Ritratti diplomatici

Chi è Pietro Benassi, nuovo Ambasciatore Ue, ex-capo 007 nel Conte II

Nominato l’11 marzo, è atteso a Bruxelles da maggio. Sostituisce l’Ambasciatore Massari alla guida della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Ue

Chi è Pietro Benassi, nuovo Ambasciatore Ue, ex-capo 007 nel Conte II

Un post su Twitter per salutare l’Italia a Bruxelles e fare rientro a Roma, ma anche per annunciare l’arrivo (i primi di maggio) del suo sostituto. È  il passaggio di consegne tra l’Ambasciatore Maurizio Massari e Pietro Benassi, nuovo Rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea per i prossimi 4 anni.

Ecco che prende forma la riconfigurazione delle nomine dei vertici diplomatici dell’Italia, in Europa e nel mondo, voluta dal nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi. Tra i passaggi di consegne della stagione 2021, c’è anche quello tra l’Ambasciatrice in Belgio, Elena Basile, e il suo successore Francesco Genuardi. Nella ridistribuzione delle poltrone, rimane scoperta la casella di Rappresentante Permanente alle Nazioni Unite. Alcune fonti e testate hanno già fatto il nome di Maurizio Massari per il prestigioso ruolo.

 

 

Ex-capo dei Servizi Segreti con fiducia di Conte

Pietro Benassi è noto ai media e ai palazzi della politica romana come l’uomo di fiducia dell’ex-Premier Giuseppe Conte, come delegato ai Servizi Segreti durante il Governo giallo-rosso.

Nato a Roma il 7 giungo del 1958 (63 anni), ha intrapreso la carriera diplomatica del circuito Farnesina. Fino a giugno del 2018, è stato Ambasciatore d’Italia a Berlino, dove ha ricevuto la Gran Croce al merito della Repubblica Federale di Germania. Ha ricoperto la stessa carica anche a Tunisi, anni prima. Nell’estate 2018, ha risposto alla chiamata da Palazzo Chigi con cui Giuseppe Conte gli ha affidato il ruolo di Consigliere diplomatico. All’inizio di quest’anno, è stato anche Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con funzioni delegate in materia di sistemi di informazione e sicurezza.

Ha conseguito la laurea in Scienze Politiche all’Università di Padova nel 1980. Quattro anni dopo, è operativo nella Direzione Generale Affari economici del Ministero degli Affari Esteri. Nel 1990, ottiene la nomina a Secondo Segretario Commerciale presso l’Ambasciata d’Italia a L’Avana. È stato Primo Segretario presso l’Ambasciata d’Italia in Polonia (Varsavia) per 4 anni.

 

Il ritorno a Bruxelles

Dal 1994 al 1999, è stato Consigliere di Legazione presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (MAE). Per Benassi, Bruxelles non è una nuova assegnazione, dato che nel 1999 era già stato Consigliere alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Ue. Inoltre, il legame con gli “affari esteri” e la diplomazia europea è rimasto saldo anche in virtù del suo ruolo di Capo di Gabinetto, alla Farnesina, dell’ex-Ministro Emma Bonino (2013-2014). Infine, è sherpa del G7 e del G20 e alla guida della task force per la Brexit. Nomine che lo rendono particolarmente visibile e influente ai tavoli internazionali, sia nei corridoi europei di Rue de la Loi che in quelli di Rue de Marteau 9. Visto tra i principali fautori della svolta europeista del Conte II, il suo ruolo di Benassi è stato fondamentale nella serrata trattativa che ha portato al deal dei 27 sul Recovery Fund.

 

Primavera araba ed emergenza migranti

Il periodo di svolgimento del mandato come Ambasciatore in Tunisia arriva in concomitanza con la cosiddetta “primavera araba”. È nei giorni in cui si combatteva il regime di Zine El-Abidine Ben Ali (che cadde in seguito alla “rivoluzione dei gelsomini”) che Pietro Benassi si è impegnato per tutelare gli italiani pronti a rimpatriare. È negli anni di Tunisi che lavora all’accordo italo-tunisino per la gestione dell’emergenza migranti, con particolare riguardo agli sbarchi a Lampedusa.

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