Nuovi guai per Trump

Trump, Twitter decide il “blocco a vita” dal social per il tycoon

La decisione, dopo l’assalto al Congresso, impedirà all’ex presidente l’accesso anche in caso di “nuovi incarichi”. Intanto procede l’impeachment in Senato

Trump, Twitter decide il “blocco a vita” dal social per il tycoon

Niente da fare: nessuna “riabilitazione” per Donald Trump. Il tycoon, che dalla sua villa a Mar-a-Lago in Florida segue l’impeachment in corso in Senato, non potrà più tornare a “cinguettare” su Twitter. La decisione è stata comunicata dal Direttore finanziario della piattaforma social, Ned Segal, parlando alla Cnbc. Ma i guai per l’ex Presidente Usa non finiscono qui.

 

Twitter, “bando a vita” per Trump

Quando sei rimosso dalla piattaforma sei rimosso dalla piattaforma, che si tratti di un commentatore, di un Cfo o un di ex o attuale funzionario pubblico" ha chiarito Segal intervenendo in tv. "Ricordiamo - ha aggiunto il Direttore finanziario del social - che le nostre politiche sono state pensate per assicurare che la gente non inciti alla violenza. E se qualcuno lo fa, viene rimosso. E la nostra linea non permette di tornare indietro”.

Dunque nulla da fare: Donald Trump non potrà più utilizzare il proprio account per comunicare con i seguaci, come aveva fatto prima dell’assalto al Congresso del 6 gennaio scorso, costato la vita a 5 persone e in seguito al quale è scattato l’impeachment per l’ex Presidente americano, ora in corso.

 

Prosegue l’iter dell’impeachment

Dopo la difesa da parte del team di legali di Donald Trump (che però lui ha criticato), prosegue il dibattimento in Senato, dove si dovrà decidere se condannare il tycoon per istigazione all’insurrezione e alto tradimento. Secondo gli esperti giuristi, questo secondo impeachment per Trump non dovrebbe durare a lungo e potrebbe risolversi con un’assoluzione, forse già entro sabato.

Ma c’è un altro guaio giudiziario con cui ora l’ex inquilino della Casa Bianca deve fare i conti.

 

Georgia, inchiesta sulla telefonata shock

Secondo quanto riferisce il New York times, i procuratori dello stato della Georgia hanno aperto un'inchiesta sulla telefonata shock dello scorso 2 gennaio da parte di Donald Trump al segretario di Stato della stessa Georgia, Brad Raffensperger, nella quale il tycoon faceva pressioni perché fosse “trovati” voti a suo sostegno per le presidenziali. Non è il primo fascicolo del genere che viene aperto: anche nello stato di New York sono in corso accertamenti relativi (con inchiesta penale) a presunte pressioni da parte dell’ex presidente, convinto di essere vittima di brogli elettorali.

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