Cambio di colori

Colori Regioni, Italia verso zona arancione: pressing per riaperture

Lombardia, Emilia, Friuli e Toscana sperano di uscire dal rosso. Ma si chiede il ritorno alle fasce gialle per riaprire le attività. Oggi il bollettino

Colori Regioni, Italia verso zona arancione: pressing per riaperture

E’ il giorno del “verdetto”, quello in cui il bollettino settimanale sui contagi decide la “colorazione” delle Regioni e il cambio di fascia in molte zone d’Italia. Le attenzioni sono rivolte in particolare a Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana, che sperano nella “promozione” da rosse ad arancioni.

Ma ci sono anche diversi governatori che premono per il ripristino delle zone gialle, come il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che sottolinea l’esigenza di far ripartire le attività economiche. Ancora preoccupante, invece, la situazione in Calabria, Campania, Puglia e Valle d’Aosta, mentre la Sardegna rischia il passaggio in zona rossa, dopo essere stata l’unica in fascia bianca prima di Pasqua.

Il punto.

 

Chi sale e chi scende

A sperare nel passaggio da fascia rossa, di massimo rischio, ad arancione sono soprattutto le Regioni del nord, come Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e, al centro, la Toscana. Male, invece, Calabria, Campania, Puglia e Valle d'Aosta, che dovrebbero restare rosse. La crescita di contagi fa pensare che anche la Sardegna potrebbe essere “declassata”.

 

A quando la fascia gialla?

Ma aumentano le pressioni per il ripristino della fascia gialla, che consentirebbe di far ripartire le attività. A invocarla è il Governatore del Veneto, Luca Zaia, a cui fa eco il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha ipotizzato una “promozione” per almeno sei tra Regioni e Province autonome: Veneto, Marche, Umbria, Abruzzo, Trento e Bolzano.

"E' un dovere riaprire la seconda metà di aprile, se i dati lo permetteranno. Non si può stare in rosso a vita", ha spiegato il leader del Carroccio dopo un incontro a Palazzo Chigi con il premier, Mario Draghi.

 

Draghi: non c’è ancora una data

Alla richiesta di una data per le riaperture, però, il premier non ha fornito indicazioni precise, chiarendo che dipende dall’andamento dei contagi e spiegando: "E’ normale chiedere aperture: la migliore forma di sostegno all'economia sono le aperture, ne sono consapevole. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, obiettivo è un mese di presenza". "E’ chiaro – ha aggiunto - che per le Regioni che sono molto avanti con i più vulnerabili sarà più facile riaprire".

Mentre proseguono le manifestazioni di protesta di ristoratori, ambulanti e lavoratori di settori penalizzati dalle chiusure, c’è chi chiede di seguire l’esempio della Grecia in vista dell’estate 2021.

 

Sicilia e Sardegna: “Facciamo come in Grecia”

A chiedere i seguire l’esempio greco, dove si riaprirà alle turistiche dal 14 maggio, sono i presidenti di Sardegna e Sicilia, Christian Solinas e Nello Musumeci. Secondo il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, "la Grecia ha tante isole e per quello si sta muovendo in quella direzione, noi potremmo farlo. Il punto è creare meccanismi per cui sia semplice circolare. La direzione mi sembra abbastanza chiara".

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