Covid e politica

Fratelli d’Italia annuncia mozione di sfiducia sul ministro Speranza

Toni ancora polemici da Salvini. Ma Pd e 5S fanno quadrato attorno al titolare della Salute che per Draghi non si tocca. Sui vaccini informativa alla Camera

Fratelli d’Italia annuncia mozione di sfiducia sul ministro Speranza

Dal premier Draghi il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha pieno sostegno. E dopo quello del Partito Democratico arriva oggi anche il Movimento Cinque Stelle a dargli manforte. “Bisogna lavorare in maniera sinergica, collaborando a tutti i livelli e tenendo bassi i toni. Il ministro Speranza sta facendo il massimo ed ha il nostro supporto. No a polemiche strumentali che fanno male al Paese”, dice l’inquilino della Farnesina, Luigi Di Maio.

Ma nella maggioranza le acque non sono chete e il titolare della Salute resta bersaglio della Lega. Matteo Salvini sembra aver abbandonato la strada delle dimissioni ma non rinuncia a toni polemici: “Noi andiamo avanti nella richiesta di curare gli italiani e permettere loro di tornare a lavorare. Se poi qualcuno ha sbagliato qualcosa, il tempo sarà galantuomo e gli italiani lo sapranno”. Giorni pieni di insidie per Speranza, nei confronti del quale Fratelli d’Italia - unico partito all’opposizione - “presenterà una mozione di sfiducia individuale”. L’annuncio nell’Aula della Camera, dove il ministro ha reso oggi un’informativa urgente sulla campagna vaccinale. “E’ il momento di assumersi le responsabilità”, dice l’esponente di destra, Galeazzo Bignami

 

Il tema che arroventa il clima è sempre quello delle riaperture. “I tempi delle decisioni nel contrasto al virus sono determinanti: dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e non sbagliare tempi e modi delle riaperture per non vanificare i sacrifici fatti”, afferma il ministro. “Dobbiamo costruire una road map per l’allentamento delle misure sempre approvate all’unanimità dal Cdm. Va data risposta alle preoccupazioni degli italiani e alla crescita delle nuove povertà, alle difficoltà di imprese e lavoratori ma non esistono risposte semplici e problemi complessi con un alto numero di variabili”.

L’attenzione è tutta sui dati e sull’ “ultimo monitoraggio” che “dopo 4 settimane di misure severe segnala che le terapie intensive sono ancora al 41% di occupazione”. Per Speranza “il dato dovrebbe far riflettere chi dice che abbiamo adottato misure troppo severe. Dobbiamo ascoltare il grido d’allarme dei medici che non possono essere lasciati solo in trincea”. 

 

Dunque, una road map è allo studio: “Ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo”. Ma il ministro rivendica anche di aver sempre detto la verità, “quando era scomoda” e “adesso” con una “campagna vaccinale che supera i 14 milioni di somministrazioni”. Ribadisce che “i numeri sono più chiari”. Fino “a marzo abbiamo ricevuto oltre 14 milioni di dosi di vaccino e tra aprile e giugno ne riceveremo il triplo. Questa è la prima condizione per ripartire”. Sull’approvvigionamento assicura che arriveranno “50 milioni di vaccini nel secondo trimestre e Pfizer anticiperà alcuni milioni di dosi, per l’Italia circa 7. Questo ci mette nelle condizioni di completare la vaccinazione nelle fasce più a rischio. Vaccinare i più anziani è giusto e tutte le Regioni devono attenersi a queste indicazioni”. 

 

Quanto ad AstraZeneca non ha dubbi: “come tutti gli altri” vaccini “è efficace e sicuro e salva la vita delle persone, come dimostrano i risultati in Gran Bretagna. Su 32 milioni di vaccinazioni e 222 segnalazioni di eventi avversi, questi ultimi sono stati 82 di cui 18 fatali”. Anche se “il fenomeno è molto ridotto non va sottovalutato. La vigilanza è alta e i cambi di rotta nelle indicazioni fanno parte di questa attenzione”.

 

Su Jhonson & Jhonson, invece, non ci sono ancora novità: “l’auspicio è che presto ci possano essere elementi di chiarezza per poterlo utilizzare. E’ importante per la campagna vaccinale, essendo monodose”. Sul centro unico di acquisto europeo il ministro ammette: “Ci sono stati errori nelle negoziazioni ma fare da soli non sarebbe stato meglio”. Certo l’Ue dovrà essere “più veloce e autorevole” ma “comprare i vaccini insieme è stato giusto. Ora stiamo rafforzando la capacità di produzione italiana a partire dal vaccino Reithera”.

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