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I conti del 2020 e dei primi tre mesi 2021

La pandemia taglia i ricavi dei giornali, resistono il Sole e il Fatto

Pubblicità in calo per Rcs e Gruppo Caltagirone. E ora tutti i gruppi editoriali aspettano la prossima legge di bilancio per finanziare i prepensionamenti

La pandemia taglia i ricavi dei giornali, resistono il Sole e il Fatto

I giornali italiani ancora non riescono a lasciarsi alle spalle la pandemia: l’argomento ha regnato sovrano sulle prime pagine e le pagine interne da oltre un anno e mezzo ma a causa del crollo della pubblicità conseguente ai lockdown (negozi chiusi, viaggi e turismo bloccati, eventi solo da remoto e quant’altro) i risultati economici sono stati negativi ed hanno acuito una crisi che si trascinava da almeno un decennio. E’ quanto risulta dai conti dei primi tre mesi e da quelli definitivi dell’anno scorso che le aziende hanno approvato nelle ultime settimane senza dare loro grande risalto oltre ai normali obblighi per chi è quotato in Borsa.

 

Ci sono alcune significative eccezioni: innanzitutto il Sole 24 Ore, che ha chiuso il 2020 limitando la caduta dei ricavi al 3,4 per cento (con la pubblicità che ha ceduto solo il 2,6 per cento e i ricavi editoriali che invece hanno guadagnato lo 0,6 per cento) e riducendo le perdite ad un milione, e poi il Fatto quotidiano che, sia pure in una fascia di mercato più di nicchia, ha fatto segnare un balzo dei ricavi del 16,7 per cento e dei ricavi editoriali del 19,6. 

 

Rcs ha lasciato per strada nel 2020 rispetto al 2019 il 18,9 per cento dei ricavi perdendo sia pubblicità (meno 18,6 per cento) sia ricavi editoriali, quindi copie (meno 15,9 per cento). Tale risultato è stato molto influenzato dalla performance negativa della Gazzetta dello Sport, che non poteva non soffrire dello stop alle attività sportive prima  del divieto di pubblico negli stadi dopo. Trend analogo per i giornali del gruppo Caltagirone, con in testa il Messaggero, che mediamente hanno perso il 12 per cento sia di ricavi pubblicitari sia editoriali. Non sono noti i dati del gruppo Gedi (Repubblica, Stampa e quotidiani locali).

 

I dati dei primi tre mesi dell’anno portano buone nuove al Sole 24 Ore, che si consolida in testa ai virtuosi mettendo a segno un più 1,8 per cento nei ricavi rispetto ai primi tre mesi del 2020 (di cui un più 2,8 di ricavi editoriali a fronte della pubblicità che resta invariata) e con un risultato netto in miglioramento. Anche Rcs si risistema e mette a segno un recupero importante visto che nel 2020 aveva perso molto: anche qui ricavi a più 1,8 per cento dovuti alla risalita di quelli editoriali e al dimezzamento delle perdite sulla pubblicità, il cui calo nei primi tre mesi dell’anno si è fermato all’8,6 per cento. Monrif (QN, Giorno, Nazione e Resto del Carlino) chiude i primi tre mesi con ricavi inferiori dell’8,8 per cento sui primi tre mesi del 2020. Non sono noti i dati del gruppo Caltagirone.

 

Ora la partita si sposta nella prossima legge di bilancio: tutti i gruppi editoriali vorrebbero che venissero inserite le coperture per i prepensionamenti, e sinora l’atteggiamento delle forze politiche è favorevole. E’ difficile prevedere quindi l’apertura di vertenze per anticipare le ristrutturazioni approfittando dello sblocco dei licenziamenti in arrivo.

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