità del decreto Agosto:

 

  • gratuita per le aziende che hanno subito un calo del fatturato di almeno il 20%;

  • con un contributo del 9% per le aziende che hanno registrato una flessione del fatturato inferiore al 20%;

  • con un contributo del 18% per le imprese che non hanno registrato cali di fatturato. 

 

A partire dal 2021 la cassa integrazione covid non cambierà, a cambiare sarà solo il vincolo dei licenziamenti che continua ad animare gli animi dei sindacalisti sempre più convinti che le due misure debbano continuare ad andare di pari passo anche 2021.

 

L’incontro con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e con la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, non è riuscito a risolvere la questione visto che il governo ritiene sia arrivata l’ora di togliere lo stop ai licenziamenti, seguendo quelle che sono le indicazioni fornite dalla Corte dei Conti, ossia di non proseguire con strumenti di sostegno a pioggia, come previsti all’inizio della crisi sanitaria, ma con interventi mirati per chi ne ha davvero bisogno.  

 

La mappa dei licenziamenti città per città

Secondo uno studio Cerved realizzato per l’Anci, gli effetti produttivi negativi causati dal Covid19 sono significati un po’ dappertutto, ma in alcune aree del Paese sono ancora più pesanti, a seconda dell’economia locale che le caratterizza. Ad essere più penalizzate sono le città dove è presente l’industria dell’auto mentre tra le più fortunate ci sono quelle in cui sono presenti industrie farmaceutiche.

 

Secondo gli esperti le città medie con maggiore presenza di imprese fortemente colpite dalla pandemia sono Potenza (56,5% del fatturato), Chieti (56%) e Campobasso (54,7%), dove pesa l’automotive, ma anche Biella (55,7%), Prato (53%), Massa Carrara (52,9%), Frosinone (48,5%), Brescia (48%), Modena (47,4%) e Terni (46,3%).

 

Di contro le città meno colpite dalla pandemia sono Latina (37,8%), grazie al farmaceutico e all’agroalimentare, Imperia (30,3%), forte dell’industria olearia e della distribuzione alimentare moderna, Enna (26,8%), Nuoro (26,1%), Parma (23,5%), Benevento (22,9%), Brindisi (22,8%), Matera (21,3%), Perugia (21%) e Trapani (20,9%).

 

Stando alla situazione attuale, questa potrebbe diventare anche la mappa delle città più colpite dai licenziamenti nel caso in cui il governo non decida una proroga del blocco dei licenziamenti per il 2021.

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