Dopo tre anni di sperimentazione, avviata in 12 città italiane, anche le forze dell’ordine del Belpaese sono pronte a dotarsi del taser, la “pistola elettrica”, già in uso da parte di altre polizie nel mondo per “dissuadere” eventuali criminali senza dover ricorrere alle armi da fuoco.
Ad essere scelta per la fornitura del dispositivo è stata un’azienda statunitense con sede in Arizona. Ecco come funziona il Taser, le caratteristiche e gli scopi.
La sperimentazione di tre anni
L’iter per l’introduzione del cosiddetto CED, il dispositivo a conduzione elettrica, ossia il taser era stato avviato nel 2014. Quattro anni dopo era invece iniziata la sperimentazione vera e propria, introdotta con l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini, con l’uso “sul campo” da parte di polizia, carabinieri e guardia di finanza in 12 città italiane e in particolare Milano, Torino, Genova, Padova, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Caserta, Napoli, Brindisi, Catania e Palermo.
Ora si è conclusa la gara nazionale per la fornitura di 4.482 taser alle forze dell’ordine italiane che saranno fornite dei dispositivi fin da questo mese.
I taser alle forze dell’ordine
Ad aggiudicarsi la fornitura è stata l’americana Axon, leader globale nelle tecnologie legate a dispositivi di sicurezza, che il 13 luglio ha vinto la gara per la fornitura delle “pistole elettriche” TASER X2.
L’assegnazione è arrivata dopo la fine della sperimentazione e la firma da parte del Consiglio dei Ministri di un regolamento, recepito da un decreto del Presidente della Repubblica. Come specificato dall’azienda statunitense, l’aggiudicazione è giunta dopo aver completato con successo tutti i test e le verifiche di conformità richieste.
Come funziona il taser
Il Taser 2X ha le sembianze di una pistola d’ordinanza, ma è di colore giallo per potersene differenziare. Spara 2 dardi collegati a fili conduttori che raggiungono una distanza di circa 7 metri, consentendo così agli agenti di pubblica sicurezza, come poliziotti, carabinieri o finanzieri in servizio di non avvicinarsi all’eventuale malvivente o persona da fermare.
In pratica, si evita il “corpo a corpo”. Il taser, però, può essere utilizzato anche a distanze inferiori, come 1,2 metri.
Agisce emettendo micro-scosse elettriche (63 microcoulomb, pari a circa 1,2 milliampere, per 5 secondi) con l’obiettivo di stimolare i muscoli scheletrici umani, ma senza causare danni agli organi vitali.
Si tratta della tecnologia cosiddetta Neuro Muscular Incapacitation che, come spiegato da Axon, permette all’agente di effettuare un arresto o immobilizzare un soggetto in pochi secondi e in sicurezza.
“Effetto deterrente”
Il vantaggio principale del taser, comunque, è l’”effetto deterrente”, perché spinge alla resa volontaria della persona sospettata. “Il taser consente di rendere gli interventi delle forze di polizia più sicuri ed efficaci.
Molti sono stati gli ostacoli che si sono dovuti superare, alcuni figli di un pregiudizio che i dati smentiscono categoricamente” ha spiegato Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP). “Le persone che per legge devono essere fermate nella stragrande maggioranza dei casi (circa 14 volte su 15) alla sola vista del taser desistono dai loro intenti violenti. Inoltre questo strumento – conclude Paoloni all’Adnkronos – consente all’operatore di polizia un uso proporzionale della forza rispetto alla violenza o alla resistenza che deve vincere”.