Crisi logistica

Regno Unito: effetti Brexit e Covid, scaffali vuoti e posti vacanti

A cosa porta la mancanza di camionisti, lavoratori, operai alimentari, braccianti e pane nel Regno Unito. Allarme lanciato dai supermercati e supply chain.

Regno Unito: effetti Brexit e Covid, scaffali vuoti e posti vacanti

Nel panorama imprenditoriale del Regno Unito post-Brexit, ci sono molte incertezze su come cambieranno le cose.  Questo vale sia per i leader aziendali che per i dipendenti. Mentre i nuovi contagi da covid ieri sono saliti 302.406, il mercato del lavoro e di alcuni settori dell’economia britannica lanciano forti segnali d’allarme. Mancano soprattutto camionisti (circa 100.000), braccianti e operai alimentari (per gli impianti di lavorazione della carne, ad esempio), ma la crisi si fa sentire anche nelle forniture dei fast food.

 

Allarme approvvigionamenti, cambio-menù per McDonald

Problemi di logistica un po' in tutte le citta della Gran Bretagna, dove nei supermercati ci sono sempre più scaffali vuoti e McDonald’s ha dovuto rinunciare a vendere milkshakes e bibite in bottiglia, esauriti in tutti i 1.250 punti vendita di Inghilterra, Scozia e Galles. Crisi anche per la catena Nando’s che ha chiuso la settimana scorsa ben 50 ristoranti per mancanza di polli. Kfc, Greggs, Subway e altri fast food denunciano carenze di ingredienti e cibo. Mancano il pane, il latte e certi ortaggi richiesti dai consumatori. Mentre i frutti restano sui rami e marciscono - ci sono supermercati come Sainsbury’s, Tesco e Asda – hanno dovuto scusarsi per i disagi occorsi nelle ultime settimane.

 

Prigionieri ed ex-detenuti al lavoro

La congiuntura degli effetti Covid e Brexit - e le percezioni sui percorsi di carriera - hanno causato un’incombente “crisi di assunzioni” (recruiting). Macelli, macellai e trasformatori di carne sono destinati a impiegare prigionieri ed ex detenuti per aiutare a colmare la carenza di manodopera. I rappresentanti dell’industria della carne hanno tenuto colloqui (lunedì scorso) con il Governo Johnson per discutere le opzioni su come le aziende potrebbero cooperare con le carceri per riempire i posti vacanti. Sarebbero circa 14.000, stando a quanto dichiarato alla BBC dall’Associazione dei fornitori indipendenti di carne.

 

Governo intervenga sulla Brexit

Gli imprenditori chiedono il via libera al Governo di Londra per ottenere il permesso di assunzione di camionisti dall’estero, per lo più da Paesi dell’Unione europea. Ma oggi il Ministro britannico delle politiche per l’occupazione ha fatto sapere che non ci saranno deroghe o cambiamenti alle regole della Brexit. Si parla allora di una crisi che potrebbe rischiare di compromettere il Natale dei britannici. Si legge, nei media locali, che nei supermercati come Iceland si cancellano in media 30-40 consegne al giorno, mentre quelle di bibite sono calate del 50%, sempre per via della carenza di camionisti, trasportatori e operai della grande distribuzione.

Abbiamo già visto come gli effetti del divorzio del Regno Unito dai 27 dell’Ue e l’isolazionismo di Londra abbia segnato una fase di impennata di costi per il commercio con i Paesi dell’Unione europea, dove alcuni settori (anche l’agroalimentare del Made in Italy) hanno subito conseguenze svantaggiose e rallentamenti o blocchi nel transito alle dogane. Resta dunque assodato che l’economia britannica ne sia fortemente colpita e stenti ad avviarsi verso la ripresa.

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