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Riforma pensioni 2022: Quota 41 dopo Quota 100. Ultimissime news

Sotto i riflettori Quota 41 al posto di Quota 100 per Riforma Pensioni. Favorevoli i sindacati. Uil: doppio binario proposto da Tridico fuori da realtà

Riforma pensioni 2022: Quota 41 dopo Quota 100. Ultimissime news

A fine anno scade Quota 100 mandando in tilt l’intero sistema previdenziale, visto lo scalone di 5 anni che si verrà a creare spostando a 67 da 62 anni l’uscita dal mondo del lavoro.

 

Tra le ipotesi al vaglio si fa largo Quota 41, con il numero 41 che sta ad indicare gli anni di contributi minimi da accumulare per andare in pensione, senza alcun limite di età.

 

Cos’è e come funziona Quota 41.

 

Riforma delle Pensioni: Quota 41 al posto di Quota 100

Si fa largo Quota 41 tra le tante ipotesi della Riforma delle Pensioni, misura che potrebbe permettere l’uscita dal mondo del lavoro a coloro che hanno accumulato 41 anni di contributi durante l’arco della propria vita lavorativa.

 

La misura andrebbe a sostituire Quota 100, la cui scadenza naturale è prevista per il 31 dicembre 2021, nome nato dalla somma di 62 anni di età e 38 anni di contributi.

 

A partire dal 2022, senza alcun intervento in materia previdenziale, la fine di Quota 100 porterà ad uno scalone di 5 anni, riportando l’età pensionabile ai 67 anni della Legge Fornero.

 

I sindacati chiedono a gran voce un tavolo di confronto con il ministro del Lavoro Orando, puntando su una flessibilità attorno ai 62 anni di età, al massimo 64.

 

Pensioni: sotto i riflettori Quota 41. Uil su proposta Tridico: fuori dalla realtà

Quota 41 potrebbe essere la soluzione di compromesso per la Riforma delle Pensioni, prevedendo l’uscita dal mondo del lavoro a qualsiasi età a patto che si abbiamo almeno 41 anni di contributi versati.

 

Favorevole il sottosegretario leghista al Ministero dell’Economia, Claudio Durigon: “Anche noi pensavamo a Quota 41, non posso che essere d’accordo con la proposta dei sindacati per non tornare alla Legge Fornero. Quota 100 nasceva come una norma per la flessibilità in uscita che ha bloccato l’aspettativa di vita prevista dalla legge Fornero”.

 

Nel frattempo la Uil definisce fuori da ogni realtà la proposta del Presidente dell’Inps Tridico di corrispondere la pensione in due tranche, a 62 anni la quota contributiva e a 67 quella retributiva. “È estemporanea e fuori da ogni realtà. È un esercizio di fantasia sulle spalle dei futuri pensionati e sarebbe l’ennesima ingiustizia inflitta ai lavoratori italiani. Tridico poi sbaglia quando paragona la riforma Dini alla Legge Fornero. La riforma Dini, alla cui definizione il Sindacato diede un contributo rilevantissimo, si fondava proprio sulla flessibilità, mentre la Legge Fornero non fu una riforma ma una gigantesca operazione di cassa”.

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