Il Papa in Iraq

Papa in Iraq, l’incontro con l’ayatollah Al-Sistani: momento storico

Entra nel vivo il pellegrinaggio di Bergoglio nella terra di Abramo. Faccia a faccia privato con la massima autorità religiosa sciita, nella sua casa a Naja

Papa in Iraq, l’incontro con l’ayatollah Al-Sistani: momento storico

Tra imponenti misure di sicurezza, è entrato nel vivo il pellegrinaggio di Papa Francesco in Iraq, fortemente voluto dal Santo Padre, a dispetto dei rischi in termini di minacce terroristiche e sanitarie, in un paese come l’Iraq dove è in vigore il lockdown per la pandemia Covid.

Oggi è il giorno dell’incontro, dall’alto valore simbolico e "geostrategico", tra Bergoglio e la massima autorità religiosa sciita, l’ayatollah Al-Sistani.

Ecco i dettagli.

 

Il faccia a faccia privato tra il Papa e l’ayatollah

L'incontro tra Bergoglio e Al-Sistani è stato organizzato in forma strettamente privata. Il Papa è giunto alle 9 del mattino (le 7 in Italia) a Najaf, nel sud del Paese, dove si trova la residenza privata dell’ayatollah. Ad accompagnarlo solo con un ristretto seguito. Secondo quanto ricostruito da Associated press, il faccia a faccia è durato 45 minuti ed è stato preceduto da alcuni eventi simbolici: l’ayatollah, 91 anni, ha aperto le porte della sua dimora come raramente avviene, al Papa Francesco, 84 anni, accolto dal figlio di Al-Sistani. All’arrivo di Bergoglio si sono levate in volo colombe bianche in segno di pace, come riferisce l'emittente curda Rudaw.

Al-Sistani ha poi atteso l’ingresso di Francesco, in piedi nel suo salotto di ricevimento, sorseggiando poi un thé insieme, alla presenza dei soli interpreti, seduti su un divano blu, immortalato poi dai fotografi.

 

Bergoglio: “Collaborazione e amicizia”

Papa Francesco ha ribadito "l'importanza della collaborazione e dell'amicizia fra le comunità religiose perché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell'Iraq, della regione e dell'intera umanità", come riferito dal direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, che ha aggiunto che "l'incontro è stata l'occasione per il Papa di ringraziare il Grande Ayatollah Al-Sistani perché, assieme alla comunità sciita, di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l'importanza dell'unità del popolo iracheno".  

 

Il trasferimento a Nassiriya

Terminata la visita, Papa Francesco è ripartito in auto alla volta dell’aeroporto di Nassiriya, per un incontro religioso per ricordare “l’indimenticabile strage del 12 novembre 2003 che provocò 28 morti di cui 19 nostri italiani", come specificato in un tweet padre Antonio Spadaro, direttore della rivista La Civiltà Cattolica, che sta accompagnando Papa Francesco nello storico viaggio in Iraq.

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