Il Piano di Draghi

Recovery plan, ancora da sciogliere i nodi Superbonus e Cashback

Slitta a domani mattina il Consiglio dei ministri per il via libera al Pnrr. 5S: “Proroga Superbonus 110% condizione irrinunciabile”. Anche i dem favorevoli

Recovery plan, ancora da sciogliere i nodi Superbonus e Cashback

Non è ancora sciolto il nodo della proroga del Superbonus del 110% al 2023 e anche il rifinanziamento del Cashback è a rischio. Mentre in queste ore è in corso una serrata trattativa nella maggioranza per un accordo sui punti più controversi – il Consiglio dei ministri è slittato a domani mattina – i contorni del Recovery Plan, che porta la firma del governo Draghi, si vanno ormai chiarendo. E si delinea il vertice della struttura piramidale per la governance.

La ‘cabina di regia’ con “il compito di garantire il monitoraggio dell’avanzamento del Piano, il rafforzamento della cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale, e di proporre l’attivazione di poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’implementazione delle misure” sarà a Palazzo Chigi.

Mentre in capo al Mef, come già anticipato ieri, ci sarà un’“apposita struttura” per “il monitoraggio e il controllo sull’attuazione” degli investimenti, “punto di contatto” e interlocutore diretto della Commissione europea. La ‘cabina’ si riunirà periodicamente e verrà “assicurato il coinvolgimento dei rappresentanti designati dalle amministrazioni coinvolte”. “Informazione e comunicazione” per il coinvolgimento di stakeholder e grande pubblico verranno garantite. Il “Portale Pnrr" sarà la “finestra di comunicazione del Piano” attraverso cui i cittadini accederanno ai dati.

 

 Il ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ prevede interventi per 221,5 miliardi di euro, di cui 191, 5 finanziati dall’Europa, che riguarderanno giustiziaburocrazia, scuolainfrastrutturesemplificazione, ambiente reti tecnologiche.  Ai progetti si accompagneranno riforme strutturali. Subito dopo la sua approvazione arriverà, ad esempio, un decreto sulle semplificazioni per una “normativa speciale” sui contratti pubblici, la semplificazione dei controlli della Corte dei conti sulle stipule, la proroga della limitazione della responsabilità per danno erariale, l’introduzione di una speciale “VIA statale” per le opere in programma. Il premier ha deciso anche di presentare una riforma sulla concorrenza. Un gruppo di lavoro sarebbe già operativo per predisporne i contenuti e incardinarla nei progetti da far partire.

 

L’obiettivo di Mario Draghi è “vincere la sfida per un Paese più moderno”. Tuttavia il ‘suo’ Piano da oltre 300 pagine qualche limatura, inevitabilmente, la subirà prima di arrivare in Parlamento lunedì e martedì prossimi. Come dicevamo, resta anche da capire quanto il governo sia disposto a rendere strutturali spese in deficit, decise durante l’emergenza.  Il Movimento Cinque Stelle è in pressing per avere “risposte chiare dal Consiglio dei ministri sullo stanziamento di una dotazione finanziaria adeguata per prorogare il Superbonus 110% almeno fino a fine 2023.

Abbiamo già detto”, si legge in un comunicato, “che per noi è una condizione irrinunciabile, lo ha espressamente e ufficialmente chiesto più volte il Parlamento e lo chiedono tanti cittadini e associazioni, incluse Confindustria e i costruttori edili di Ance”. D’accordo anche il Pd. A fare muro ci sarebbe però il ministro dell’Economia, Daniele Franco, che conti alla mano non è orientato a prorogare le agevolazioni per le strutturazioni domestiche, perché la misura “è troppo costosa”. La legge di Bilancio 2021 ha allungato la detrazione del 110% al 30 giugno 2022 per le singole case e al 31 dicembre 2022 per i condomini che abbiano concluso a giugno il 60% dei lavori. L’arrivo al 2023 è al momento previsto solo per le case popolari. Anche per la proroga del cashback ci sono problemi: se è confermato che le risorse Ue non potranno essere utilizzate, bisognerà attingere a quelle nazionali. Questo significa fare altro debito.

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