La retata voluta dal presidente Macron con una svolta rispetto alla dottrina Mitterrand, ha portato agli arresti di 7 ex terroristi condannati in Italia, che vivevano in Francia, altri due si sono costituiti e uno è in fuga. Dopo decenni esponenti delle Br, di Lotta Continua dei Nuclei Armati finiscono dunque nella rete della giustizia italiana. Il blitz “Ombre Rosse”, è stato messo a segno dagli agenti dall’antiterrorismo francese (Sdat), in cooperazione con lo Scip l'organismo interforze italiano guidato dal generale dell'Arma Giuseppe Spina, sotto la Direzione centrale della polizia criminale coordinata dal prefetto Vittorio Rizzi.
Gli arrestati sono accusati di atti di terrorismo commessi tra gli anni Settanta e Ottanta.
Chi sono gli ex terroristi protagonisti della retata in Francia
Giorgio Pietrostefani, 78 anni, tra i leader di Lotta Continua, deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, nel 1972. L’ordine di esecuzione della pena risale al 2008.
Luigi Bergamin, ideologo dei Proletari armati per il comunismo (Pac). Deve scontare 26 anni: nel 2023 la pena cadrà in prescrizione.
Giovanni Alimonti, brigatista rosso, 66 anni, deve scontare 11 anni, 6 mesi e 9 giorni, per banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso di atti pubblici. L’ordine di esecuzione della pena risale al 2008.
Enzo Calvitti, 66 anni, brigatista rosso ,deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni, oltre alla libertà vigilata per 4 anni, per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi.
La brigatista rossa Roberta Cappelli, 66 anni, deve scontare l’ergastolo per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all’incolumità. Tra gli altri reati, Cappelli è colpevole di aver ucciso il generale dei carabinieri Enrico Galvaligi nel 1980, l’agente di polizia Michele Granato nel 1979, il vicequestore Sebastiano Vinci (nel 1981). La richiesta di esecuzione della pena risale al 1993.
Narciso Manenti, 64 anni, appartenente ai Nuclei Armati Contropotere territoriale, deve scontare l’ergastolo per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, ucciso a Bergamo nel 1979. L’ordine di carcerazione di Manenti risale al 1986.
Marina Petrella, 67 anni, brigatista rossa deve scontare l’ergastolo per aver ucciso, assieme a Cappelli, il generale dei carabinieri Enrico Galvaligi. Petrella è colpevole anche per aver rapito il giudice Giovanni D’Urso (nel 1980), per l’attentato contro il vicequestore Nicola Simone, aver sequestrato Ciro Cirillo, assessore regionale della Dc, e aver ucciso i due uomini della scorta. L’ordine di esecuzione della pena risaliva al 2000
Il brigatista rosso Sergio Tornaghi, 63 anni, deve scontare l’ergastolo per partecipazione a banda armata, propaganda e apologia sovversiva, pubblica istigazione, attentato per finalità di terrorismo, detenzione e porto illegale di armi e violenza privata. Tornaghi è colpevole di aver ucciso Renato Briano, direttore generale della Marelli di Milano. L’ordine di carcerazione di Tornaghi risale al 1987.
Raffaele Ventura, ex esponente delle Formazioni comuniste combattenti, la sua condanna è vicina alla prescrizione.
Ancora in fuga Maurizio Di Marzio, brigatista rosso, condannato per il reato di partecipazione a banda armata e per aver tentato di rapire due poliziotti.